Diario di viaggio: La lezione del libraio e del lettore alla Mondadori di Rivoli

Rosario PipoloAntonella Menzio, direttore della libreria Mondadori di Rivoli, alle porte di Torino, mi ha dato una lezione. Il mio doveva essere un viaggio di andata e ritorno per presentare il mio romanzo L’ultima neve alla masseria. E’ stato un viaggio di sola andata per imparare che, nel tempo del ciclone digitale e social, il libraio fa ancora la differenza, perché non è un negoziante. Si va oltre l’insegna della libreria o il catalogo in vendita. Sono proprio i librai come Antonella a trasformare un punto vendita in un salotto, in cui le pagine di un libro si annusano attraverso la conversazione.

Pensavamo di aver abbattuto dei processi nella giungla dei mega store online con i libri che bussano alla nostra porta di casa. Invece ripercorriamo la strada al contrario. Torniamo noi tra gli scaffali di una piccola libreria a bussare alla porta di quei chili di carta che hanno i sogni a forma d’inchiostro. Tornare a fare un viaggio in libreria è una grande occasione per il lettore, ma anche per l’autore. Ogni presentazione è un evento unico ed irripetibile perché la platea è sempre diversa, il dibattito prende pieghe imprevedibili ed escono fuori riflessioni che aiutano lo stesso autore a sprofondare meglio in ciò che ha scritto.

Ci sono poi lettori speciali che, attraverso la lettura di una pagina del tuo libro, possono aiutare un autore emergente come il sottoscritto a prendere coscienza dei riverberi che ci sono negli angoli nascosti della storie lasciate su un foglio di carta. A Rivoli è successo con la lettura emozionante del capitolo Silvio il guardastelle. La voce non era di un attore, ma di un lettore appassionato e sensibile come Rinaldo Ambrosia dell’Associazione torinese Formeduca. L’intervento di Rinaldo ha provocato una riflessione: ci sono lettori che hanno il potere di denudare il dolore che ogni autore, sconosciuto o popolare che sia, si porta dentro e diventare proprio loro “i guardastelle” della pagina sconfinata tra il diluito di chi scrive e il concentrato emotivo di chi legge.

Non avrei mai pensato che scrivere un libro diventasse un pretesto per ricominciare a viaggiare, ritrovando luoghi e persone che assomigliano molto a quelli del Sud del mio protagonista. E forse una piccola verità è svelata nella dedica lasciata a Maria. Ci sono persone speciali che “a distanza diventano angeli custodi dei nostri sogni”. Riconoscerle è la vera conquista di chi fa il mio lavoro.