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Happy Birthday, Radio DeeJay: Che “cacarella” sotto quella notte…

Mia madre era seriamente preoccupata nel 1983. Andò dalla maestra Iole e le confessò le mie stranezze, perlomeno per un bambino di dieci anni. Appena tornato da scuola, mi fiondavo davanti al televisore a guardare i video musicali, proposti da DeeJay Television su Italia 1. Niente cartoni animati insomma, se non quelli infiltrati in sequenze epocali come The Wall dei Pink Floyd. Al mondo di Radio DeeJay ci sono arrivato per vie traverse, infilandomi nel tubo catodico.

Radio DeeJay festeggia oggi 30 anni: e chi lo immaginava che mi sarei ritrovato al brindisi per la mega festa al Forum di Assago con Linus, Albertino, Jovanotti, Fiorello, Gerry Scotti, Claudio Cecchetto e tanti altri. C’è un episodio bizzarro che mi riporta dalle parti di Linus & compagnia bella e ancora mi fa venire la “cacarella” sotto.
Nella prima metà degli anni Novanta finii, alla guida della mia Panda, in una via desolata alla periferia di Napoli. Mi ero perso e non sapevo più come venirne fuori. Niente navigatore, niente cellulare.

Ero sintonizzato su Radio DeeJay. Poco distante mi accorsi che si era appostata un’altra auto. Ebbi paura. Alzai il volume dell’autoradio al massimo, sperando che qualcuno mi notasse. Il tizio uscì dalla macchina e si accostò: “Ehi, anche tu di notte su Radio DeeJay? Hai alzato il volume e pensavo ti servisse aiuto”. Scoppiai a ridere e gli confessai che me la stavo facendo addosso dalla paura, perché temevo volesse rapinarmi. Insomma, in mezzo ad una campagna sperduta, alzo il volume dell’autoradio per difendermi e guarda chi spunta: un fan scatenato di Radio DeeJay. Mi mostrò l’adesivo appiccicato sul cruscotto che gli era arrivato da Milano poco tempo prima.

Ai tempi leggevo sporadicamente Dylan Dog e forse le troppe storie dell’indagatore dell’incubo mi avevano dato alla testa. Tuttavia, penso pure che Radio DeeJay mi abbia sottratto agli incubi nostalgici, senza farmi perdere la rotta del mio presente, quello che va oltre una semplice canzone e si svela dietro l’energia di un disc jokey. Per questo le devo qualcosa!

 Buon compleanno, Radio Deejay!

Charlie Brown, 60 candeline e non invecchi mai!

Una sera di aprile di alcuni anni fa ero alla stazione dei bus di San Francisco, pronto a partire per Los Angeles. Stavo per cambiare destinazione e dirigermi verso Santa Rosa, lì dove ha vissuto Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts. Mi fermò il terrore di affacciarmi alla finestra del suo studio e non trovarlo. Il disegnatore di quelle poetiche strisce a fumetti era scomparso già da qualche anno ed io sono stato tra coloro che si è rifugiato nei luoghi e nelle storie di Charlie Brown e della sua allegra compagnia. Sono stato un lettore incostante, ma le strisce dei Peanuts le ho divorate tutte ed, ogni volta che le rispolvero, mi donano sempre un riflessione nuova. Charlie Brown festeggia i suoi 60 anni e non è invecchiato per niente: sarà quel misto di poesia, filosofia, psicologia e storia;  sarà quel frantoio di classicismo che macina un lirismo, a tratti quasi ellenico; sarà  quell’evaporazione di saggezza letteraria da far invidia a Salinger. Quando sono giù non mi aggrappo alla coperta del suo amichetto Linus, ma cerco di far volare gli aquiloni come Charlie Brown. E tutto questo è ancora robetta da mocciosi? Se i Peanuts di Schulz sono questo, io voglio restare ancora un moccioso come te, caro Charlie Brown, perchè alla tua “veneranda età” sai ancora come farmi sentire leggero, lasciandomi planare sulla vita come i tuoi aquiloni!