La Comunità di San Benedetto al Porto Di Genova raccoglieva le Marinelle, le Bocca di Rosa e i Michè di Faber, mentre nelle pupille di Don Gallo era tracciata la spina dorsale di un pensiero: “Ce ne sono tanti, purtroppo, che sognano una casa, una famiglia, invece trovano l’abbandono, la disperazione. Non sono loro le vittime, sono io, siamo noi, perché non ci rendiamo conto dell’indifferenza”.
Don Andrea Gallo è stato amato senza distinzione da credenti e miscredenti perchè al posto della tonaca indossava umanità. I giovani sapevano ascoltarlo perché le sue preghiere, prima di alzarsi verso il cielo, attraversavano il cuore della sofferenza che ci circonda ogni giorno e che noi puntualmente facciamo finta di non vedere. Per ricordarlo non servono più i suoi inseparabili compagni di viaggio – la sciarpa rossa, la Bibbia, la Costituzione e la bandiera della Pace – ma non perdere l’orientamento per continuare a percorrere il sentiero dei preti scomodi, quello ci fa sentire accanto il soffio di Dio.
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