Facebook e la sindrome ossessiva del “Mi Piace”

Ognuno ha le sue ossessioni e Internet ci vizia con quelle mode che possono diventare manie. E’ la volta del “Mi piace” facebookiano. I guru dicono che ha cambiato il nostro modo di comunicare, il termometro del business esulta perché misura i nostri gusti, e noi ci sentiamo inorgogliti quando li vediamo moltiplicarsi sulle nostre pagine di Facebook. Nei giorni della Seconda Repubblica di Internet, quella della democrazia dei social network, abbiamo ridotto e mortificato l’indipendenza e la libertà del nostro pensiero in nome dell”iconografia di “un pollice  all’insù”. Insomma il nostro punto di vista è stato stritolato nella riduttiva sintesi della nostra sacrosanta opinione.
I malati della “sindrome del Mi piace” si stanno infiammando nel falò della vanità. Una volta ce ne andavamo in giro a raccogliere pensieri per capire di che pasta fosse fatta la gente. Oggi spalanchiamo la finestra del pc e pensiamo di aver capito tutto dell’altro attraverso la collezione dei “mi piace”, impigrendoci pure a buttar giù un commento decente. Come se poi chi facesse il famigerato clic con la manina su un nostro pensiero, lo avesse realmente letto o compreso! Per la maggior parte è un modo per farsi notare, per manifestare simpatia. Chiediamo pure agli strizzacervelli del web se abusare del “Mi piace” sia una scorciatoia per amplificare un confine, quello tra il personaggio virtuale, convinto di aver seppellito le proprie frustrazioni, e quello reale, colpevole di aver consegnato le insoddisfazioni quotidiane all’agorà finta di Internet.
Durante una recita scolastica del ’78, mi chiesero perché avessi scelto come partner la mia compagna di banco. Io, alzandomi sulla sedia, declamai: “Mi piace perché ha gli occhi a mandarla, il nasino all’insù e divide merenda con me”. Mi avevano insegnato a motivare la mia opinione.Voglio tornare ad esprimere il mio assenso o dissenso perchè penso, senza quel maledetto dito all’insù. E’ ora che il “Cogito, Ergo sum” cartesiano non prenda più sviste, scivolando sul chiacchiericcio della rete.

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • Questa mania, ormai diffusissima su FB, di per sé non è un cattivo strumento, ma ovviamente i poveri di spirito sono riusciti a farlo diventare una specie di tele voto, il quale può dare in maniera istantanea il gradimento di certi post. In...fatti molti utilizzatori vanno proprio alla ricerca di post ad effetto per ricevere tanti più "mi piace" possibili. Sarebbe interessante avere anche il comando "non mi piace" così o si ridimensiona il fenomeno o addirittura può diventare più spietato e perverso.

    Del resto anche la "mania" di avere tutto in un click appartiene a questo filone: fa tutto il pc, ma alla fine io non ho capito un cavolo di quello che succede perché è tutto in automatico. Si potrebbe pensare allora che chi fa uso spasmodico del "mi piace" ci fa capire che molto probabilmente è un idiota...tanto è vero che questi spesso se sono in disaccordo con te non commentano ma ti staccano l'amicizia, sempre con un click, come se il loro cervello funzionasse con un click: vero-falso, mangio-dormo, esco-sto a casa, mi piaci-non mi piaci!!

  • Fino a non molto tempo fa associavo il "mi piace"ad un'esternazione entusiasta, convinta e talvolta audace rispetto ad una situazione o, addirittura, ad una persona (magari da conquistare!).
    Oggi, invece, anche i più pigri seguaci del web si sono ammalati della facebookiana sindrome del "mi piace" ( o "del dito all'insù"). Molti, spesso, non si soffermano neanche sull'oggetto della discussione e, solo per rendersi presenti, lo contrassegnano senza neanche preoccuparsi di motivarlo e talvolta, ahimè, di capirlo.
    Eppure il sistema del social network in questione nasce con delle motivazioni precise, di stimolo all'interazione e alla socializzazione, quindi ad una nuova forma di comunicazione.
    Non credo che, alla base del progetto, vi fosse l'idea di atrofizzare i cervelli e omologarli come macchine.
    Se questo, invece, rappresenta una parte del risultato raggiunto, direi che non siamo molto lontani dal dover inserire Facebook nella lista delle ormai note sostanze stupefacenti: queste creano dipendenza,atrofizzano il cervello e lasciano che l'identità se ne muoia lentamente.
    Siamo, dunque, vittime del progresso?
    Forse sì, ma il vittimismo non ci porta lontano.
    Sarà, invece, il caso di approfittare del progresso prendendone il meglio per non perdere la voglia di restare esseri sociali.
    Ben venga, dunque, Facebook a patto che impariamo a comunicare! Questo sì che "mi piace"!

  • la riduzione del pensiero all'atto della sua fecondazione. aborti infiniti di parole che avrebbero potuto generare nuove parole. il silenzio stesso parla molto di più. ecco cos'è l'ossessione del 'mi piace'. tuttavia l'alternativa esiste che poi è semprela stessa: diffondere la mentalità del consumo consapevole, anche del consumo di pensieri.

  • Insomma, anche su FB si dovrebbe cercare di usare i complimenti con moderazione, riservandoli magari per gli interventi particolarmente arguti o per link interessanti. Ovvero, applicare quella modestia e quell'educazione minima che ormai nessuno insegna più alle nuove generazioni (inclusa la mia, visto che non sono ancora del tutto decrepito).
    Temo che sia un contagio della cultura dell'autostima, la moltiplicazione di premi inutili dati tanto per far sentir bene i bambini - con il risultato di uccidere l'idea stessa del merito e rendere ogni impegno del tutto privo di significato. Sulla rete, questo si trasforma nella corsa al ribasso dei contenuti, alla caccia della frase ad effetto, del video più idiota, dell'immagine più ridicola. Il che, se fosse una strategia fatta a tavolino, sarebbe un ottimo modo per limitare il potenziale eversivo della Rete.
    Comunque, discorso molto interessante. Grazie di avermi dato la scusa per rifletterci sopra (^_^)

  • sono una quotidiana visitatrice di facebook, lo "vivo" come vivo tutto quello che fa parte della mia vita... e cerco di viverlo con ragione, con emozione... ho cercato di conciliare la mia identità in rete con quella reale, di soddidfare quella mia parte egocentrica, condividendo foto, pensieri, parole... quella parte che magari nella ia vita quotidiana non evince.

    quando una delle mie notifiche è di un " mi piace " mi chiedo cosa la paersona abbia capito di quel post o cosa ha sucitato in lui... facebook a me "piace" , piace il modo in cui la gente si presenta in rete, quello che vuole far sapere e conoscere di lei, vedere quale maschera indossa (sono pirandelliana) non nego che qualche gossip c'è stato...
    ho conosciuto persone eccezionali grazie la rete, ho amato, ho odiato, ho cercato di dimenticare...

    come tanto e in tutto, il bene o il male di un qualcosa dipende dall'uso che ne facciamo... anche se il tasto "non mi piace" dovrebbero metterlo. :-9

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