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Gelmini, via i baroni dall’Università!

Il decreto Gelmini è passato alla Camera e non c’è via di scampo neanche più per l’Università. La legge è legge e va si rispettata… Sbirciando il nuovo decreto sull’Università ci sono tutte le buone intenzioni per dare una svolta nel nostro Paese. Tuttavia, non per mettere le mani avanti, bisognerà vedere se i buoni propositi saranno mantenuti. Cosa non facile nel Belpaese pantofolaio che non ne vuole proprio sapere di bandire “i privilegi e le caste” ed allinearsi alla nuova Europa. E’ questa la volta buona per mandare a quel paese i baroni dell’Università? E sia la volta giusta per tornare a ragionare in termini di meritocrazia, per bloccare dottorandi e ricercatori super raccomandati, “leccaculo” o protetti dalla casta, avvolti dai manti ideologici fittizi. Peggio ancora “i figli dei Professoroni” che non hanno mai smesso di campar di rendita. Ho dedicato tre anni della mia vita alla ricerca universitaria ed è stata una palestra perché ho avuto la fortuna di incrociare colleghi e docenti professionisti. Sono andato via perchè certi atteggiamenti non mi andavano giù. Ogni volta che ritorno, constato con amarezza che non è cambiato niente. E sia la volta buona per il rilancio dell’università pubblica, quella che dovrebbe tutelare ogni piano sociale. E sia la volta buona per dirottare il sostegno economico agli atenei più meritevoli. Mi sono laureato con orgoglio alla Federico II di Napoli ed ho difeso con gli artigli la mia università dalle altre minori della zona. Non ne possiamo più di questi piccoli atenei di provincia, dove la laurea arriva con programmi dimezzati, fatti su misura per un branco di “ciucci” che ha contribuito alla svalutatione del titolo di studio.  Questo è un problema che non riguarda Napoli e dintorni, ma tutta l’Italia. L’uragano Gelmini spalerà davvero tutto questo letame?

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • Spero di si! Anch'io sono molto orgogliosa del mio titolo firmato Federico II, ma ancor di più dei sacrifici, delle notti insonni, dei week-end fittizi passati a studiare per un altissimo valore che i figli di papà e i "nuovi dottorini" non conosceranno mai: la forza di volontà e la dignità di camminare a testa alta! Comunque voglio farti una domanda: anche a me diverse situazioni sociali, meglio sistemi quasi indistruttibili, non mi vanno a genio, ma se tutti andiamo via, chi salverà questa terra quasi abbandonata a se stessa? Non è una provocazione, ci tengo a precisarlo, solo una domanda, con la riserva che forse un giorno lo farò anch'io! Giusy dell'Omo

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