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Aggressione Berlusconi: Internet è in pericolo?

A sentire i chioschi attorno a piazza del Duomo a Milano, pare che la vendita delle cattedrale in miniatura abbia subìto un’impennata. Dopo la disgustosa aggressione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di domenica scorsa, c’è chi si porta a casa come souvenir una riproduzione dell’ “arma dell’assalto”, quella che ha trasformato l’anonimo Massimo Tartaglia in un personaggio del web. Augurandoci che la triste vicenda non diventi il soggetto di una lunga soap opera mediatica, va fatta una riflessione sul pericolo che corre Internet in Italia. Il Governo sta lavorando ad un ddl sulla rete, per evitare che prendano il sopravvento istigazioni contro la violenza. Si mette un freno così all’ascesa di blog e social network? Apprezziamo lo staff di Facebook per aver oscurato quei gruppi e quelle pagine di cattivo gusto, chiunque fosse stato il soggetto del bersaglio! Tuttavia, questi giorni di tensione – che non sono minimamente paragonabili a quelli degli Anni di Piombo –  non possono ricadere su l’ultima spiaggia di “democrazia” e “libertà” di una comunità globale: Internet. Perché dovremmo pagare tutti  per  le offese di qualche testa calda? Per fortuna sul web ci sono ancora blogger e utenti che manifestano dissenso con decoro, senza infangare o demonizzare nessuno.  L’appello di Pierferdinando Casini è lucido: “Mettere le mani su Internet è pericolosissimo”. In Italia, Internet non ha bisogno né di filtri né di censure, ma siamo noi a dover essere meno arroganti, tutti, senza distinzione.  Un pensiero è volgare o offensivo in qualsiasi modalità:  strillato attraverso un megafono, per mano di un graffitaro sul muro dietro casa nostra, in grassetto nel sottotitolo di un quotidiano  o sceneggiato in un salotto televisivo. E Internet non può essere il capro espiatorio! 

“Casini” in famiglia per la campagna elettorale dell’Europee

casini150Si avvicina la tornada elettorale delle Europee e devo dire che quest’anno non vedo il solito assalto dei manifesti politici. Qualche oscenità si intravede in ambito locale, ma la crisi si sente anche in tal senso: molti politici hanno ridotto le affissioni e, prendendo il buon esempio da Obama, si sono riversati sui social network (Facebook in testa!). Il povero Pierferdinando Casini ha lanciato una campagna di comunicazione lineare per l’UDC, urtando gli equilibri familiari. Il petteghuless politichese parla di “casini” in famiglia! Infatti, i bambini coinvolti nelle immagini dei nuovi manifesti sono nati dall’unione con Azzurra Caltagirone. Insomma, già ai cattolici non va giù che “un divorziato” cammini a spalle alte e adesso si mette pure l’ex moglie di Casini, offesa per aver lasciato fuori “i figli da primo letto”. Senza mettere il dito tra “ex” moglie e marito, io guarderei il bicchiere mezzo pieno: con questa scelta Pierferdinando Casini ha risollevato la massima eduardiana “E figli so ‘ffigli”, ribadendo timidamente che  anche i figli postumi devono tornare ad avere il ruolo che gli spetta nei giorni delle “famiglie allargate”. E chi si è visto escluso dai manifesti elettorali, può sempre consolarsi con l’altra massima da sceneggiata “I figli so piezz’e core”.