Cara Befana, non portarmi più carbone!

Mi hanno costretto a scrivere il primo post del 2010. Uffà, anche quando sono in vacanza! Manuela, amica di vecchia data, mi ha preso per il colletto e mi ha detto: “Voglio vederti lavorare dal mio Pc”. L’argomento del post scritto a casa sua? Me lo hanno suggerito un gruppo di bambini appiccicati ad una vetrina, chiedendo alla mamma quale sarebbe stato il prossimo regalo della Befana. Sì, la Befana… quella vecchietta che sembrava una strega, ma in realtà era una fatina imbruttita. Continuavano a ripetermi che era una stupida invenzione dei genitori per raggirare i bambini. Invece no, nei primi anni ottanta, avevo messo in piedi un comitato che aveva come parola d’ordine: “La befana esiste”. L’immaginazione è un’arma così potente da poter mettere in subbuglio tutte le malelingue. Sono tanti anni che non ricevo più la calza perché il 6 gennaio non ci sono mai, sono in giro, e quella vecchia bacucca non saprebbe dove trovarmi. Tuttavia, mi ha preso sempre in giro! Sono stato sempre un suo acceso sostenitore, ma lei mi porta da anni un bel mucchio di carbone. Quest’anno spero di scovare nella calza la dolcezza di tutte le persone ritrovate nelle feste natalizie, quelle vere, quelle con cui ho condiviso la prima parte della mia vita. Cara Befana, non portarmi più carbone, ma il tempo libero necessario per tornare più spesso a fare il turista “per caso” nella mia terra d’origine.