Regalo d’estate: il disegno di Carmine

Ci sono pagine della letteratura che si ripetono, come quelle di Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, nella profonda amicizia di un vecchio pescatore e di un ragazzo. Il piccolo Manolo restituisce all’adulto Santiago la forza di tornare a solcare il mare. Mi è successa la stessa cosa in un sabato d’estate: non c’era il mare, ma le colline toscane; non c’era un vecchio pescatore, ma un vagabondo irrequieto alla ricerca di nuovi confini; non c’era un ragazzo immaginario, ma un bambino vero che se ne andava in giro per casa a piedi scalzi, nascondendo dietro un sorriso da “furfante” un’infinita sensiblità. Cosa avevamo in comune io e quel bimbo di 7 anni? Il giorno del suo onomastico precedeva il mio compleanno; entrambi siamo finiti dalla logopedista, io per rinvigorire la voce e lui per scandire meglio le parole; entrambi andiamo matti per i videogiochi e siamo scanzonati sognatori; entrambi ci saremmo attaccati per tutta la vita alla gonnella di quella donna. Lui sì che aveva capito com’è fatto il mondo e, dopo essere stato lasciato dalla fidanzatina, mi ha suggerito la nuova filosofia da adottare con le femmine: “Piglia e molla”.
No, non lo avrebbe mai fatto perché lui è un inguaribile romantico. L’ho capito quando mi ha fatto vedere su YouTube il video di una canzone di Tiziano Ferro e mi ha convinto: “Sai, è la mia preferita. La prima volta che l’ho ascoltata, ho pianto”. Poi mi ha portato alla finestra per indicarmi la sua scuola e raccontarmi le sue giornate. In poco meno di 12 ore io e il bambino siamo diventati “amici per la pelle”, come succede in estate nei luoghi di vacanza: mi ha offerto il divano in soggiorno per dormire, mi ha voluto accanto mentre cenava, mi ha chiesto spassionatamente di tornare la settimana successiva.
Si dice che i bambini dimentichino con facilità. Può darsi. Ma forse il disegno, che mi ha lasciato in segno d’amicizia, conferma quanto lui abbia intuito di quale pasta siano fatta gli adulti. I due audaci combattenti rappresentano gli atroci conflitti che sconvolgono il complicato mondo di noi adulti, ma che qualche volta naufragano in un lieto fine. Come Manolo del romanzo Il vecchio e il mare, il piccolo Carmine mi ha fatto tornare a solcare i mari della mia anima, facendomi ritrovare il meglio di me stesso, lasciando che il mio cuore si risvegliasse dal torpore.  Gli scarabocchi di Carmine sono stati il regalo mio più grande perchè mi hanno restituito “amore dato, amore preso, amore mai reso; amore grande come il tempo che non si è mai arreso”. 
Sono sicuro che Carmine mi aspetterà ed io tornerò per costruire con lui un bel castello, non di sabbia, ma uno vero in cui ci sia spazio per tutte le persone a cui vogliamo bene.