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El camino di Soler
El camino di Soler

Il nuovo vinile di Alvaro Soler non è soltanto un pretesto per farci ballare ma anche riflettere. El camino è un disco che mette in discussione la nostra relazione con il digitale e invita i giovani a ritrovare la fede nella natura.

L'orazero
L'orazero

19 brani in un doppio vinile costituiscono il nuovo album in studio di Renato Zero. In occasione dei suoi 75 anni l'orazero è un'esplorazione di storie di vita alla maniera in cui il buon Renato ci ha abituati.

Wish You Were Here 50th
Wish You Were Here 50th

Il cinquantesimo anniversario di uno dei dischi iconici dei Pink Floyd, Wish You Were Here, lo festeggiamo con un triplo vinile. Oltre al nuovo remix dell'album originale, ci sono altri due LP di versioni alternative, demo e rarità.

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Palestina 2022
Palestina 2022

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Claudia Cardinale Attrice

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Ezio Bosso Compositore e pianista

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Jane Goodall Etologa e antropologa

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I 50 anni di Goldrake e tanto rumore per nulla in tv sulla RAI

Goldrake, il famoso robottone che ha incantato la mia generazione e non solo, spegne 50 candeline. Il 5 ottobre 1975, infatti, la televisione giapponese trasmetteva il primo episodio dell’anime fortunato creato da Go Nagai e trasformato dalla Toei Animation in un piccolo gioiello dell’animazione nipponica.
Perché tutto questo rumore per la rimessa in onda di tutti gli episodi da parte della Rai?

TANTO RUMORE PER NULLA IL RITORNO SU RAI 2

Goldrake ritorna in televisione su Rai 2 e questo “giavellotto nostalgico” testimonia la devozione della mia generazione a Atlas Ufo Robot, che ha avuto il merito indiscusso di farci sfidare le sorti dell’infanzia con riflessioni da adulti.
La messa in onda? Tanto rumore per nulla, perché è dal 2018 che godiamo di tutti gli episodi televisivi, inclusi gli inediti, magnificamente restaurati con il doppiaggio originale e custoditi in tre preziosi cofanetti in blu-ray pubblicati da Yamato Video. Insomma, per noi apostoli di Duke Fleed non c’è ciccia, niente di nuovo. Resta il rewind sul tasto di infanzia e adolescenza di rivedere i primi due episodi sul piccolo schermo, ops “grande schermo” visto che ormai nei soggiorni di casa nostra ne campeggiano di versatili e giganti.

LA LEZIONE DI GOLDRAKE 50 ANNI DOPO

Go Nagai, fumettista e animatore del Sol Levante, papà di Grendizer (questo il nome in giapponese), ha anticipato temi del mondo contemporaneo, dal nuovo rapporto dell’uomo con le macchine alle ossessive invasioni della tecnologia dei giorni nostri, dalla desolazione e traumi del Giappone post-atomica alla ricerca poetica di un legame tra esseri umani e extraterrestri come Spielberg avrebbe fatto magnificamente  qualche anno dopo al cinema in “Incontri ravvicinati del terzo tipo.”
Durante il mio viaggio della memoria a Hiroshima, per onorare il ricordo delle vittime dell’olocausto dell’atomica, ripensai a Goldrake e ai suoi personaggi. La statuina dipinta del protagonista, Actarus, da una mensola del soggiorno di casa mi ricorda una piccola verità. Ciascuno di noi da piccolo è stato Duke Fleed, come me che fregavo a mia madre lo stendibiancheria su un balcone alla periferia di Napoli e immaginavo di guidare Goldrake in viaggio nello spazio.

GOLDRAKE ESISTENZIALISTA E IL DOLORE DELLA SEPARAZIONE

Il 5 ottobre, specchiandomi nel primo episodio di Ufo Robot trasmesso da Rai 2, aspetterò che la porta di casa si apra come allora e papà rincasi da lavoro indossando la sua tuta blu da supereroe. Del resto, esattamente cinquant’anni fa, nella sofferta decisione del protagonista Duke Fleed di ritornare sul suo pianeta, abbiamo intravisto lo stratosferico dolore della separazione dalle persone che abbiamo amato.
Il Goldrake esistenzialista di Nagai ci lascia una speranza: ritrovare le persone amate un giorno, in groppa a Atlas Ufo Robot tra le stelle luminose dell’universo, nell’ultimo viaggio che noi ostinati sentimentali, fuori dal branco, continueremo a chiamare eternità, senza darci mai per vinti.

3 poesie contro l’indifferenza al genocidio in Palestina

Il mio cuore da viaggiatore continua a battere forte per la Palestina, in ricordo della mia esprienza di viaggio lì nel 2022, dove ho creato un un legame speciale con i palestinesi.
In questi giorni di atrocità furibonda a Gaza tra morte e dolore, mi tornano in mente 3 poesie da leggere come una preghiera, per mortificare l’indifferenza al genocidio in Palestina.

CARTA D’IDENTITA’ DI MAHMUD DARWISH (1964)

Prendi nota
sono arabo
carta di identità numero 50.000
bambini otto
un altro nascerà l’estate prossima.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
taglio pietre alla cava
spacco pietre per i miei figli
per il pane, i vestiti, i libri
solo per loro
non verrò mai a mendicare alla tua porta.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
mi chiamo arabo non ho altro nome
sto fermo dove ogni altra cosa
trema di rabbia
ho messo radici qui
prima ancora degli ulivi e dei cedri
discendo da quelli che spingevano l’aratro
mio padre era povero contadino
senza terra né titoli
la mia casa una capanna di sterco.
Ti fa invidia?
Prendi nota
sono arabo
capelli neri
occhi scuri
segni particolari
fame atavica
il mio cibo
olio e origano
quando c’è
ma ho imparato a cucinarmi
anche i serpenti del deserto
il mio indirizzo
un villaggio non segnato sulla mappa
con strade senza nome, senza luce
ma gli uomini della cava amano il comunismo.
Prendi nota
sono arabo e comunista
Ti dà fastidio?
Hai rubato le mie vigne
e la terra che avevo da dissodare
non hai lasciato nulla per i miei figli
soltanto i sassi
e ho sentito che il tuo governo
esproprierà anche i sassi
ebbene allora prendi nota che prima di tutto
non odio nessuno e neppure rubo
ma quando mi affamano
mangio la carne del mio oppressore
attento alla mia fame,
attento alla mia rabbia.

SE IO DOVRO’ MORIRE DI RIFAT AL-AREER (2023)

Se io dovrò morire,
tu dovrai vivere

per raccontare la mia storia
vendere le mie cose
comprare un pezzo di stoffa
e qualche filo
(magari bianco con una lunga coda)
così che un bimbo, da qualche parte a Gaza
mentre fissa il cielo
in attesa di suo padre
– morto all’improvviso senza dire addio
a nessuno
né alla sua pelle
né a se stesso –
veda il mio aquilone
quello che tu hai costruito
volare alto
e pensare, per un attimo, che sia un angelo
a riportare amore.
Se io dovrò morire,
che porti allora una speranza
che la mia fine sia un racconto.

RAMADAM DI MOSAM ABU TOHA (2024)

Seduti attorno a quel tavolo, mancano le sedie
dove il venerdì si accomodavano mia madre, mio padre,
e la mia sorellina,
dove i miei fratelli e i loro figli
bevevano tè al tramonto quando venivano a farci visita.
Non è rimasto più nessuno. Nemmeno il tramonto.
Nella cucina, manca il tavolo.
Nella casa, manca la cucina.
Nella casa, manca la casa.
Rimangono solo macerie, in attesa di un’aurora.

Cartolina dal Sud: buone vacanze, zia Teresina!

Cosa succede se la tua zia anziana non ne vuole sapere di andare in vacanza? Non la lasci sola, anzi ti prendi cura di lei. Stamattina il postino mi ha recapitato una bella cartolina dal mio Sud Italia: un selfie spontaneo che ritrae Francesco insieme a zia Teresina.
Dopo aver lasciato bruciare nell’insulso falò della vanità centinaia e centinaia di selfie che popolano i social, ho scelto questo scatto per augurarvi buone vacanze.

FRANCESCO E TERESINA IN UNA STORIA DI ALTRI TEMPI

Questa foto racconta una storia: quella di un nipote del nostro Mezzogiorno che, per il quarto anno consecutivo, rinuncia alla spiaggia, a una bella vacanza al mare, per prendersi cura della zia. Da quando ha perso la mamma, Francesco non se la sente di partire e lasciare sola questa anziana signora.
In un tempo in cui siamo arrivati al punto di mollare nostro figlio in aeroporto con il passaporto scaduto, pur di non perdere il volo per la vacanza, quella di Francesco e Teresina sembra una storia di altri tempi da mettere in soffitta.

STORIE DI VITA LONTANO DAL BADANTISMO

No, piuttosto in soffitta lasciamo ammuffire pinne, fucili e occhiali, perchè prendersi cura di un anziano di questi tempi balordi merita una medaglia al valore. Ormai deleghiamo tutto e il badantismo è diventato l’ancora di salvezza.
Eppure nelle estati dell’infanzia ho imparato che gli anziani sono una risorsa immensa e trascorrere tempo prezioso con loro è una grande ricchezza. Quante storie di vita potrebbe donarci zia Teresina, attraversando la sua Italia in bianco e nero, fatta di pudore e dignità, povera ma bella, lontana dalle speculazioni di questa estate infame: c’è chi vorrebbe farti pagare un lettino e un ombrellone 50 euro, c’è chi specula su un caffè e un gelato per un bimbo, c’è chi ci ha rubato la nostra villeggiatura per stressanti mini vacanze mordi e fuggi inghiottite dalla ridicola smania di apparire che ci rende, più o meno tutti, ridicoli “selfie-megalomani”.

Buone vacanze, zia Teresina, con quel pizzico di sentimentalismo che non è nostalgia canaglia. Si tratta piuttosto di avere carattere, proprio come tuo nipote Francesco, che non si imbarazza ad essere sé stesso. Le radici affondano nell’anima e ci sollevano dall’immondezzaio dei nostri tempi che vorrebbero condannarci a vivere come fotocopie, anche nella bella stagione estiva.

Buone vacanze, zia Teresina.

5 canzoni d’estate da ricantare in spiaggia

La musica rende briosa la nostra estate, comunque vada. Ci sono canzoni italiane che appartengono a più generazioni e noi non smetteremo di cantare mai sotto l’ombrellone o guardando le stelle della Notte di San Lorenzo. Ecco 5 tormentoni italiani per la “bella stagione”.

1. Sapore di mare

Dal 1963 ne è passata di acqua salata sulla pelle di più generazioni. Gino Paoli ha lasciato un classico ha tutte le generazioni. Stonata con la chitarra insieme agli amici davanti a un falò o ascolta in cuffia sotto l’ombrellone, Sapore di mare non ha bisogno di menzioni speciali. Gli evergreen sfidano il tempo.

2. Acqua azzurra, acqua chiara

Vi rendete conto che questo gioiello firmato da Lucio Battisti e Mogol ha più di mezzo secolo? Accipicchia direte voi, ma Acqua azzurra, acqua chiara resta un tormentone estivo per tutte le età. Questo brano è stato scritto in Salento e chissà se allora si immaginava che nello stesso luogo, decenni e decenni dopo, l’affitto di un ombrellone e sdraio sarebbe costato anche 50 euro al giorno!

3. Un’estate al mare

Inno delle estati degli anni del riflusso resta Un’estate al mare, cantata da una delle voci italiane più intense: la compianta Giuni Russo. Mentre questo tormentone, scritta da grande Franco Battiato, spopolava nei juke box dell’estate 1982, la nostra Nazionale italiana guidata da Bearzot vinceva i Mondiali di Calcio in Spagna.

4. Tre parole

Valeria Rossi, ormai dimenticata da tutti o quasi, ha lasciato un segno tra i tormentoni estivi del nuovo millennio. Tre Parole, uscita nel 2001, ci rinfocillava nelle sere d’estate ballerine con la ricetta della felicità racchiusa in tre parole: sole, cuore e amore. E a voi quella ricettina ha portato bene?

5. Mille

Non bisogna andare così lontano per ricantare un tormentone che, in 24 ore dalla pubblicazione, si è guadagnato un milione di visualizzazioni in streaming. Cosa ci faceva nell’estate del 2021 la vintage Orietta Berti sotto il braccio di Achille Lauro e Fedez?
Mille è stato un gioco da ragazzi che ha funzionato benissimo, dando vita alla nuova stagione dei tormentoni estivi. Non tutte le ciambelle riescono con il buco e chi ci ha provato dopo non ha raggiunto lo stesso successo!