L’altro Cesare Maldini nelle movenze del grande comico: “Ciao Paolino.”

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Rosario PipoloLa vecchia scuola calcistica non saltellava sotto i riflettori accecanti dello star-system dei nostri giorni. Prendi un Cesare Maldini, distante anni luce dalla chiassosa estroversione del simpatico Oronzo Canà, allenatore nel pallone del grande schermo di più generazioni.

Come fai ad affezionarti ad un allenatore, per giunta ex calciatore, se neanche lo hai conosciuto, spinto lui nella sua riservatezza? Aspetti che la sua controfigura, un comico eccellente alla Teo Teocoli, faccia tutto il resto.
Quando intervistai Teocoli una decina d’anni fa allo Smeraldo di Milano, puntualizzò: “Certi personaggi ti riescono meglio, perché puoi aver avuto il privilegio di condividere con loro storie di vita”. Si riferiva chiaramente all’amicizia con Cesare Maldini.

Oggi “Ciao Paolino”, più che un tormentone, ci appare come un passpartout per guardare a distanza ravvicinata una bandiera del calcio italiano.
Il grande comico non è quello che ti lascia la scartoffia per riderci sopra. Il grande comico, che ha davvero stoffa come un Teo Teocoli, è la bussola per orientare, in ogni democrazia che si rispetti, la risata verso la scoperta dell’altro. E’ un solvente attraverso cui evaporano quelle tracce di umanità che i ruoli, anche in un campo di calcio, mettono in ombra.

Il calcio italiano deve tanto a Cesare Maldini, ma noi siamo riconoscenti a Teo Teocoli per averci restituito la persona senza l’involucro del personaggio.

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