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Archives Ottobre 2009

Io sto bene senza Halloween!

La notte di Halloween

Rosario PipoloAl di là delle tendenze o dei capricci modaioli, non mi sono mai affezionato ad Halloween. A dire il vero quella volta che papà mi regalò una zucca con occhi, naso e bocca, non pensavo fosse il simbolo di questa festività, che continua a fare impazzire gli americani.  E ora che gli italiani ci vanno dietro, dalle prime settimane di ottobre dobbiamo sorbirci le vetrine allestite per accogliere nel migliore dei modi la notte delle streghe. Dolcetto, scherzetto o business folcloristico?

A casa mia, appena sbucava la vigilia di Ognissanti, ci preparavamo a condividire i giorni successivi con i nostri defunti: il 1 e il 2 novembre dalle mie parti si andava al camposanto. Le streghe e gli zombi mi fanno ancora paura  – e tanti anni fa ne ho dibattuto simpaticamente con il regista George Romero – ma i morti no.

Loro sono da tutt’altra parte, lontani dalla viltà e dalla fragilità umana. Quest’anno volevo andare controtendenza e far baldoria la notte di Halloween. Ho cambiato idea perchè in fondo non me ne frega niente. Non voglio rinunciare a fare un po’ di silenzio attorno a me e trovare il tempo di raccogliere un crisantemo.

Non voglio privarmi della speranza che il profumo di quel fiore raggiunga tutti coloro che oggi mi mancano profondamente. E loro non sono “zombi”, ma “vivi più che mai” sulla giostra della memoria. E pensare che il ricordo dei momenti speciali condivisi con i miei defunti trasforma ancora le mie notti buie in giorni soleggiati!

Marrazzo, tutta colpa di un trans?

Piero Marrazzo

Rosario PipoloMi hanno detto che a Brescia città un muro imbrattato recita: “Le escort alla destra, i culi alla sinistra”. La seconda parte dello slogan fa riferimento al gossip che ha inquietato il Belpaese lo scorso weekend: le dimissioni di Piero Marrazzo da Presidente della Regione Lazio a causa di un video che lo ritrae in mutande con un transessuale. Nella vita privata ognuno può fare quello che vuole a patto che non metta a repentaglio la libertà degli altri. Nei miei ricordi il nome di Marazzo non è legato all’emisfero politico, ma a quello del giornalismo, nella figura di un bravo professionista anche al servizio del sociale. Pardon, non per essere bacchettone, ma inorridisco all’idea di finire sotto le lenzuola con un trans. Mai dire mai direbbero i più audaci: la moda di essere cocainomani cronici o puttanieri d’assalto è carta straccia. “Le fesserie” o “le debolezze” si sono incamminate in altri sentieri, oltre certi confini che spesso ci spiazzano. Sì, la vicenda Marrazzo mi ha spiazzato davvero. Non voglio né puntare il dito nè fare il falso moralista e preferisco fare un passo indietro fermandomi all’uomo. A quell’uomo che si è sentito crollare il mondo addosso e, rincasando, ha dovuto delle spiegazioni alla moglie e alla sua bambina. Dal punto di vista umano mi sono pentito di averlo giudicato come ha fatto la maggior parte degli italiani.  Ci vuole più coraggio ad ammettere le proprie debolezze che a nascondersi dietro alla maschera esibizionista del Don Giovanni di turno. Preoccupiamoci piuttosto dei ricattatori che hanno mortificato il valore della “divisa” e dei colleghi che ogni giorno rischiano la vita nelle guerriglie metropolitane.  E se questo fosse un complotto a ripetizione, chi sarà il prossimo?

Margherita Buy e l’attesa di “Lo spazio bianco”

la locandina di "Lo spazio bianco"

Rosario PipoloAl cinema a Margherita Buy le appiccicano sempre il solito clichè: quello della “sfigata”. E questa tendenza me la ricordo fin dai tempi della sua partecipazione al film Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni. Stessa cosa accade nella nuova pellicola di Francesca Comencini Lo spazio bianco, tratta dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella. Tuttavia, qui è passabile perchè la Buy è davvero convincente nel ruolo di questa mamma che deve attendere mesi per sapere se la sua bimba, nata prematuramente, riuscirà a sopravvivere. Non vi aspettate il solito cinema al femminile con quei luoghi comuni melodrammatici. Il taglio della Comencini è quasi “documentaristico”, asciutto e asettico, sospeso nel vuoto. Persino Napoli, città-sfondo della storia, è irriconoscibile senza stereotipici e la colonna sonora dalle intrusioni jazz è azzeccata. Lo spazio bianco mi ha riportato a riflettere su un anello ricorrente della nostra vita: l’attesa. Ogn giorno ci viene chiesto di attendere e “sapere aspettare” è davvero un dono. E non venite a dirlo a me che sono impaziente per natura!

Chiara, supervoce di X Factor e non chiamatela “Cicciona”!

Chiara Ranieri

Rosario PipoloIl fenomeno musicale made in UK di nome Susan Boyle cerca i propri simili. Alcuni pensano che Chiara Ranieri, la rivelazione canora di X Factor 2009, abbia tratti in comune con la casalinga scozzese che ha spopolato dagli schermi di Britain’s Got Talent. Si finisce sempre lì e il paragone riguarda “la presenza scenica ingombrante” di queste due splendide voci. Nell’annata in cui vanno di moda le anoressiche e in tv sfilano i fisici perfetti, ecco che arriva la rivincita delle ragazze XL : ce ne freghiamo della forma e badiamo alla sostanza e al talento. Lo hanno capito pure gli abitanti di Facebook che hanno creato diverse pagine a sostegno della ragazza di Crotone. In passato ci sono state interpreti femminili gettate nel dimenticatoio a causa dell’aspetto fisico. Facciamo in modo che questo non accada a Chiara Ranieri: qui non c’è in ballo solo la tecnica, ma la capacità di far veicolare le emozioni con grande energia. E per favore, non chiamatela “cicciona” e non vi azzardate a paragonarla a Linda Valori, il bluff di una delle passate edizioni sanremesi. Che salga pure la lancetta della bilancia, tanto la leggerezza di quei gorgheggi rapisce anche gli angeli. Ahimè, ce l’avessi io una ragazza così. Forse sarei meno incazzato del solito se a darmi il buongiorno ci fosse quel canto!

Al cinema con Baarìa per tornare in Sicilia

Una scena dal film "Bariia"

Rosario PipoloIl cinema può solleticarti l’idea di fare un viaggio; un viaggio fatto alcuni anni prima può spingerti ad andare al cinema per ritrovare quei luoghi. Baarìa è l’omaggio di Giuseppe Tornatore alla sua Sicilia in un canto visivo e corale dove quasi tutto il ‘900 si consuma ai margini di vita vissuta.  Sì è vero: ci sono i paesaggi ampi di Sergio Leone; ci sono i connotati storico-politici di Bernardo Bertolucci e del suo Novecento; ci sono eccessi di uno sfilacciante sentimentalismo tipico di Nuovo Cinema Paradiso; ci sono i picchi musicali ruffiani di Morricone e altre combinazioni che potrebbero renderlo già da “Oscar” agli occhi degli Americani. Tuttavia, nel nuovo film di Tornatore c’è una gestione calibrata del tempo e dello spazio che allontana in parte una comunità dai soliti stereotipi e da quella stemperata iconografia. Baarìa ha riscattato alcuni ricordi dei miei viaggi in Sicilia, e sicuramenti non quelli turistici e da cartolina legati a Taormina, Cefalù, la Valle dei Templi o Siracusa. Ha riscattato il mio viaggio di un pomeriggio d’agosto nell’entroterra arido e deserto tra la visita riflessiva in un piccolo cimitero di San Giuseppe Jato, la rilettura di una lapide a Portella della Ginestra e il retrogusto acidulo della ricotta a Piana degli Albanesi. E’ quella la Sicilia che voglio ricordare. Non penso che “percorrendo avanti e indietro per anni poche centinaia di metri, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti”. Prima o poi bisogna andarsene, percorrere distanze chilometriche e prendere coscienza di quello che credevi fosse “l’ombelico del mondo”. Giuseppe Tornatore avrebbe fatto meglio a risparmiarci “le tette” della Bellucci per un cammeo di tre siciliani dimenticati: Lando Buzzanca, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.  

Peter Pan, lascia fuori i nostri bambini dalla tv!

peter500

Rosario PipoloNel calderone della tv generalista, affollata di veline e volgarità ad oltranza,  ecco che spuntano i bambini per evitare che lo share finisca ai minimi storici. Negli anni ottanta c’era Sandra Milo e i suoi Piccoli Fan e l’altro ieri Antonella Clerici con Ti lascio una canzone. Del resto la bella Antonella deve proprio al successo di quel programma la promozione all’ambita conduzione del prossimo Festival di Sanremo! I bambini in televisione funzionano ancora: inteneriscono, commomuovo il Belpaese con la loro ingenuità, e fanno ritornare in auge l’orgoglio di genitore e lo slogan pronto per la vicina di casa: “Hai visto ieri mia figlia in tv? Brava, anzi bravissima”. Ed ora anche Paolo Bonolis insegue la moda con la nuova edizione di Chi ha incastrato Peter Pan?. Non riesco a capire dove abita la controtendenza televisiva, se nel taschino di chi professa la tv del futuro e cade nelle trappole del vecchio tubo catodico . Non mi sento prevenuto a lanciare segnali di allarme e lo testimonia la recente dichiarazione al quotidiano La Stampa  dello scrittore Daniel Pennac: ” I bimbi di oggi sono clienti di una società consumistica perché la società li strumentalizza come clienti”. Nei primi anni ’80 ho partecipato ad una trasmissione per bambini su una rete televisiva campana. I miei genitori hanno accompagnato il mio stato emotivo, mettendomi subito in guardia dai “Peter Pan falsari” di allora. Sapevo che non sarebbe cambiato niente nella mia vita e non sarebbe stata di certo “una telecamera” a fare la differenza.  

McDonald’s colonizza il Louvre con hamburger e patatine

La Gioconda si protegge!

Rosario PipoloMi fa rabbrividere l’idea che Monna Lisa finisca tra hamburger, patatine e ketchup. I tempi cambiano e i musei si mettono alla prova con il lancio di spazi polifunzionali. Non basta più una belle opera d’arte per motivare il prezzo di un biglietto d’ingresso? Il Louvre era fino alla settimana scorsa uno dei musei europei che si distingueva per il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Adesso che McDonald’s aprirà all’interno del museo parigino, scatta la motivata indignazione.  Punto uno: Va a farsi friggere il nazionalismo gastronomico francese, piegato dal colonialismo della catena americana di fast food.  Punto due: Che caspita centra un Mc menu con o senza la Maxi bibita e le proposte culturali del Louvre? Punto tre: Perchè dovrei pagare quasi 15 euro di ingresso e rovinarmi la visita con gli odori puzzolenti di hamburger e patatine? Insomma Mc Donald’s festeggerà i 30 anni di attività in Francia, ma il palazzo che ospita la Gioconda di Leonardo  e la Venere di Milo diventerà l’esempio dell’ultima degenerazione di arte e cultura. Speriamo che lo spirito rivoluzionario dei nostri cugini d’oltralpe si faccia sentire ed eviti questo scempio a dir poco disgustoso!

Lodo Alfano, il Belpaese perde il pelo o il vizio?

Silvio Berlusconi

Rosario PipoloStropicciato nella centrifuga del caos mediatico, il pensiero dell’italiano medio vacilla dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta. Il lettore arguto smanetta su Internet e si appella all’oracolo della stampa straniera. Il quotidiano inglese Times picchia duro contro Silvio Berlusconi e, senza troppi raggiri di stile, scrive con fermezza: “Silvio Berlusconi ha gettato vergogna su se stesso e sul suo paese con le sue buffonate sessuali e i suoi tentativi di evitare i processi. Ora si deve dimettere”.  Quale è il destino del Premier e del suo governo adesso che le quattro cariche più alte dello Stato perdono l’immunità temporanea? I fantasmi e gli orrori della Prima Repubblica tornano a fare toc toc alle nostre porte, mentre un’indagine parla di crisi nera e povertà alimentare: quasi 4 milioni di italiani non hanno abbastanza soldi per fare una spesa adeguata. Adesso l’Italia ha un semaforo rosso sul suo cammino politico e sociale, e non può stare più con due piedi in una scarpa. Questa vicenda mi fa tornare in mente un episodio di tanti anni fa. Passando in piazza Giovanni Leone a Napoli, mi chiedevo tutte le volte perchè la mia città avesse intitolato uno spazio pubblico ad un Presidente della Repubblica, travolto dallo scandalo Lockheed e  costretto a lasciare il Quirinale. Ahimè, gli eroi della mia generazione erano “un partigiano come Presidente” (Sandro Pertini) e un Papa rivoluzionario che sognava il dialogo delle religioni (Karol  Wojtyla). Non sempre il significato di “eroe” o “martire” sta dalla parte giusta!  

Lucky Planets, cartolina musicale da Napoli

Roberto Murolo e Totò

Rosario PipoloCosa ci fanno un giornalista curioso e due discografici partenopei della vecchia guardia a condividere un aperitivo lampo nella uggiosa Milano? Non parlano del più e del meno, ma di canzoni napoletane: ci voleva un’etichetta discografica come la Lucky Planets per mettere al suo posto alcune gemme musicali nate all’ombra del Vesuvio. E poi lo sappiamo bene che il canzoniere partenopeo contemporaneo meriterebbe una volta per tutte di essere ricatalogato. Giancarlo Spadacenta ed Enzo De Paola sembrano due personaggi usciti da un film musicarello: il primo è colui che ne ha viste di cotte e di crude nell’industria discografica; il secondo è il classico napoletano “appassionato” che staresti lì ad ascoltare per ore. Tra un Martini e noccioline, Enzo passa con disinvoltura a raccontarti dalle serate sul terrazzino di casa Gragnaniello ai ricordi vaporosi con Roberto Murolo. Gli brillano gli occhi quando evoca Roberto che lo salutava ogni sera dal balconcino o i tempi andati di Napoli e del suo sound. Sostengono che la musica sia finita con Internet, nonostante vendano i loro dischi anche on line! Ed io replico: “Siete testardi. Perché non investite sulla musica dei talent show, dei “pacchi” o di Alessandra Amoroso?”. Mi fulminano con lo sguardo per questo oltraggio e mi regalano la ristampa di Quanno figlieto chiange e vo’ Canta’ di Peppino Gagliardi, un disco poetico fatto di piccole meraviglie, dove sentimenti e stati d’animo si muovono in punta di piedi. E pensare che un nastro di Gagliardi era finito tra le mie mani quando ancora girovagavo per casa a carponi: papà lo aveva regalato a mamma con una radio nel giorno del loro fidanzamento!  

L’alluvione di Messina e le “Mani sulla città”!

L'alluvione a Messina

Rosario PipoloIl nubrifagio che ha colpito il messinese fa tornare nella nostra memoria la parola allarmante: abusivismo. Quell’abusivismo edilizio che è stato la fortuna di pochi e la sfortuna di molti (dipende dai punti di vista), quello fatto a regola d’arte per inquinare le prove e, senza mezze misure, non mettere in allarme le coscienze dei quaquaraquà. Nella mia ultima permanenza estiva in Sicilia, mi sono fermato una notte ad una manciata di chilometri da Cefalù. Alloggiavo in una casa che era praticamente sulla spiaggia. Quando ho chiesto come fosse possibile, mi hanno rimproverato: “Duttu’, ‘un si preoccupasse. Siddu è, sta casa fa a fine ri lavutre, dà sutta u mare” (Tirate a campare. Male che va questa casa farà la fine delle altre, lì in mezzo al mare). E dire che neanche io potevo controbattere, provenendo da una città come Napoli che di abusivismo ne sa qualcosa (Riguardate in dvd Mani sulla cìttà di Rosi). Se ripenso allo scempio fatto alle falde del Vesuvio e a tutti quei comuni in pericolo in caso di risveglio del “buon vulcano”. E cosa dire delle nuove costruzioni in quelle zone? Messina e dintorni hanno un doloroso conto da pagare, ma mi pare ora che si faccia una perlustrazione in tutta Italia per individuare quelle aree che possono essere la nuova tragedia di domani!