Categories: Attualità

Capriccio d’estate a Torino senza i soliti cliché

Avevo un capriccio e me lo sono tolto: girovagare a Torino in un fine settimana d’estate e godermi la città semivuota. In parte ci sono riuscito e devo dire che le Olimpiadi invernali di tre anni fa hanno fatto decisamente bene al capoluogo piemontese. Escludendo i miei blitz al Festival Cinema Giovani, Torino non me la ricordavo ringiovanita a tal punto da brillare per le proposte allettanti di intrattenimento, per i graziosi locali che pullulano ovunque e, soprattutto, per avere una seconda vita fino all’alba del giorno dopo. Mi sembra che le nuove generazioni, perlopiù figli di emigranti del Sud Italia, abbiano rinunciato ancora più marcatamente alle schizofreniche nostalgie sabaude – circoscritte per fortuna a Palazzo Reale – e all’iconografia della famiglia Agnelli e della Fiat nel tempo in cui il vecchio stabilimento del Lingotto è diventato un centro commerciale. La jenuesse torinese ha una grande responsabilità: far sì che il processo di integrazione degli stranieri in città non diventi “discriminazione” come il secolo scorso è successo con i nostri meridionali. E mi fa incazzare incrociare il torinese dall’accento pugliese che trasforma il piccolo kebabbaro del centro nel capro espiatorio di turno. Si raccomanda la visione del film Rocco e i suoi fratelli di Visconti per cancellare dal vocabolario di ieri “terrone” e da quello di oggi  “extracomunitario”.  Le intrusioni criminali ci sono e dovrebbero essere gestite al meglio dalle istuzioni affinché una città sia sicura sempre.  Se così non fosse, Torino rischerebbe di far offuscare la sua vitalità nei risaputi cliché che la hanno isolata per decenni.

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

View Comments

  • Che tristezza i ragazzi del Meridione che celano le loro origini o cercano di dimenticarle. "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", questo dice la Costituzione. Peccato che giorno dopo giorno così non è.

  • eh, ma nella psiche l'uomo se la prende sempre con la vittima di turno. il razzismo di seconda mano, cioè quello dei meridionali verso i non italiani serve a sancire la loro conquistata superirità.

  • Vivo a Torino da oramai 13 anni, ho vissuto al pieno la sua trasformazione, da città cupa e fiattista a metropoli olimpica.........oggi Torino vive di musica, teatro è finalmente ritornata ad essere set cinematrografico......ma ciò non basta in quanto i torinesi oriundi vittime di ieri si sono trasformati in carnefici..prima contro i marrocchini poi contro i rumeni...ahimè l'integrazione non esisterà mai se prima tutti non supereranno le frustazioni di ieri.......comunque nonostante il clima Torino è una città magica .........

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