Ci arrivo per caso in questo posto magico, come se l’intuito del viaggiatore, che ha fatto della musica la colonna sonora dei miei vagabondaggi, tracciasse ogni spostamento.
Il nonno di Akhil, insieme a me in questa foto, fece il sitar al Ravi Shankar che a sua volta portò qui i Beatles nel ’66. Suo padre ha realizzato sitar per George Harrison fino al giorno della sua scomparsa.
Il mio primo viaggio in India, fatto di musica e immaginazione, lo tracciò proprio il suono del sitar di George Harrison che mi portò alla scoperta della discografia e delle sonorità del maestro Ravi Shankar. Tra le quattro mura di Rikhi Ram sai di non essere in un posto qualunque, perchè la polvere di stelle della memoria sa farti ritrovare chilometri e chilometri della strada del tempo, come se ci fossi stato anche tu.
Akhil mi mostra la collezione di sitar, apre la scatola di vecchie foto in bianco e nero che ritraggono suo padre e suo nonno con i grandi musicisti, mi fa sentire il suono dello strumento, facendomi scoprire lo stupore dell’impronta dell’artigianalità dentro ogni centimetro quadrato del legno lavorato.
I Beatles e la loro musica hanno accompagnato gli ultimi trent’anni della mi vita, ispirando tanti miei viaggi. Akhil lo ha capito appena ho messo piede nel suo negozio. C’è qualcosa di me che è rimasto lì. Non sono passato più a riprendermelo.
George Harrison è stato come un figlio per me. (Ravi Shankar)
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