Back in Town Party: Ritorno a California Bakery
Un paio d’anni fa, in uno dei miei viaggi “metropolitani”, incontrai Caroline. Me la presentarono. Doveva essere un’intervista, ma si trasformò in una lunga chiacchierata. Mi raccontò della sua California Bakery, del suo sogno assieme al marito Marco di creare uno spazio che andasse al di là di un food place. Back Town in Party mi ha riportato nella nuova California Bakery di via Tortona a Milano e allora mi sono detto: O la va, o la spacca. Caroline era davvero testarda: voleva declinare il tempio di piazza S. Eustorgio in più quartieri di Milano e ce l’ha fatta; voleva ritagliare un mini cartellone musicale, coinvolgendo giovani emergenti e c’è riuscita; aveva capito che la socialità viaggiava in rete alla velocità della luce e fece bene a fidarsi di un gruppo di neolaureati che, tra Twitter e Facebook, avrebbero raccontato al popolo social tutto questo ben di Dio.
California Bakery mi riporta alla mia traversata on the road di settemila chilometri attraverso gli Stati Uniti, tra cheese cake, muffin e cookies. L’altra America, che non era quella dei fast food, ma quella che sfornava pane caldo come le canzoni di Bob Dylan; l’altra America, che non era quella della grande abbuffata, ma quella che ti serviva un hamburger o un hotdog con il garbo che hanno fatto di Barack Obama il Presidente della multietnicità; l’altra America, che non era fatta di cibo spazzatura, ma di vecchi sapori che riportavano il fremito nostalgico della tv di “Happy Days” nel cinema di “American Graffiti”.
Caroline mi fa venire in mente Jason e Brian che, a Phoenix nella mia adorata Arizona, rimettono a nuovo vecchie auto yankee di mezzo secolo fa. In una Milano, afflitta dalla crisi e dall’impoverimento di idee, questo entusiasmo è prezioso, perchè è capace di restituire un’anima anche ad una vecchia “carcassa”. Ho indossato un grembiule e mi sono imboscato tra lo staff di California Bakery. Qualcuno ci è cascato e mi ha chiesto da bere. Ed io sono stato al gioco così come quando mi sono messo a scarabocchiare con un pennarello indelebile sulle mattonelle bianche. Erano le stesse che le nostre nonne avevano in cucina, quando far da mangiare era anche passione. Su una mattonella del wall hanno scritto così: “Un altro posto dove sentirsi a casa. Alice.”