Dov’eri quel maledetto 11 settembre di dieci anni fa?

Caspita, sto pensando a dov’ero quel maledetto 11 settembre di dieci anni fa. E tu? Dalla parrucchiera; col culo incollato alla scrivania dell’ufficio; per strada illudendoti che fosse un giorno qualunque; a telefono afflitto dalle solite cazzate; a sbuffare sul divano perché ti toccava fare in fretta, se volevi recuperare l’interrogazione di latino del giorno dopo; in coda all’ufficio postale per inviare un pacco posta-celere ai cugini italo-americani; a litigare col tuo ragazzo; a dare la poppata a tuo figlio.
Dove c**** eri quel maledetto 11 settembre di dieci anni fa? Me lo vuoi dire sì o no?
Io a Firenze, rinchiuso in una sala cinematografica, a recuperare una vecchia pellicola in occasione di un convegno a cui avevo relazionato. Sono uscito tra il primo e il secondo tempo. Pensavo al discorso anti-americano del Nobel Harold Pinter pronunciato il giorno prima. Aveva imbarazzato tutti gli accademici. Mi sono girato, ho buttato l’occhio alla tv e ho visto un aereo schiantarsi nelle Torri Gemelle. Il solito film di fantascienza! Sono rientrato in sala e ho continuato come nulla fosse successo.
Al termine della proiezione, mi sono detto: che c**** ho fatto? Questo non è uno scherzo. E dopo dieci anni mi interrogo: chissà se ci fosse stato Twitter, come sarebbe andata. Chissà se l’uragano social avrebbe raddrizzato il marasma confusionario mediatico, svoltando oltre il cine-documentario alla Micheal Moore.
Gli dei hanno giocato sporco e nessuno ci ha fatto caso. A casa di mio zio Mimmo – che dopo dieci anni non c’è più – ho trovato un vecchio libro sul Cile di Allende. E mi sono ricordato dell’11 settembre, quello del ’73, in cui ero lì beato nella culla, mentre a Santiago del Cile prendeva il potere Augusto Pinochet. I cileni vissero un dolore e un dramma che ci hanno costretto a dimenticare. Forse è ora che ce ne ricordiamo in occasione di quest’altro anniversario.
Dove c**** sarai il prossimo 11 settembre? Io voglio starmene da solo, da qualche parte, a vagabondare come un eremita che si ostina a non credere che “tutto cambia per rimanere come prima”.

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

View Comments

  • Carissimo , io ero in cucina ,affaccendata come al solito, avevo il televisore acceso. Un'edizione straordinaria del Tg intorno alle 15,00 .Il terrore !!!! e da lì è iniziato tutto !!!!!!

  • Io ci ripenso ogni anno a quell'11 settembre...
    Torno a casa da una mattina pesante (un esame di geologia ambientale concluso con un 23 sudatissimo, veramente una lotta con il prof!), mi butto sul divano e faccio una cosa che non faccio MAI - ma penso 'oggi è un po' vacanza, x me...' - accendo la Tv...Sento la voce di Mentana che commenta una scena assurda...Un aereo che si schianta su una delle Torri Gemelle...Resto a bocca aperta...Non ci voglio credere...L'immagine continua a passare, la voce del giornalista è allarmata...Vado su da Chiara, la mia amica (allora non c'era FB, che accendi e trovi qualcuno con cui parlare in chat...e anche l'SMS era troppo 'freddo' per un momento così grave) e le dico "Hai visto che è successo? Ora scoppia un finimondo..."
    Ecco dov'ero...e come ho scoperto quella tragedia che ha cambiato un poco il mondo.

  • Ero ragazzina, mi trovavo a casa, davanti alla tv in camera mia. Vidi le immagini e andai subito da mamma a dirle che erano crollate le torri di NY. Mia mamma si mise a ridere perché non mi credeva. Poi accese la tv e non rise più. Non una parola.

    Un anno dopo ho visto il film a episodi dedicato a questa tragedia. Ho appreso della tragedia cilena (non è mai troppo presto né troppo tardi per imparare la storia e DALLA storia). Sono lieta che se ne sia parlato qui, si ricorda troppo poco, e poi la retorica non mi piace, le preferisco il rispetto.

  • a jesolo,lavoravo li.in un supermarket dalla radio si diffondeva la notizia,ricordo i tedeschi che nn capivano,perchè noi italiani ci eravamo fermati tutti di colpo ad ascoltare..

  • In ufficio..ascoltando la radio senza capire bene cosa stava succedendo. poco tempo dopo, sempre in ufficio...schianto contro il pirellone...

  • A ripassare greco e latino per l'inizio dei corsi universitari, la tv accesa, senza audio, per compagnia... Alzai per un attimo lo sguardo dai libri, immagini assurde rapirono la mia attenzione: no, non era una delle solite americanate catastrofiche... La morte, l'abisso dell'orrore erano veri. Tremendamente veri. Tutto all'improvviso non aveva più senso...Diventai grande in un tempo piccolo.

  • Ero a casa di Diana, la mia compagna di studio. Preparavamo l'esame di antropologia culturale, eravamo immerse nella fase "domande random", perché non potevi mai sapere ccosa ti avrebbe chiesto la settimana dopo la decana di facoltà, temuta, amata e odiata per la sua preparazione, che ti imponeva ad ogni respiro.
    Eravamo chiuse in camera, niente tv, cellulari muti, pc spento. Il padre - noto burlone - spalanca la porta e ci dice: "Hanno attaccato l'America!". E Diana: "Ma figurati, lasciaci studiare!". Io lì per lì mi sono fatta un sorriso, pensavo ci volesse smorzare la tensione pre-esame. E invece lui insiste, serio: "Hanno attaccato l'America! Venite a vedere!".
    Andiamo in salotto, scettiche, pensiamo di prenderci un succo, così almeno non ci siamo alzate per nulla. La tv è accesa, le torri in fiamme. No, non è un film. E poi il secondo aereo, sbucato da un angolo dello schermo. Lo vediamo schiantarsi in diretta, in piedi, davanti al divano. Non osiamo sederci, i cuscini scottano. Il pensiero va agli amici all'estero, a quello imbarcati per lavoro che sono in giro per gli oceani. Come contattarli?
    Ovviamente lo studio del pomeriggio va a farsi friggere. C'è la storia in tv, ti fa sentire una formica nell'universo, una formica che può solo sudare freddo per la sua essenza microscopica. Al diavolo la decana di facoltà, l'antropologia e tutto il resto.
    Diana mi fa: "Ma chi?". E io la butto lì, una frase non bypassata dalla ragione, tirata fuori da chissà quale associazione mentale, dovuta a chissà quale lettura: "Saranno i talebani". "E chi sono?". Come glielo spiego? Manca poco che pure io che li ho nominati so chi siano, i talebani.
    La sera dovevamo andare al pub, i ragazzi volevano vedere la partita di champions (o era ancora coppa campioni?), c'era la Lazio contro non so chi. Andiamo, la partita è in tv, ma non ce ne frega niente. Tutti parlano solo di una cosa. Come l'hai saputo? Cosa hai visto? Hai sentito che ha detto tizio? E poi quella domanda sospesa in aria, quella che nessuno osa fare: e ora? Che succederà ORA? Domani? Come ci sveglieremo domani?
    Il mondo era già cambiato quella sera.
    Dopo qualche tempo, quando in tv davano per certo che era stato un attacco talebano, Diana mi chiede: "Come facevi a saperlo?"
    "Cosa?"
    "Che erano stati i talebani."
    "Non lo so. A dire il vero non ne sono sicura. Che siano stati loro."
    "Dicono di sì."
    "Dicono tante cose. Le teorie del complotto sono più interessanti. Dopotutto Bush potrebbe essere capace di tutto pur di dire che ha ragione lui a fare quello che fa. L'espressione "danni collaterali" è molto soggettiva."
    "Vabbe'. Però forse tua madre doveva farlo..."
    "Cosa?"
    "Chiamarti come voleva lei, Cassandra."
    "Sì, forse. Dicono che porta male, per questo ha cambiato idea."
    "Sarà. Comunque secondo me Cassandra era una con le palle."
    "No, era meglio. Era una donna."

  • nel parco, a parlare al telefono col mio fidanzato di allora. me lo disse lui, anche se non aveva capito bene l'entità della cosa dai vari TG. mi disse solo :"E' successa una cosa a New York!" Ma tanto bastò a farmi correre a casa......

  • Ero alle prese col latino e col greco, quando mi telefonò Lorena, dicendomi:"Hanno attaccato l'America".

Recent Posts

3 serie tv cult di Netflix da vedere almeno una volta nella vita

Netflix, la piattaforma americana di streaming più famosa del pianeta, ha frantumato il perimetro del…

2 mesi ago

20 anni di Facebook tra innovazione, trappole e poca vita

I 20 anni di Facebook dovevano ridursi al passaggio del vecchio "libro delle facce" delle…

3 mesi ago

Sanremo Rewind in 5 canzoni anticonformiste

IL Festival di Sanremo è sempre stato caratterizzato dalla melodia fin dalla sua età della…

3 mesi ago

Buon 2024 a piedi nudi sulla speranza

Lasciandoci alle spalle un 2023 affollato da tanti impostori, guardiamo con ottimismo all'anno nuovo senza…

4 mesi ago

No al Femminicidio. Il ricordo tenero della mia Laura per l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin

Non bastano le dita delle mani per contare i casi di femminicidio in Italia. La…

5 mesi ago

30 anni senza Frank Zappa in oltre 120 dischi tra rock e avanguardia

Frank Zappa ce lo portò via il 4 dicembre 1993. Noi studenti universitari di allora…

5 mesi ago

This website uses cookies.