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Vulcano Fagradalsfjall, Islanda

Viaggio in Islanda: trekking sul nuovo vulcano di Fagradalsfjall

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Fare trekking sul vulcano di Fagradalsfjall, la cui eruzione del 2021 ha fatto il giro del mondo, è stato uno dei momenti più emozionanti del mio viaggio in Islanda. In realtà questo vulcano distante soltanto poco più di cinquanta chilometri da Reykjavik si è fatto una bella dormita di quasi nove secoli.
Come mi ha ricordato Albert, la mia guida, l’isola è in continua trasformazione e i terremoti, che l’anno scorso hanno fatto ballare gli islandesi per diversi mesi, hanno segnato il risveglio del dormiente con la fuoriuscita di un nuovo cratere.


MONTAGNA DELLA BELLA VALLE DEI CASTRATI

Il trekking verso il cratere è di quasi quattro chilometri. A fine maggio il luogo è di una suggestione unica, c’è pochissima gente e la desolazione dell’ambiente procura al viaggiatore sbalzi emotivi. Non so quante volte ho dovuto trascrivere Fragradalsfjall sul taccuino prima di imparare questo nome che letteralmente significa Montagna della bella valle dei castrati.
Mi incammino a passo sostenuto e non smetto neanche per un secondo di godermi il tragitto. C’è una spianata immensa, mi riporta all’on the road negli USA in New Mexico, nei pressi del fiume Rio Grande, dove avevo ritrovato gli scenari dei film Western di John Ford e Howard Hawks.

LAVA E LAPILLI TRA RICORDI D’INFANZIA

Prima di arrivare al cratere, finisco in un’immensa colata di lava che ha creato un solco. Mi sembra tutto così surreale. Prendo un pezzo di roccia di lava in mano e lascio dondolare i ricordi dell’infanzia. Se nella lista del mio giro del mondo c’è l’Islanda è anche merito di un’eruzione dell’Hekla del 1981. Ricordo la lava fuoriuscire da un piccolo televisore in bianco e nero in cucina e io che temevo arrivasse fino da noi a Napoli. Papà mi rassicurava dicendomi che la distanza era tanta e intanto mi raccontava delle ceneri dell’eruzione del nostro Vesuvio del 1944.
Ora sotto i miei piedi c’è tutta l’attività del vulcano islandese. Se Fragradalsfjall facesse un brutto scherzo con una nuova sboccata di lava, da una parte potrei godere di uno spettacolo suggestivo e dall’altra quanto rischi di restare sepolto qui?

SPETTACOLO DELLA NATURA

Ecco un bellissimo video girato dalla mia guida Albert nel giugno 2021, esattamente nello stesso punto dove sarei arrivato io un anno dopo.

Tra i vulcani e la vita c’è di mezzo la saggia riflessione di uno scrittore giapponese della portata di Yukio Mishima:

La vita è un danza nel cratere di un vulcano:
erutterà ma non sappiamo quando.

Cascata Gullfoss, Islanda

Incanto d’Islanda: La cascata di Gullfoss, batticuore da viaggio

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In tarda mattinana sono su un van che scorazza nel raggio di un centinaio di chilometri da Reykjavik in direzione del Golden Circle, la prima scoperta paesaggistica dell’Islanda occidentale. In realtà il Circolo d’Oro è un misto di parco nazionale, area geotermica e cascate. Sorseggio acqua sgorgata dai ghiacciai, sgranocchio noccioline come se fossi al cinema e dal finestrino mi godo la lunga catena montuosa.

TUTTO SI TRASFORMA

L’area geotermica di Geysir mi ricorda i trascorsi attraverso la Nuova Zelanda quando avvertivo le correnti calde sotto i piedi. La fumarola del gayser sputa contro il cielo come se fosse un rigetto della Madre Terra per tutti gli scempi compiuti e che pagheremo a caro prezzo ogni giorno. In realtà è tutta area vulcanica che risale a 10.000 anni fa, tempo infinito da conteggiare ma non per capire che tutto si trasforma in questa isola incredibile. Domani l’Islanda non sarà la stessa che sto vivendo.
A confermarmelo è una sosta indimenticabile nel parco nazionale di Thingvellir in cui gli andamenti vulcanici hanno portato sopra il livello dell’oceano la dorsale medio atlantica, la cui fossa è nel mezzo delle placche tettoniche che separano l’Europa dal Nord America. Una chicca unica apprezzata anche da chi mastica gli elementi basilari di geologia.

LE ACQUE DI GULLFOSS, SANTUARIO NATURALISTICO

L’incanto del primo pellegrinaggio naturalistico on the road resta la cascata di Gullfoss, che mi ricorda da lontano le cascate di Iguazù spartite tra Argentina e Brasile. Patti chiari e amicizia lunga. Le cascate sudamericane sono inarrivabili e restano al primo posto nella classifica del mio giro del mondo. Gullfoss le richiama nel percorso, nelle serpentine che ci permettono di osservarle da più prospettive, godendo di uno spettacolo unico e irripetibile.
Quando ci avviciniamo, i getti d’acqua sono così possenti da travolgere l’anima del viaggiatore. Insomma, piuttosto che farvi tanti chilometri per le cascate canadesi del Niagara (la parte americana non la considero, è una diga!), ormai prepotentemente commerciali e turistiche, venite in Islanda e vedrete come, dopo aver visto Gullfoss, non vi pentirete.

Risalgo sul van con Gullfoss nel cuore, sulla strada del ritorno.

Bjork casa

Cartolina da Reykjavik: sulle orme di Björk

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La quarantanovesima capitale del mio giro del mondo è Reykjavik, la più a Nord d’Europa, da associare alla mitica Björk. Culla dell’Islanda dove volevo arrivare fin da bambino, la capitale – quanto tempo ho impiegato per impararlo a scrivere – racchiude nel suo nome il significato di baia fumosa, visto che i suoi dintorni sono zeppi di aree geotermiche.
Qui il tempo cambia alla velocità della luce e, nonostante le previsioni meteo fossero pessime, Reykjavik ha premiato il mio ottimismo da viaggiatore con tanto sole, più di quello che si vede in questo periodo in Islanda.


REYKJAVIK, ANIMA PUNK

Tanti turisti dicono che non sia un granché, ma il viaggiatore che gira a piedi fino alla sfinimento replica che sia un affascinante misto di modernità, atmosfere nordiche e, perché no, di quei retaggi storici con l’occhio lungo fino alle saghe dei vichinghi. L’anima di Reykjavik? Per me è punk e non te lo aspetteresti mai, proprio come quell’ondata di subcultura giovanile che contagiò il Regno Unito cinquanta anni fa. E poi i legami tra Islanda e Inghilterra sono stretti, anche a livello musicale, penso alle etichette discografiche indipendenti che hanno avvistato i musicisti talentuosi islandesi. Ce ne sono, eccome.

ARCHITETTURE MODERNE, SAGHE NORDICHE E PROVOCAZIONI

Mi piace iniziare a girarmela a prima mattina, al porto sorseggiando un caffè o finendo in un supermercato per trovare un panino e una coca a prezzi ragionevoli, visto che il cambio e il costo della vita per noi italiani sono una batosta infernale. Fatevene una ragione, prima di partire.
L’architettura moderna dei palazzi residenziali, le casette tipiche islandesi con le facciate dalle tinte forti, i murales sparsi qui e lì, la lunga passeggiata sull’Oceano, i piccoli angoli segreti, il parco cittadino con il suo laghetto, la scultura provocatoria dedicata alla Burocrazia (grande male dell’isola!) me la rendono tremendamente piacevole.
L’arte figurativa di Errò, il mio artista islandese preferito celebrato dal Museo d’Arte Moderna, è un ottimo modo per cominciare tanto poi, per rotolare come una pietra del tempo, c’è il Museo Nazionale d’Islanda tra un’imbarcazione vichinga e un amuleto del dio Thòr, il cui culto millenario è antecedente a quello cristiano.

NELLA VESTURBAER DI BJORK

Mi sento islandese appena mi allontano dal centro, trotto parecchio fino al quartiere di Vesturbaer. Ho avuto una soffiata, in queso periodo Björk è ritornata qui dalla casa newyorchese. Del resto se sono atterato in islanda è anche merito della sua arte musicale visionaria. Ricordo quando, tra un corso e un altro del primo anno di università nel ’93, mi registrarono su una TDK60 il primo album. Nelle prime ore pomeridiane mi affaccio al Kaffihús Vesturbæjar, una coffee house al numero 20-22 di Melhagi. Mi guardo intorno, nessuno spiffera niente, tranne una ragazza al banco da cui so per certo che Björk è andata via qualche ora prima. Viene a rilassarsi prima di andare in una piscina pubblica a pochi passi da qui. Mica come le nostre celebrità che frequentano soltanto posti esclusivi?
Giro e rigiro finisco sotto casa di Björk. Non ho di certo l’aria di uno spasimante, ma gli islandesi sono persone riservate e per loro è impensabile che io possa andare a citofonarla. Se fossimo stati nella mia Napoli, questa storia avrebbe avuto un altro finale: sarebbe sbucata la vicina che mi avrebbe “raccomandato” per bere un caffè insieme.

OCEANO-MADRE

Mi sposto e guardo incantato l’oceano, attraverso la stessa angolatura della finestra di casa. C’è vento, il sole si nasconde dietro le rincorse delle nuvole. Penso a quanto la cantautrice e compositrice di Reykjavik, fin dalla gioventù, mi abbia fatto sognare l’Islanda, un mondo sospeso finalmente vissuto in un viaggio incredibile, pieno di emozioni impreviste.
Le mie parole volano al vento e le lascio inghiottire dal suo Oceano-madre in questa gelida serata. E lì, dove si dissolve la linea dell’orizzonte, che ho incontrato davvero Bjork, a modo mio, prima che il sole di mezzanotte schiacciasse le tenebre nottambule oltre l’impavida coltre del viaggiatore.

5 consigli dal mio viaggio low cost in Islanda

All‘Islanda è toccato essere il Paese n.52 del mio giro del mondo. Ecco 5 consigli dopo il viaggio mozzafiato nell’isola europea magica e piena di sorprese


IN VIAGGIO IN ISLANDA CON REYKJAVIK EXCURSIONS

Da 50 anni hanno scritto la storia del trasporto e del turismo di Reykjavik e dintorni. Reykjavik Excursions è un marchio turistico a cui potete affidarvi appena atterate nella capitale islandese. Grazie al loro servizio Flybus (a partire da 24€ a corsa) potete raggiungere in 45 minuti Reykjavik dall’aeroporto internazionale e, con un supplemento aggiuntivo, avrete uno shuttle che vi porterà poi direttamente all’alloggio indicato.
Noleggiare l’auto in Islanda può arrivare a costare tre volte rispetto all’Italia. Partire da Reykjavik con tour organizzati in mini van con guide specializzate può essere un’alternativa intelligente e avere un buon rapporto qualità prezzo. Reykjavik Excursions vi propone 128 tour in Islanda per tutte le tasche che vi consentiranno di costruire itinerari personalizzati. Monitorate le offerte dal sito e prenotate in largo anticipo, soprattutto ora che si va verso il periodo di alta stagione.


L’AVVISTAMENTO DELLE BALENE CON ELDING WHALE WATCHING

Chi non ha mai sognato di vedere una balena? Io fin da bambino, dai tempi dell’infanzia in cui papà la sera mi raccontava a puntate la favola di Pinocchio. Affidatevi per vivere questa incredibile esperienza all’equipaggio di Elding Whale Watching. Dal porto di Reykjavik tutti i giorni partono le loro imbarcazioni per l’avvistamento delle balene. In caso il whale watching non dia i risultati sperati, Elding Whale Watching vi offre una seconda opportunità. Prenotate con anticipo sul sito. A bordo salvagente e binocolo per tutti!
Inoltre, vi consiglio anche l’avvistamento dei Puffin, buffi pennuti simbolo dell’Islanda e del Nord Europa conosciuti in Italia con il nome di Pulcinella di mare.

IN BARCA NELLA LAGUNA GLACIALE DI JOKULSARLON


Jökulsárlon, uno dei ghiacciai simbolo del Nord Europa, resta la perla del Sud dell’Islanda. Una volta arrivati in questo paradiso naturalistico, non potete fare altro che salire sull’imbarcazione di Glacier Lagoon.
Con un’esperienza di 25 anni, l’equipaggio vi porterà alla scoperta di una laguna glaciale che vi toglierà il fiato. Salvagente per tutti e se siete fortunati come me avvisterete anche delle simpatiche foche.
Vi consiglio l’Amphibian Boat Tour della durata di 35 minuti. Anche in questo caso, per non rischiare di fare un lungo viaggio a vuoto, vi suggerisco di prenotare in anticipo.

MANGIARE ISLANDESE AL REYKJAVIK ROST

Un posto delizioso e pieno di atmosfera è il Reykjavík Röst, coffee house sul porto della capitale che serve anche piatti tipici islandesi con un buon rapporto qualità-prezzo. Fatevi consigliare da Agnes, che gestisce con passione e dedizione questo localino aperto tutti i giorni dalle 8 alle 18.
Il mio tragitto nella cucina islandese è stato fatto da un assaggino di carne di squalo, un tagliere di formaggi locali accompagnato da pane abbrustolito, dell’ottimo salmone affumicato su un tappeto di pane e insalata e una birra locale accanto al camino.
Ci sono tornato anche una mattina a colazione, seduto alla finestra con vista sull’oceano. Agnes mi ha preparato un buon caffè americano e una crepe con della crema tipica islandese. A pranzo è sempe pieno, perciò meglio prenotare. Se siete in gruppo, fatelo presente!

NOSTALGIA DELLA CUCINA ITALIANA A GRAZIE TRATTORIA

Nostalgia, nostalgia canaglia della cucina italiana, che ti prende proprio quando non vuoi? Ho scoperto con il mio fiuto da reporter e viaggiatore Grazie Trattoria, un bel ristorante a Reykjavik in Hverfisgata 96, inaugurato qualche mese fa.
La passione dell’islandese Kristján Nói per il cibo italiano ha dato vita a questo ristorante dal design d’interni che esalta la nostra arte italiana e i piatti cucinati con prodotti tipici nostrani. In Islanda nella nostra amata pasta alla carbonara ci mettono pancetta e crema di formaggio. In quella da me assaggiata c’era del vero guanciale e pecorino romano proveniente dalla nostra bella Italia. Vi consiglio anche l’ossobuco con una delicata crema di polenta e, come dessert, avete l’imbarazzo della scelta tra tiramisù e panna cotta.
Infine Kristján, l’islandese innamorato della cucina italiana, mi ha fatto assaggiare il suo limoncello di cui è tanto fiero. Preparato con i limoni della Sicilia, Islenskt Limoncello è distribuito in venti ristoranti della capitale.