Ciao Giacomo, compagno di classe per sempre
I banchi del vecchio Liceo Imbriani di Pomigliano D’Arco, alla periferia di Napoli, custodiscono incisi nel legno i nostri nomi, Giacomo. Un compagno di classe resta per sempre e tu lo sai bene.
A quasi 30 anni dalla Maturità della nostra III F, che ci eravamo ripromessi di festeggiare alla grande, non è cambiata una virgola nel nostro legame nato negli anni di scuola.
TRA LA SALSEDINE DEL MARE E LACRIME SALATE
I sogni, le bravate, le lezioni condivise, la vita di allora sono sulla via che portava al liceo perchè come diceva Heinrich Böll “Forse non è a scuola che impariamo per la vita, ma lungo la strada di scuola.“
Giacomo, in questa maledetta domenica di fine agosto la salsedine del mare si confonde con il sale delle lacrime. Quando bisognava organizzarsi per rivedersi eri sempre pronto e così mi hai scritto tanti anni fa:
Sbobbino e sbobbino ricordi, si attorcigliano sul nastro del vissuto, sono tanti, sono troppi. Sbucavi con la videocamera, partiva il REC, mi piazzavi a fare l’intervistatore, sei sempre stato un’archivista della memoria e sapevi in anticipo che quei giorni spensierati sarebbero stati una delle tappe più belle in questo viaggio incredibile che è la vita.
UNA RADICE DELL’ALBERO DELLA NOSTRA VITA
Giacomo, se dicessimo “i migliori anni della nostra vita” peccheremmo di fottuta nostalgia , se diciamo invece una radice dell’albero della nostra vita piantiamo la speranza di ritrovarci, da qualche parte, nell’universo.
Singhiozzo e scrivo, ho tirato fuori il disco di Elton John Live in Australia. Fino ad allora ero abituato ai vinili, tu mi hai mostrato per la prima volta un CD. Lo avevi portato dall’America e in quel momento non so perché le canzoni di “Rocket Man” sono entrate con prepotenza nella mia vita, all’alba degli anni ’90.
DON’T LET THE SUN GO DOWN ON ME
Gli Stati Uniti sono stati la tua seconda casa e, quando ci vedevamo al Parco Arcadia a Pomigliano insieme a Valeria, Marina e Sandro, me li facevi vivere a distanza attraverso i tuoi racconti. Il mio viaggio a New York nel ’92, subito dopo la Maturità, non ho potuto fare a meno di condividerlo con te: Giacomo, tu sapevi che per me era stato come sbarcare sulla luna.
Giacomo, mi senti? Ho ancora la vecchia musicassetta registrata da un tuo CD. George Michael e Elton John stanno cantando per te Don’t Let the Sun Go Down on Me, uno dei tuoi brani preferiti. Il volume è altissimo come le voci di tutti i compagni della III F dell’anno scolastico 1991/1992. Non finiremo mai di dedicarti un pensiero. Tu continua a regalarci il tuo sorriso sornione e la voglia di vivere.
Adesso capisco perché stanotte non riuscivo a dormire. Mi mancava il respiro. Era il tuo, era il nostro, compagni di scuola per sempre. Ti voglio bene.