Matrimonio alla napoletana: o la busta o non mi sposo!

Busta o non busta, questo è il problema. Mica quella dell’immondizia, ma la bustarella con i soldi che non può mancare ad ogni matrimonio napoletano che si rispetti. Tutti lo snobbano, ma poi tutti vogliono il regalo in cash. Con la crisi che c’è in giro, ritrovarsi tra gli invitati di un banchetto nunziale non è confortante per niente.
Una volta le indagini si facevano via telefono, adesso basta aggirarsi sulle bacheche dei social network per sondare gli umori e capire quanto bisogna sborsare per far felice i neo sposini. Tuttavia, il regalo in busta è anche l’ultima spiaggia per pagare il conto salato della cerimonia: chi famiglia napoletana rinuncerebbe mai all’evento sfarzoso? Nel 1971, un cugino di mia madre, organizzò il matrimonio facendo i conti sui regali in denaro degli invitati, senza calcolare il rischio di non raggiungere la somma necessaria. Nonna Lucia fu molto chiara con nonno Pasquale dopo il taglio della torta e gli bisbigliò: “Pasqua’ dobbiamo raddoppiare la somma per Enzuccio, altrimenti restiamo qui a lavare i piatti”.
Quarant’anni fa come oggi la ruota gira sempre allo stesso modo, con una differenza: nel nuovo millennio i matrimoni durano il tempo di una stagione. Insomma, gli sposi dovrebbero impegnarsi con gli invitati a restituire il premio in caso di divorzio o separazione entro i primi 36 mesi di vita coniugale. Per non parlare dei separati e divorziati che circolano in Italia, molti dei quali hanno la faccia tosta: si risposano per la seconda, terza e quarta volta e pretendono pure la bustarella! E poi non ha ragione zia Concettina a starnazzare: “Il mio dovere l’ho fatto al primo matrimonio. Mmo’ basta”.
Scampato il pericolo della lista nozze, le alternative sono due: riciclare un vecchio regalo inutile, trafugato da qualche altra ricorrenza oppure donare i soldi agli sposi in sei comode rate.
Povero papà mio, meno male che non legge i miei articoli, altrimenti creperebbe dalla vergogna. Casomai salirò all’altare, ho già la soluzione: matrimonio “sponsorizzato” da piccole aziende agroalimentari locali,  senza dover chiedere niente a nessuno, con la speranza di poter scrivere con una bomboletta spray: “…E vissero felici e contenti”. O quasi!

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • Ha ha ha ha ha ...è tutto troppo vero!? Pipolo io ho raggionto 50 mesi di matrimonio, sto coperto! Non possono recriminarmi niente i miei invitati :-D

  • Be', uno può anche sposarsi in maniera più discreta. Oppure non sposarsi per niente, che tanto certe formalità al giorno d'oggi servono a poco. Io il matrimonio alla napoletana non lo concepisco proprio. È uno schiaffo alla miseria (propria e altrui). Se la festa è degli sposi, gli invitati possono anche accontentarsi di un tè coi pasticcini, che tanto quello che dovrebbe contare è lo stare insieme e condividere le gioie dell'evento.

  • è una prassi. inutile nascondersi e dire 'io li rifiuterei' - i soldi nella busta si intende. anche io li ho presi al mio matrimonio e se la festa è riuscita ed è piaciuta ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito. certo le tradizioni si possono cambiare. per esempio se dovessi ri-festeggiare un matrimonio (cosa che non accadrà. il marito mio -amato- è per sempre e se non dovesse andar bene, meglio sola che accompagnata!!) non farei più il banchetto con il pranzone. contribuire con una busta in cartamoneta o con un regalo è una scelta personale. sta all'intelligenza degli sposi non giudicare la scelta. invitare qualcuno per festeggiare un evento bello legato all'amore, significa voler condividere con quella persona la propria gioia. quanto all'invitato si senta libero di fare come meglio crede. certo è brutto finire tra i tasti della calcolatrice... personalmente credo che i matrimoni (e intendo il primo matrimonio) sono belli e RESTANO nei ricordi solo se sono legati alle 'storie' delle persone che vi partecipano, se vi è un sincero coinvolgimento emotivo insomma; sono e devono restare eventi unici indipendentemente dal fatto che le 'buste', tutto sommato, sono dei soldi prestati che si spera ritornino, poi, al proprio matrimonio qualora si festeggi. e non dite che non è vero.

  • La" busta" tanto gradita ieri come oggi credo che abbia un altro significato. Se ieri poteva essere garanzia di sicurezza, oggi credo che rappresenti l'ultima spiaggia della creatività. Si ricorre quando non si vuole dedicare tempo al "giusto"regalo per la coppia, oppure se si vuole stupire per dimostrare che la posizione economica è mutata favorevolmente. Si dice infatti "sai, non me l'aspettavo da loro, ma ho ricevuto dei soldi".
    In teoria non ci sarebbe più bisogno di perpretare quest'usanza perchè tutte le coppie sono solite lasciare indicazioni circa la preferenza di regali mediante minibrochures di liste di nozze. Perchè allora non seguire le indicazioni degli sposi e ...se si dividono? Che importa! Se sono nostri veri amici, saremo pronti per una nuova lista.

  • Il regalo agli sposi dovrebbe essere spontaneo, la busta viene fatta molto spesso per comodità, oltre alle varie liste di nozze lasciate nei negozi o nelle agenzie turistiche, rispetto chi non fa proprio nulla e devolve i soldi per le bomboniere in beneficenza. La vera festa in quel giorno è tutta per gli sposi ed i familiari stretti (mamma, papà e sorelle e fratelli), il resto è cornice più o meno ingombrante (a parte alcune eccezioni ovviamente!).
    Per come la vedo io, prediligo il senso religioso di questa festa, dò molto valore a questo sacramento e semmai dovesse capitarmi spero sia per sempre, altrimenti meglio soli che male accompagnati!

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