Cartolina dalle cascate dell’Iguazù con un piede in Argentina e uno in Brasile

Quale migliore scusa per rimettere piede nell’adorata Argentina se non godendo di una delle sette bellezze naturali del mondo?
Entrando nel Parco delle Cascate dell’Iguazù a Misiones ho la sensazione che da lì a poco avrei vissuto un’esperienza naturalistica al di sopra di ogni previsione. Nonostante il tempo non fosse  dalla mia parte, accetto la sfida di salire su una barca e farmi inebriare sotto litri e litri d’acqua, sotto il tetto  delle cascate più famose del pianeta, spartite da Brasile e Argentina.

Sono letteralmente inzuppato, mi sembra di essere tornato all’estate in cui pensai di affogare a mare ed essere risucchiato dalle onde. Il peso dell’acqua delle cascate più belle  – secondo un americano al mio fianco sono mezzo punto anche sopra le Victoria Falls in Africa – nasconde un messaggio sopra ad ogni altro: la Natura si esprime attraverso un coro di voci e noi uomini, accecati dall’avidità del progresso, ci ostiniamo a non riconoscerne il valore e salvaguardarlo.

Dopo qualche ora di cammino arrivo alla Gola del Diavolo che, con il suo gettito d’acqua giù per 150 metri, è la regina della cascate dell’Iguazù. E’ qui che si manifesta la forza della Natura, il rigurgito del nostro pianeta Terra nella fluidità dell’esistenza umana e nel racconto naturalistico che fa della vita stessa la più grande avventura di cui dovremmo essere orgogliosi protagonisti.

Dopo un’intera giornata in Argentina, eccomi di nuovo in Brasile per ammirare questo spettacolo dall’altra prospettiva, senza sconfinare  nell’odiosa smania sondaggista di chi ti mette spalle al muro con il quesito: “Preferisci il lato argentino o quello brasiliano?”.

Lo show naturalistico è sicuramente in Argentina, ma un’altra giornata nel parco brasiliano è indispensabile per avere una visione super partes. Poi arriva la pioggia – qui bisogna metterlo sempre in conto – ed ecco che mi rintano nel lussuoso Hotel Belmond das Cataratas, scoperta incantevole accanto alle cascate brasiliane dell’Iguazù. E’ possibile visitarlo a qualsiasi ora del giorno, aggirarsi tra gli ambienti pubblici e godersi le atmosfere raffinate e altempo stesso familiari.

All’uscita finisco per sbaglio alle porte dell’antico accesso del Parco. Quattro chiacchiere con uno dei custodi, un caffè e la condivisione di quest’altra grande avventura fatta da una miscela di suggestioni tra la natura e la bellezza del creato, spartite tra Brasile e Argentina.  A malincuore mi tocca dire “Ciao, Iguazù”.

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