Memoria e commozione al Museo dell’Immigrazione di Ellis Island

IL portale immigrazione degli USA si trova all’Ellis Island. L’isolotto nella baia di New York fu tappa obbligata per tutti gli immigrati in entrata negli Stati Uniti d’America. Il ritorno al Museo dell’Immigrazione mi ha ricordato che anche noi italiani lo siamo stati.

DA LADY LIBERTY AL PORTALE IMMIGRAZIONE

L’apnea della memoria ti costringe a vedere tutto quello che c’è intorno a te attraverso un ponte che collega presente e futuro. La mia prima volta sotto e dentro la Statua della Libertà, nel lontano 1992, non fu il vezzo di uno studente. Fu il desiderio di un ventenne di allineare il proprio sguardo agli emigranti che scorgevano dalle navi, in arrivo da mezza Europa, quello accogliente e rassicurante di Lady Liberty.

ISOLA DI LACRIME E SPERANZA

Entrare nel corpo della Statua della Libertà è come rientrare nel ventre materno, dare calci al sogno antico di partire alla conquista di una nuova vita. Essere traghettato su Ellis Island, oggi casa del portale immigrazione degli Stati Uniti d’America, è cogliere un’occasione unica e irripetibile. Sì perché il Museo dell’Immigrazione è la testimonianza concreta di un Paese che fa i conti con la storia. Atto coraggioso è anche riconoscere i costruttori dell’American Dream nel lavoro di tutti gli immigrati passati fino al 1954 sull’isola di lacrime e speranza

SILENZI E MEMORIE AL MUSEO DELL’IMMIGRAZIONE

Le gigantografie fotografiche di uomini, donne, bambini, gli sguardi desolati dopo aver lasciato la terra natale, commuovono noi viaggiatori mentre ci soffermiamo nella sala a piano terra dove si registravano i bagagli degli immigrati.
L’ansia per la paura dell’espulsione cominciava nella maestosa Registry Hall dove, superati i controlli e la visita medica, si scampava il pericolo di essere rimandati indietro. Il silenzio e il vuoto di questa sala vi accompagneranno per tutto il percorso e se finirete a mangiare un hamburger nel vecchio refettorio vi sembrererà di rivedere i volti di allora. Emozioni che sentirete addosso persino nell’ultima parte di traghettata fino a Battery Park.
E lo spettrale incubo che il nostro tempo avido di futuro strappi all’improvviso queste pagine di storia? Non accadrà finché ci saranno nuove generazioni ad affollare musei come questo.