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Vinyl Mania 2024

Sotto la puntina del giradischi

La rinascita di Cremonini
La rinascita di Cremonini

Alaska Baby è il nuovo album di Cesare Cremonini che arriva in un doppio LP. Dalla redenzione al perdono tutto confluisce nel manifesto musicale della "rinascita."

Gassa Mina
Gassa Mina

Gassa d'amante è il nuovo vinile di inediti di Mina, un gioco libero di stili e generi musicali in quella libertà artistica che rende ancora speciale l'ottantenne Tigre di Cremona.

La terra di Carmen Consoli
La terra di Carmen Consoli

Terra ca nun senti è il nuovo LP di Carmen Consoli che ha omaggiato la sua adorata Sicilia con un live emozionante a Siracusa. Un doppio LP documenta quella serata memorabile.

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Asia 2024 - 65 giorni in 8 Paesi

Laos
Laos

Perdersi nel piccolo villaggio di Lanten

Thailadia
Thailadia

A Karen Village con i rifugiati della Birmania

Cambogia
Cambogia

A Phnom Penh con il centenario capo supremo dei monaci cambogiani

Indonesia
Indonesia

La Porta del Paradiso nell'isola di Bali

Testimoni del Tempo

Virgolette

Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate.

Albert Camus
Albert Camus Scrittore

Torniamo all'antico e sarà un progresso.

Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi Compositore

Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo.

Gustave Flaubert
Gustave Flaubert Scrittore

Blog

Ultimi Articoli

65 giorni in viaggio nel Sudest asiatico

Sessantacinque giorni in viaggio nel Sudest asiatico mi tornano in mente uno per uno nel volo di ritorno. I volti dei miei compagni di viaggio, lasciarsi trasportare dal “tragitto” senza le ansie della meta finale, quasi 70 tappe che hanno dato forma a questo pellegrinaggio poetico tra terra, cielo e mare.

DA SINGAPORE AL LAOS

Migliaia e migliaia di chilometri alla Forrest Gump in posti che sono stati casa mia nel flirt tra passato e futuro di Singapore; dal finestrino di un treno dove ho raccolto l’Indonesia da Bali a Java; nel ricordo televisivo e letterario del Sandokan di Salgari che mi ha spinto laggiù in Malesia; nell’omaggio a un popolo che mi sta particolarmente a cuore, i Filippini, attraverso la scoperta delle Filippine tra sorprese e bellezze nascoste lontano dal turismo di massa; nel Vietnam tra paesaggi, memorie belliche e tante meraviglie da Nord fino all’estremo sud del Delta del Mekong; nelle scorribondande attraverso la Cambogia e il miracolo del Parco Archeologico di Angkor Wat (quando vi decidete a eleggerlo tra le meraviglie del mondo?); nella Thailandia tra il mare del Sud, i templi del centro e le montagne del Nord; nella rivelazione del Laos, uscito con discrezione e senza smancerie come da un vecchio film del neorealismo.

VIAGGI DELLA MEMORIA

Il viaggio nel viaggio è stato nei miei “viaggi della memoria” desiderati e realizzati: dal tributo alla memoria delle vittime dell’attentato terroristico di Bali del 2002 al richiamo degli orrori della Guerra del Vietnam tra luoghi, incontri con rifugiati politici, la mia amata Saigon e i tunnel di Cu Chi con il rumore delle bombe di “Apocalypse now” nella mente, dallo spettrale museo del genocidio in Cambogia all’incontro con i rifugiati politici in Thailandia scappati dalla dittatura militare della Birmania a metà degli anni ’90. Infine, da un ex forte militare in Laos ho pianto in silenzio i morti per le bombe sganciate dagli americani qui, che sono state più di quelle in Vietnam ma nessuno ne parla. 

RISVEGLIO DELLA COSCIENZA CIVILE

Svegliare dal torpore la coscienza civile è stato il filo conduttore di questo pellegrinaggio laico. La navigazione del Mekong in Vietnam, Thailandia e Laos è stata la mia sentinella così come la spiritualità e le preghiere nei templi del Sud-Est asiatico mi hanno restituito il ricordo dei miei cari defunti, ritrovati nel volo suggestivo delle lanterne tra i cieli thailandesi di Chiang Mai. A Giacarta, nel giorno del mio onomastico, ho ritrovato la mia professoressa Rosalba Caruso e il dono di un racconto di Buzzati. Entrato nella cattedrale della capitale indonesiana, mi sono sentito illuminato come il protagonista di “L’arcivescovo e il suo segretario”, che pensava di essere solo ma non lo era. Ho messo alla prova l’altruismo delle persone incontrate dandomi varie identità per tutelarmi, raggiungendo il culmine nel Nord della Thailandia: alleggerito dopo aver lasciato il bagaglio a Bangkok, sono entrato in un ristorante e ho chiesto un sacco di immondizia gigante. Ho infilato tutto il necessario lì dentro in modo che da viaggiatore diventassi un vagabondo di nome e di fatto.

GRAZIE

Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questi 65 giorni, un grazie speciale a mia moglie Luisa per il supporto e per aver capito quanto questa lunga assenza da casa diventasse presenza nel viaggio della (ri)scoperta e della (ri)nascita. Un grazie di cuore a una famiglia speciale delle Filippine. Grazie a Glaiza, Karen , Ariel e nonna Corazon per l’accoglienza e avermi fatto sentire uno di voi nel vostro Paese a cui mi sento particolarmente legato. Grazie a chi mi ha tenuto compagnia atteaverso la finestra dei canali social. Da un viaggio così non si può tornare più come prima.

RADICI

Mi allontano volentieri su una zattera dalle imposizioni, dallo stress, dalla routine della quotidianità con la consapevolezza che un pezzo del mio Natale me lo ha regalato in anticipo Giacarta il mese scorso: la vista commovente di un mendicante disteso su una panchina a cui gli uccelli tenevano compagnia. Avvicinandomi mi sono reso conto che era una bella scultura e quell’uomo aveva il volto di Gesù. Su quella panchina ho ritrovato le mie radici cristiane, italiane, europee, di cui non smetterò mai di essere orgoglioso.

Michaela, papavero per l’eternità tra noi narcisi

Michaela (DePrince all’anagrafe americana) non abbiamo sentito il tuo ultimo passo di danza perché troppo affaccendati, di corsa, mentre alla tv i Trump e le Harris duellano e se le danno di santa ragione.

Hai scampato la morte nella tua terra natale, nello scenario sanguinario della guerra civile in Sierra Leone passata inosservata persino a quelli della mia generazione con un piede di gioventù dentro gli anni ’90.

TU SPLENDI COME SIRIO

Dall’Africa occidentale agli Stati Uniti d’America presa per un capello dall’amore della tua nuova famiglia, tra rinascita e crescita, nello slancio artistico che ha fatto di te una stella luminosa della danza.
Non un’etoile, narcisa e snob come tante, bensì una stella appartata come Sirio, il cui fascio luminoso spesso passa inosservato di fronte alla bellezza dominatrice di Venere o della Luna.

CHI E’ NERO E’ DESTINATO A NON AVERE VITA FACILE

Ad Harlem hai imparato una cosa: chi è nero è destinato a non avere una vita facile. Lo ha capito persino l’America degli slogan elettorali alla “Yes, You Can” o quella nostalgica dei sermoni di Martin Luther King. Io l’ho capito con delusione nell’estate del ’92, su una panchina di Central Park, mentre nel tuo angolo d’Africa colava sangue, i guerriglieri abusavano di bambini e facevano scomparire uomini, donne, anziani. Su quella panchina mi dissero : “Ad Harlem non ci puoi andare, sei un bianco, ti fanno la pelle. Vacci con con un tour organizzato.”

PAPAVERO TRA NOI NARCISI

In una domenica americana della scorsa estate, mentre partecipavo ad una messa cantata in una chiesa imboscata di Harlem, pensavo a quelli come te vittime di sberleffi, insulti razziali. Persino “la vitiligine” sulla pelle di colore può trasformarsi nel bersaglio del guardone frustato che, sul divano di casa, con lo smartphone in mano prova a sentirsi padrone del mondo.

Perdonami, a cinquant’anni neanche io so più a chi credere. Respira leggera e danza tenendo per mano mamma Elaine, volata in cielo insieme a te. C’è una lucciola accesa in questa estate invernale. Sei stata speciale per pochi o tanti, non importa. E a noi che ti abbiamo voluto un pezzettino di bene resta il tuo bisbiglio che morde le nostre coscienze assuefatte: “Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di narcisi.”

Alain Delon in 5 citazioni

Addio ad Alain Delon (1935-2024), il principe della bellezza al cinema, tra polemiche, faide ereditarie e fedeltà ai suoi cani: si farà seppellire insieme ai suoi amici a quattro zampe nella meravigliosa tenuta a un centinaio di chilometri da Parigi. Quale modo migliore per ricordarlo se non attraverso le sue parole?

Felicità


Ho conosciuto tutto e ricevuto tutto dalla vita, ma la vera felicità è donare.

Premi

I premi alla carriera ti fanno capire che hai un piede nella fossa.

Attore

Io non sono una star: sono un attore. Ho combattuto per anni per far dimenticare alla gente di essere un bel ragazzo con un bel viso: è una dura lotta, ma ci riuscirò.

Tempi moderni

La vita non mi dà più molto. Ho conosciuto tutto, ho visto tutto. Ma soprattutto, odio questa epoca, la rigetto.

Amore

In amore si deve osare tutto se si è innamorati.

3 serie tv cult di Netflix da vedere almeno una volta nella vita

Netflix, la piattaforma americana di streaming più famosa del pianeta, ha frantumato il perimetro del piccolo schermo tradizionale. Negli ultimi dieci anni ci ha offerto serie televisive che hanno lasciato il segno.
Non siete stati ancora in Spagna, Corea del Sud o Gran Bretagna? Prendete il telecomando, radunate un gruppo di amici per una bella maratona e buon viaggio.

LA CASA DI CARTA

Netflix e la Spagna alla riscossa con La casa di carta (2017-2021), una delle serie tv più amate che in 48 puntate ha conquistato il pubblico di mezzo mondo. Non mi dite che non avete sentito dei colpi alla Zecca di Stato e alla Banca Centrale a Madrid per opera di folli rapinatori mascherati da Dalì e capeggiati dal geniale Professore Salvador?
Gli episodi sono da mandar giù tutti d’un fiato e in una decina di giorni riuscite a farli fuori tutti, o quasi. I protagonisti, interpretati da un cast di alto livello, si portano con loro storie di vita intriganti e commoventi che filano un plot pieno di colpi di scena. Così questa ciurma di criminali, agli occhi dell’opinione pubblica, diventerà uno nuovo squadrone di “partigiani” alla ricerca della libertà lontano dalle logiche di potere e dalle contraddizioni dello Stato. La versione spagnoleggiante della nostra antifascista Bella Ciao sarà un vero hit della colonna sonora, con impliciti riferimenti agli anni bui della Spagna franchista.
La casa de papel, questo è il titolo originale, ha dato via allo spin-off Berlino (2023) del quale è disponibile già la prima stagione interpretata dal bravissimo Pedro Alonso.

SQUID GAME

Netflix vi farà preparare il bagaglio per un viaggio in Corea del Sud con Squid Game (2021), la pluripremiata e criticata serie tv. Nove episodi mozzafiato da vedere in una giornata scritti e diretti magistralmente dal sudcoreano Hwang Dong-hyuk. Con un ottimo cast asiatico, Il gioco del calamaro – questo è il titolo tradotto in italiano – ha alzato un polverone di polemiche ovunque perché colpiva il target fragile adolescenziale, istigandolo ad uccidere.
Cosa succede se c’è in palio un premio da quasi 5 milioni di dollari per partecipare a un gioco spietato dove vince chi prevarica sull’altro, ammazzando tutti gli altri concorrenti? Una fotografia contemporanea che denuncia la sfrenata competetività che sta mettendo tutti noi stupidi essere umani gli uni contro gli altri. Chi guarda la serie con il solo focus del game si perde il risvolto critico verso la società sudcoreana e i suoi fallimenti di politiche sociali tra collassi economici e inflazione sulla coda del ‘900.
Squid Game ha il merito di far tornare a galla la rinascita della cinematografia coreana tra stile e poesia a partire dagli anni ’90, da A Petal di Jang Sun-Woo al più recente Parasite di Bong Joon-ho.

BLACK MIRROR

Black Mirror (2011-2023) è tra le serie tv più longeve trasmesse da Netflix e ogni episodio è autoconclusivo. Pertanto, potete mandarli giù come mini film di poco più di un’ora nell’ordine che volete. Un viaggio in Gran Bretagna per la maggior parte delle sceneggiature che affrontano il tema dell’invasione delle nuove tecnologie e l’impatto che stanno avendo sulle nostre vite.
Black Mirror è una vera e propria sfera di cristallo perché diverse puntate sono state profetiche rispetto ai tempi con finali che ci hanno lasciato a bocca aperta.
Le prime due stagioni, arrivate in Italia tra il 2012 e 2013, sono quelle rimaste nel cuore degli appassionati: girate a budget ridotto attirano per quella fotografia grezza che, solo in apparenza, li fanno apparire come dei vecchi B-Movie. Ecco la mia playlist da “vedere assolutamente”: The National Anthem (Stagione 1), Be Right Back (Stagione 2), White Christmas (Speciale 2014), San Junipero (Stagion 3), Black Museum (Stagione 4), Striking Vipers (Stagione 5) e Joan is Awful! (Stagione 6).
In tutto questo tempo Black Mirror è cambiata molto passando dalle remote minacce dei social network a quelle più attuali dell’Intelligenza Artificiale, che può rendere l’unicità della persona umana nella frantumazione di uno, nessuno e centomila. Le riflessioni abbondano, nonostante la serie abiba perso la fragranza degli esordi, così come i dubbi su ciò che sia etico.