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Gianna Chillà e Debby Lou, le “escluse” di The Voice of Italy senza “il cognome” alle spalle

Rosario PipoloCon la bomba ad orologeria del “televoto” a The Voice of Italy siamo entrati ufficialmente nell’inevitabile tunnel di malessere e malumore. A risollevarci dallo sconforto potevano essere “i coach” ma per fortuna le loro scelte “infelici” non sempre coincidono con quelle del popolo dei social network. Noemi manda a casa Gianna Chillà, l’indiavolata Janis Joplin romana, e J-Ax butta nelle fiamme Debby Lou per tenere stretto a sé la garbata Carolina Russi.

A questo punto, come direbbe un mio compaesano, “la domanda nasce spontanea”: Gianna e Debby, nella logica che mette in moto la miccia nel Belpaese, sarebbero andate avanti nel talent show musicale con “un cognome” diverso? Nel bel mezzo dell’ultima puntata di The Voice of Italy scopriamo con imbarazzo che Carolina è figlia di una mitica speaker radiofonica. Si tratta di Anna Pettinelli, che tra l’altro adoro, perché mi riporta ai tempi dell’infanzia con la pausa musicale di Discoring, all’interno del contenitore di Domenica In.

I dubbi restano così come l’amarezza che, all’avvicinarsi del “verdetto”, può fallire persino il coach dal pellicciotto di “anarchico” e “indipendente”, finendo tra le grinfie del condizionamento.
Mi torna in mente una bella intervista fatta ad Annie Lennox, in cui l’ex Eurythimics mi disse: “Non credo nei talent show. Sono solo uno stress emotivo inutile per tantissimi ragazzi”.

Sono convinto che se Gianna Chilla e Debby Lou organizzassero una settimana di vacanza insieme a Nashville, troverebbero la strada del meritato exploit. Negli USA i talent scout esistono per davvero e lì non serve “il grado di parentela” per salvarsi sull’orlo del precipizio. Ve le immaginate Gianna e Debby duettare in strada nella capitale del Tennessee con la loro grinta ed energia? Finirebbero subito in uno studio di registrazione.

Tornando a The Voice of Italy, Gianna Chillà si sarebbe salvata se avesse avuto come coach il compianto Rino Gaetano. Lui avrebbe riconosciuto in lei la sua “Gianna” che “non cercava il suo pigmalione e difendeva il suo salario dall’inflazione”.

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Alleluja, Suor Cristina! Habemus la Sister Act italiana di The Voice of Italy

Rosario PipoloDurante l’intervista di qualche anno fa a Milano, a proposito della popolarità di Sister Act Whoopi Goldberg fece un inciso: “Quella suora è un personaggio ancora amato perché ha fatto venir fuori la parte migliore di sé, fregandosene dei tabù”. E così sia. Guardando la popolarità di suor Cristina, la star canterina di The Voice of Italy che sta facendo su YouTube il giro del mondo, vien da dire che quella di Whoopi sembra oggi una profezia.

La monaca canterina italiana, dopo aver mandato a far benedire il cliché della suorina riservata e chiusa chissà in quale convento, se ne sbatte dei tabù ed esce allo scoperto. Canta, punto e basta. E’ semplicemente una donzella che, dopo essere entrata a far parte dell’ordine delle Orsoline nel 2008, continua a coltivare la sua passione: il canto. Dopo un anno di pontificato di Papa Francesco, Raidue si gioca l’asso nella manica e fa in modo che The Voice of Italy dia una bella sgomitata ad X Factor, l’altro talent concorrente.

Questa volta “non è l’abito a far la monaca” ma voce, stile e la curiosità di vedere “una pinguina” ancheggiare su un palco. Tacciano i bigotti e i conservatori, nascosti sotto la cupola di San Pietro. Si erano convinti che “la svitata in abito da suora”, rinchiusa nel popolare film di Emile Ardolino, fosse una bizzarra follia del cinema. Invece ecco spuntare quello che potrebbe essere il personaggio televisivo dell’anno, o meglio l’ugola inviata dal Padreterno per abbassare la temperatura della diffidenza nei confronti delle pinguine.

Suor Cristina riscatta la sua categoria e sarebbe un vero peccato se restasse una macchietta che palleggia da una bacheca di Facebook all’altra. Noi vorremmo invece che questa Sister Act italiana ci ricordasse le tante “suore di frontiera” che, negli angoli sperduti del mondo,  cantano con la voce dell’operosità e mettono a rischio la propria vita a servizio degli ultimi, degli emarginati, dei dimenticati. Non è poi così banale rammentarlo.

Alleluja, suor Cristina!

Musica da talent: Gianna Chillà e Daria Biancardi, voci regali di The Voice of Italy

Rosario PipoloIn Italia non abbiamo la cultura dello scouting musicale nei locali. Gli Stati Uniti ce lo hanno insegnato ma noi facciamo orecchie da mercanti. Qualche volta dal trash dei talent show esce qualcosa di buono. Dalla prima puntata di The Voice of Italy, il programma televisivo di Raidue, sono sbucate fuori due vocalità incredibili: Gianna Chillà e Daria Biancardi.

La prima è una Janis Joplin indiavolata tutta italiana; la seconda ha una vocalità con schizzi black, molto intensa. Sulla pagina facebook di Gianna, intitolata “Janis is Alive”, è chiaro che il suo percorso omaggia l’angelo blues caduto in volo della storia del rock. La Chillà è “la regina scalza” di questo primo round, anzi potrebbe esserlo per tutte le puntate The Voice of Italy. Spacca tutto, ha un’energia sorprendente, padrona della sua voce la gestisce con mille acrobazie.

Daria Biancardi, nonostante sia stata svezzata nella sua Palermo con panelle e arancini, assomiglia a una di quelle singer  incrociate nel Village della Grande Mela. Daria è newyorkese nell’anima vocale, ha una sua personalità, la black music le scivola bene addosso ma può allenarsi ed arrampicarsi su altre cime.

Due gran belle voci ce le portiamo a casa. Adesso bisogna trovar loro dei gran bei pezzi e fare in modo che, finita la primavera di The Voice of Italy, Gianna e Daria non tornino ad essere due voci qualunque, disperse nel supermecato musicale italiano dell’omologazione.