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Archives Settembre 2009

Cartolina da Skopje

Skopje, capitale della Macedonia

Rosario PipoloArrivato alla stazione degli autobus di Skopje, mi sono chiesto: “Dove caspita sono finito?”. Sarà l’effetto del sole cocente, ma la città non ha per niente l’aria di essere la capitale della Macedonia. Quando ti lasci alle spalle la piazza principale e il suo centro commerciale nuovo di zecca, arrivi nel quartiere turco e sospiri: “Non male… E se avessi sbagliato strada e fossi ritornato ad Istanbul?”. Il cazzeggio è una buona alternativa e condividere un sacchetto di noccioline con due giovani macedoni è rassicurante: lui, 25 anni, è disoccupato e deve sorbirsi la stessa filastrocca del padre nostalgico della ex Jugoslavia; lei, 20 anni, studia come fashion designer e sogna almeno una volta di venire a Milano. Laggiù la vita scorre tranquilla e me lo ripetono tutti.  Dove vanno gli skopjni (si dice così?) a refrigerarsi quando in centro ci sono quasi 40 gradi? Al lago Matka, raggiungibile comodamente in auto, ma in maniera folcloristica con un autobus (e pensare che mi lamentavo di quelli greci!). Quella pozzanghera d’acqua sembra un’oasi in mezzo al deserto, anche se è tutta artificiale. Niente bagno, niente tintarella. Al ritorno però non faccio cazzate e mi improvviso autostoppista, più sicuro del servizio pubblico. Un signore e il suo bambino mi hanno accompagnato per una manciata di chilometri. Peccato che il pargolo fosse pestifero e si è divertito a mordermi le orecchie per tutto il tragitto. Ecco perchè nelle foto le ho tutte arrossate!

Topolino cattura l’Uomo Ragno per 4 miliardi di dollari

L'Uomo Ragno, supereroe Marvel

Rosario PipoloNoi ragazzi degli anni ’80, malati cronici di fumetti, ci muovevamo su sponde opposte: c’è chi leggeva le avventure dei personaggi Disney sul mitico settimanale Topolino e chi come me tifava per i supereroi della Marvel, tra l’incredibile Hulk e l’Uomo Ragno. Mentre Spiderman si fa mettere nel sacco dall’allegra brigata capeggiata da Micky Mouse, l’abecedario dell’intrattenimento  subisce un altro duro colpo verso l’omologazione. Disney acquista la Marvel per 4 milairdi di dollari e da questo momento l’universo dei supereroi non sarà più lo stesso. Per me Disney aveva un solo grande paladino, l’incazzato Paperino, l’unico che potrebbe andare d’accordo con Capitan America, X-Men e compagnia bella per un motivo semplice: la dinastia dei paperi di Carl Barks, compresa quella canaglia tirchia di zio Paperone, era in perfetta sintonia con “l’America arrabbiata”: quella che preferiva il fango di Woodstock allo zucchero filato degli anni ’50, quella che aveva alzato la voce contro la sanguinosa guerra in Vietnam, quella che aveva fatto sparire dal comodino le foto ricordo di Kennedy o Nixon, spingendosi oltre le dovute profezie che mai avrebbero scommesso su un Presidente afro-americano. L’inchiostro della penna di Stan Lee ha messo nero su bianco una volta per tutte che i supereroi di ultima generazione hanno “super poteri”, ma anche “super problemi” sotto il cielo comune dell’accettazione del diverso (X-men, Hulk). La Disney non produce arte da un bel pezzo. Se questa operazione colossale ammazzasse la creatività della Marvel, l’intrattenimento d’oltreoceano obbedirebbe per l’ennesima volta alla sporca legge della mercificazione.