Vincenzo e i sogni ad occhi aperti di un imprenditore del Sud Italia in Romania

Sale e scende dall’aereo come se fosse un autobus. Nonostante la recente nomina in Confindustria Romania di Coordinatore nazionale all’Ambiente e all’Energia, Vincenzo snobba la business class e svolazza tra i cieli in stile low cost. Poco conformista per uno che, in qualità di Membro del direttivo di Unimpresa Romania, oggi passeggia con l’ambasciatore italiano e dopo domani è a cena col Presidente Băsescu. Quando atterra all’aeroporto di Capodichino, i tassisti non osano avvicinarsi perché la risposta è la solita: “No, grazie. Ho il grande privilegio di avere i miei figli Elisabetta, Ada e Luigi che mi portano a zonzo”.
Del resto, non può essere altrimenti per un paladino della semplicità come lui, figlio del Sud Italia. Anzi, “figlio del Sud”, come ci tiene a precisare lui stesso, nonostante si sa che non si è mai profeti in patria, vista l’aria che tira nei piccoli centri di periferia. Eppure Gaudino è uno dall’occhio lungo. Una decina d’anni fa ha spostato l’attività imprenditoriale dalla provincia di Napoli a Bucarest non per un capriccio estemporaneo, ma perché aveva intuito che il nuovo asse economico si spostava nei Paesi dell’Est. Oggi Telecomponenti Romania rappresenta un’attività industriale fortemente consolidata all’estero attraverso forniture di energia, telecomunicazione e gas.
Nel luglio del 2009, Vincenzo Gaudino è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di Malta, ma non ha perso quel suo humor tagliente che lo caratterizza: pranzare con lui è un piacere perché ti fa tuffare nella piscina della memoria locale, in cui pure un siparietto dai colori paesani può diventare un acuto momento di riflessione.
Chissà in quanti hanno pensato che la scelta di Vincenzo Gaudino fosse una “pulcinellata”, ovvero una bricconata di chi abbandonava le certezze del piccolo feudo per lanciarsi in nuove sfide. Nessuno aveva colto in flagrante il sogno di questo meridionale, quello dell’uomo che si è fatto da sé. Il territorio dovrebbe tutelare di più gli imprenditori di razza come Gaudino, perché la “passione” è l’ultima chance per il riscatto del nostro Mezzogiorno. E per una volta lasciamo in soffitta i soliti luoghi comuni!


La fine del Vicerè Antonio Bassolino è un dato di fatto. Dopo lo scandalo della “monnezza”, finisce un’epoca per l’imperatore così come per “la lady di ferro” della vecchia Balena bianca, che racimolava voti parocchia per parrocchia. La vittoria di Luigi Cesaro alle elezioni della Provincia di Napoli segna un passaggio epocale nella politica territoriale e non è legata al partito che lo rappresenta. Gigino – così lo chiamano gli amici appassionati – sarebbe arrivato a Palazzo Matteotti ugualmente, anche se fosse stato candidato in una lista civica. I napoletani hanno capito che bisogna rimboccarsi le maniche, puntare alla persona e mettere da parte anche il colore politico se è necessario. Mentre il neo Presidente offre all’avversario Nicolais un assessorato, tacciono quelli con la puzza sotto il naso: per alcuni il politico santantimese era “il paesano della provincia” che si è fatto strada “inviando mozzarella di bufala” a Palazzo Chigi. Adesso è l’ora del riscatto in una realtà complicata e piena di contraddizioni, dove però non può essere sempre tutto “malavitoso”.