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Da Milano Pisapia fa tremare l’Italia: E pensare che c’era il pensiero…

Non è la stessa Milano stamattina. La terra ha tremato e lo scossone di Giuliano Pisapia lo ha sentito tutta l’Italietta, quella che mette sulla stessa barca benpensanti e clericali, trasformisti e papponi, cialtroni e farabutti, angeli e demoni, mercenari e valvassori. All’alba avrei bussato volentieri alla porta di Giorgio Gaber per inzuppare una brioche calda nel suo cappuccino – alla maniera provocatoria di Nanni Loy – e canticchiare assieme a quel milanese intelligente parole sagge: “E pensare che c’era il pensiero che riempiva anche nostro malgrado le teste un po’ vuote”.
E come se improvvisamente Milano fosse tornata a pensare, come se il lato umano assopito sotto la corteccia della capitale economica avesse preso il sopravvento, come se il cantico di Roberto Vecchioni in piazza Duomo sabato scorso fosse stato profezia musicale di una strada complicata da percorrere. Ora che i palazzi e gli imperi della metropoli sono costretti a far silenzio, questa Milano non può tacere più di fronte ad una multi etnicità culturale e sociale che la rende sempre più “meticcia”, nel viso e nell’anima.
Riguardando i manifesti sparsi in città con il volto di donna Letizia, ho rivisto il ghigno ingessato della Thatcher, la Lady di ferro anglosassone che un dì ha temuto di essere sbaragliata da qualche ragazzotto sbarbatello laburista della porta accanto. Certo, questo Pisapia sbarbatello non è, ma ha quell’aria scanzonata che al primo impatto lo rende poco padano.
Un boomerang, un uragano? Può darsi. E anche se si fermasse al ballottaggio, l’aspirante sindaco anti-Berluscones ha fatto tremare la terra sotto i nostri piedi. Per una volta una minoranza allargata ha gridato: Milano un pensiero ce l’ha e non è figlio del dio denaro.

C’era una volta Alitalia, Cai e Malpensa…

alitalia150Il battesimo della Cai, la nuova compagnia aerea nata dalla fusione di Alitalia e Air France, non è stato un felicissimo giorno. Le naturali proteste hanno preso il sopravvento, nonostante pare che si possa tirare un sospiro di sollievo per l’aeroporto milanese di Malpensa. L’odissea legata ad una compagnia “sprecona” come Alitalia è gravata moltissimo sulle tasche degli italiani. Ce ne siamo accorti, sì o no? Adesso abbiamo in ballo pure la preoccupazione sul destino dell’aeroporto internazionale milanese. Solo in Italia accadono certe barzellette. Malpensa aeroporto ha compiuto dieci anni l’anno scorso ed è già finito nella bufera, senza contare il budget di milioni di euro investiti. L’Alitalia lo ha utilizzato come hub fino a marzo del 2008 e adesso con i cambi di gestione restano aperti alcuni punti interrogativi. Fa bene donna Letizia Moratti ad essere “incacchiata” nera, ed in vista dell’Expo poi. Nonostante le rassicurazioni governative, il timore c’è sempre in un Paese barzellettiere come la nostra penisola. Al di là delle previsioni, ci auguriamo che la nuova Cai agevoli i passeggeri con un rapporto qualità-prezzo diverso dalla sua antenata. Ahimè, se il futuro è grigio date pure in pasto l’aeroporto di Malpensa alle compagnie low-cost! Se Ryanair continua a darci ancora l’impressione della corriera da gita scolastica, compagnie come Easyjet possono contribuire a migliorare i nostri viaggi tra le nuvole, con poca spesa, una buona qualità del servizio e un record di passeggeri nei mesi della recessione!