Brunetta e l’assenteismo da “statale”
Tutti si lamentano, ma poi quando si passa all’azione qualcuno grida al “terrore”. In Italia c’è aria di bizzarro proibizionismo da una parte, ma dall’altra è giusto che si prendano seri provvedimenti nei confronti dell’ingiustificato assenteismo da lavoro. Emblematico è il recente scandalo a Portici, dove sono finiti in manette 36 dipendenti del comune della città campana. Tutti puntano il dito contro il ministro Renato Brunetta e la sua rivoluzione per arginare la decadence del lavoro pubblico in Italia. Mi pare di capire che qualche dato c’è e non si può fingere di ignorarlo: a gennaio le assenze per malattia nei comuni sono calati del 30%, per non parlare delle scuole dove gli insegnanti adesso ci pensano due volte prima di fingere di “far alzare il termometro”. Anche il cambio di orario della visita fiscale ha sortito il suo effetto, anche se qui il provvedimento andrebbe rivisto con alcune eccezioni. Boomerag Brunetta insomma, alla faccia del Belpaese che cazzeggia, nel rispetto di chi un posto di lavoro non lo ha mentre i sindacati stanno a guardare. Se questo assenteismo ad oltranza fosse stato coccolato dai sindacati italiani, sarebbe un oltraggio puzzolente e “cacoso” nei confronti di chi la mattina si alza e si reca sul posto di lavoro con serietà ed impegno.