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Lucky Planets, cartolina musicale da Napoli

Roberto Murolo e Totò

Rosario PipoloCosa ci fanno un giornalista curioso e due discografici partenopei della vecchia guardia a condividere un aperitivo lampo nella uggiosa Milano? Non parlano del più e del meno, ma di canzoni napoletane: ci voleva un’etichetta discografica come la Lucky Planets per mettere al suo posto alcune gemme musicali nate all’ombra del Vesuvio. E poi lo sappiamo bene che il canzoniere partenopeo contemporaneo meriterebbe una volta per tutte di essere ricatalogato. Giancarlo Spadacenta ed Enzo De Paola sembrano due personaggi usciti da un film musicarello: il primo è colui che ne ha viste di cotte e di crude nell’industria discografica; il secondo è il classico napoletano “appassionato” che staresti lì ad ascoltare per ore. Tra un Martini e noccioline, Enzo passa con disinvoltura a raccontarti dalle serate sul terrazzino di casa Gragnaniello ai ricordi vaporosi con Roberto Murolo. Gli brillano gli occhi quando evoca Roberto che lo salutava ogni sera dal balconcino o i tempi andati di Napoli e del suo sound. Sostengono che la musica sia finita con Internet, nonostante vendano i loro dischi anche on line! Ed io replico: “Siete testardi. Perché non investite sulla musica dei talent show, dei “pacchi” o di Alessandra Amoroso?”. Mi fulminano con lo sguardo per questo oltraggio e mi regalano la ristampa di Quanno figlieto chiange e vo’ Canta’ di Peppino Gagliardi, un disco poetico fatto di piccole meraviglie, dove sentimenti e stati d’animo si muovono in punta di piedi. E pensare che un nastro di Gagliardi era finito tra le mie mani quando ancora girovagavo per casa a carponi: papà lo aveva regalato a mamma con una radio nel giorno del loro fidanzamento!  

Quella sera in auto con Gianni degli Audio 2

audio2150Alcuni anni fa, al ritorno da un concerto di Eduardo De Crescenzo, ho “scroccato” un passaggio in auto per tornare a casa. Alla guida c’era una persona che ti sembrava di conoscere da una vita. Ci siamo messi a parlare di musica, intrattenendoci parecchio sotto casa mia. Lui era Giovanni Donzelli degli Audio 2, bellissima voce accusata dai più ottusi di imitare Lucio Battisti. E lui mi ha detto: “Che colpa ne ho se ho quel timbro di voce? E pensare che all’inizio Battisti non mi piaceva per niente“. L’episodio che mi ha divertito è stato quello della telefonata di Mina, scambiata dalla moglie di Gianni come “uno scherzo di cattivo gusto”. E poi diciamoci la verità: cosa sarebbe l’album cult Mina-Celentano senza le canzoni degli Audio 2? Il loro penultimo album è passato inosservato, ma adesso il duo partenopeo è tornato a far parlare di sè: un disco con Giulio Rapetti (preferisco chiamarlo Mogol solo se lo associo a Battisti!) non capita tutti i giorni. MogolAudio 2 è un progetto musicale fatto da dieci inediti scritti con la compilicità di grande maestro. Gianni Donzelli e il suo amico di “sventura musicale” Vincenzo Leomporro meritano ancora tanto successo per professionalità e vena creativa! Tifo per loro non solo perchè sono partenopei.  Speriamo di “scroccare” anche stasera un altro passaggio in auto: e se alla guida ci fosse di nuovo Gianni?