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Le favole di Aurora

Sono già alcuni anni che piagnucoliamo: i bambini italiani sono svogliati nella lettura e la colpa ricade su i genitori, che non danno il buon esempio. Del resto in un Paese che corre come una trottola, troviamo ancora il tempo per leggere una bella favola ai nostri figli e lasciare in eredità la magia di un bel libro? Succede, ma sempre più di rado. Mio padre se le inventava – ed era una frana – ma almeno ci provava. Noto che la maggior parte dei bambini preferisce farsi dare la buona notte dall’ultimo eroe di turno della Playstation o dai frenetici cartoon, che impazzano in tv a tutte le ore. La mia generazione l’ha scampata bella: circolavano le prime audiocassette con quella voce preregistrata che spodestava papà o mamma  dal trono di narratore. Se siamo noi adulti i primi a non credere più nelle fiabe, come pretendiamo che lo facciano i nostri bimbi? Pochi giorni fa è accaduto il contrario. La piccola Aurora, figlia di due cari amici, non mi lasciava andare via la sera, se non mi raccontava una favola. Questa esuberante bimba di 6 anni mi deliziava con i suoi racconti, e così persino una cult story come quella di Cenerentola diventava una piacevole rivisitazione tra fantasticherie e caos mediatico. Io la ascoltavo con attenzione e lei mi premiava trasformandomi in un personaggio. Il principe azzurro? No, guardandomi diritto negli occhi replicava: “Tu somigli a Paolo Bonolopis”. Aurora mi ha fatto riflettere: dovremmo farlo tutti più spesso, trovare il tempo per ascoltare i nostri figli perchè sono diventati più bravi di noi a raccontare le fiabe! Quando rincaso la sera, mi manca Aurora e quella sua ingenua spavalderia che sguizza tra fantasia e realtà. Io mi consolo, guardandomi allo specchio: se non sono il brutto rospo o il principe azzurro, chi mi ha trasformato in Paolo Bonolopis? C’è di mezzo lo zampino di Aurora, perchè il suo sorriso sornione è più potente di qualsiasi bacchetta magica. 

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • Grazie Rosario da parte Di tutti Noi...Appena Rientra Aurora da Scuola Gli leggerò l'articolo..Ieri Malinconicamente Mi ha chiesto Di te."Paolo Bonolopis" e io L'ho Rassicurata che Anche se sei lontano Sei Sempre Nel Nostro Cuore..Grazie Di Esistere...Gennaro
    2 secondi fa ·

  • Beh!oltre alla fretta e al cattivo esempio dei genitori sono altre le cause che portano i bambini a leggere poco o niente....vuoi mettere l'influenza del pc, la play e tutti gli impegni a cui sono sottoposti per rispondere al un ideale genitoriale perfetto!..questi bambini non sanno gestire la noia, non hanno imparato a desiderare, a sognare, io da... See more insegnante faccio fatica a fargli inventare delle storie dandogli tutti gli ingredienti...sono poco creativi a 7 anni figuriamoci da grandi! anche se io spero che qualcosa cambi...bisogna intervenire nella prima infanzia e puntare sulla prevenzione primaria: ad es. formazione dei futuri genitori per garantire una naturale e spontanea crescita dei loro figli. Abituarli al piacere dell'ascolto di storie dalla culla!forse svilupperebbe anche la capacità di ascoltare se stessi, le proprie sensazioni, emozioni e migliorerebbe le relazioni con l'Altro quando diventano grandi

  • Mio caro Sig. Bonopolis, il tuo articolo ha riacceso in me le domande di sempre. Spesso mi sono fermata a chiedermi il perché questo strano animale chiamato Essere Umano, nel corso del suo sviluppo psicofisico abbandoni le favole per sostituirle con quello che il mio amato/odiato Freud chiamerebbe "principio di realtà".
    Avere la capacità di raccontare ( e raccontarsi) delle favole equivale ad avere la capacità di sognare. Ed é triste che, crescendo, il famoso "strano animale" di cui sopra perda questa capacità. Anzi, spesso ho notato che buona parte degli esseri umani adulti risultano incapaci nel raccontare favole ai più piccoli ma, al contempo, abilissimi nel propinarle ai propri coetanei e non per pura attività ludica bensì per ottenere un proprio tornaconto personale. Insomma...assistiamo ad una distorisione delll'arte creativa. Chi ne fa le spese non sono solo i piccoli (privati di un sano arricchimento emotivo) ma anche gli stessi adulti divenuti ormai sterili, sempre di corsa, poveri di fantasia...non c'é tempo nemmeno per sognare. Mi dici tu perché succede questo? Bisognerebbe riuscire a conservare l'ingenuità e l'nclinazione al sogno e al racconto (tipici del bambino) pur diventando grandi. Bel proposito, certo, ma spesso difficile da attuare, ahimé.
    Ok, é arrivato il momento di dare un freno alle mie elucubrazioni mentali!
    Ma adesso ti prego...tu raccontami una favola! :-)

  • ...mai smettere di sognare e attraverso le fiabe si può trasformare la realtà in un mondo favoloso !!!!!! grazie di cuore

  • Concordo pienamente...la tecnologia è divenuta contenitore di tutto il tempo libero dei bambini, non gli si consente di annoiarsi, sempre che isa d'obbligo riempire ogni spazio della giornata, precostruirgli una realtà virtuale dove la fantasia diviene un accessorio inutile....Ridiamo la noia ai nostri bambini, regaliamo più libri, leggiamo di più per loro...altrimenti rischiamo di crescere degli automi i quali nel momento perderanno lla carica prefornita si bruceranno l'esistenza.......

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