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Quando il viaggio serve a dare una svolta alla nostra vita

Rosario PipoloCi sono viaggi e viaggi. La maggior parte li vive come momento di relax e svago per fuggire temporaneamente dalle oppressioni della routine. Pochi sono quelli che invece sanno essere viaggiatori fino al midollo, facendosi trascinare da ciò che sarà.

Osservando i bagagli di Max accanto all’auto, ho riletto con il pensiero quella perla di saggezza di Kerouac: “Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita”.

Ci sono viaggi e viaggi. Non sono quelli che ci illudono di alleviare le pene dei malesseri quotidiani. Sono piuttosto i viaggi dell’insostenibile leggerezza dell’essere che però vestono una piccola pena: lasciare le piccole sicurezze, messe una sopra all’altro come i mattoncini della Lego, per qualcosa che ci appare troppo lontano per prendere forma. Del resto, come ripeteva qualche vecchio saggio, non viaggiamo per scappare dalla vita ma viaggiamo perché la vita non ci sfugga dalle mani.

E forse Paul Morand concorderebbe come me quando ribadisco che la sola virtù del viaggiatore è l’infedeltà, perché “dobbiamo essere viaggiatori senza rimorsi. Dimenticare i nostri amici per degli sconosciuti”. Saranno proprio gli sconosciuti che incontreremo nelle tappe del tragitto ad aiutarci a tracciare le linee del nostro futuro.
Non ci saranno gli amici che, assorbiti dallo squallore della routine, non coglieranno lo spirito del  “viaggio della svolta”, quello che in piena notte ci fa scambiare le stelle per le lentiggini di Dio.

Ciò che conta per un viaggiatore, che per giunta è destinato a non arrendersi mai, è lasciarsi alle spalle “l’uomo inserito” cantato da Gaber, “che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana”.
Noi viaggiatori abbiamo tutta una vita davanti. Perciò buona vita, Max.

Cartolina da Lussemburgo: donne alla larga dal viaggiatore low cost!

Al di là della meta scelta, il viaggiatore low cost ha la sua insostituibile religione: “volare” a prezzi bassi. Lussemburgo non è una meta proprio comoda, perché le alternative sono due per non svuotarsi le tasche: RyanAir che atterra su Hahn in Germania o su Charleroi in Belgio. Da lì un autobus Flibco che costa piu’ del biglietto aereo. Diciamo pure che questa cartolina da Lussemburgo ha rischiato di non arrivare mai a destinazione. Quando nei miei itinerari c’è di mezzo l’auto, è meglio non avviarsi proprio. Quella mia “sbuffa” perché si è impigrita a furia di sostare nel box, quella degli altri gioca brutti scherzi.
Questa volta, per farcire il mio diario di viaggio, ero pronto a tornarmene in auto assieme al mio amico Lorenzo. Un’insolita occasione per attraversare con le quattro ruote un pezzetto d’Europa in compagnia di un “belga” dal sangue terrone, che passa dal francese perfetto al pugliese più popolare. Poche ore prima della partenza verso Lussemburgo ecco la lieta notizia. L’auto è dal meccanico e così ero senza il passaggio del ritorno.
Cosa fa il viaggiatore low cost? Calma e sangue freddo prima di tutto. Certo l’acquisto di un volo a pochi giorni dalla data fissata significa pagarlo un occhio della testa. Se poi penso a quel biglietto per Porto a 6 euro, figuriamoci se 70 euro non mi sembrano un saccheggio. Lussemburgo è  tra le capitali piu’ care d’Europa  e, se non fosse stato per Hostelbookers, col cavolo che trovavo un alloggio a poco prezzo! E senza l’aiuto di Mario, il portiere lussemburghese dell’ascensore che porta alla citta’ bassa, in piena notte non avrei mai trovato la strada.
La resa è la peggiore sconfitta per il viaggiatore low cost. Perciò con audacia ho bloccato un biglietto a 40 euro, a patto di passare mezza nottata nell’aeroporto deserto di Charleroi, nei pressi di Bruxelles.
Il viaggiatore low cost sarà pure coraggioso, ma poi si perde “le donzelle” per strada. Convincere una “lei”, abituata a portarsi dietro 10 chili di paia di scarpe, alle restrizioni di RyanAir sul bagaglio è impossibile o quasi. E pensare che c’ero riuscito con la scusa dell’auto e della possibilità di fare shopping sfrenato! Macchè, dopo la telefonata di Lorenzo, chi aveva il coraggio di dirle che anche al ritorno avremmo avuto restrizioni sul bagaglio? Il viaggiatore low cost avrà pure il suo vangelo, ma deve stare alla larga dalle femmine. Barattare il romanticismo by night di una capitale europea con una scorta di scarpe funziona solo una volta all’anno, forse a San Valentino!