La battaglia contro il cancro: raccontarla in TV senza vergogna

Ci vuole coraggio, e tanto, a parlare della battaglia che si sta affrontando per sconfiggere un maledetto cancro. Ci vuole coraggio a parlarne con familiari e amici, figuriamoci con una platea di sconosciuti. Nadia Toffa, la Iena assente in TV da un paio di mesi, ha scelto la sua trasmissione, tenendo al fianco i suoi compagni di viaggio, per parlarne e non la prima pagina di un tabloid o un profilo social.

L’intervento di Nadia è stato sobrio, diretto e non aveva niente a che vedere con i copioni strappalacrime da contenitore televisivo di una domenica pomeriggio sul divano.
“Noi guerrieri contro il cancro siamo fighi” esprime tutta la bellezza raggiante di chi affronta anche l’istante più drammatico e buio con ottimismo e positività per il futuro.

Il grande valore della condivisione di Nadia con il suo pubblico rimane il riconoscimento alla medicina per i risultati raggiunti: “Le uniche cure che ho fatto sono chemio e radio”.
Indossare una parrucca non piace a nessuno – i capelli ricresceranno – ma quella è una tappa obbligata. Quanto contribuiscono l’avvilimento e la paura a farci perdere i sassolini della speranza, finendo tra le mani di santoni che promettono cure folcloristiche?

Gli attacchi parcheggiati su Facebook o sulla pagina di qualche quotidiano che vale meno di un rotolo di carta igienica sembrano più un ruggito rabbioso contro la Iena per vecchi servizi televisivi piuttosto che una sensata riflessione su cosa si possa provare convivendo con un tumore.
Dentro di sé la Toffa non è stupida e sa bene che qui non si tratta di qualche mese di chemio e radio. Battagliare contro un tumore significa non abbassare mai la guarda.

Oggi chi polemizza non può capire, perchè non ci è mai passato. Quello di Nadia Toffa è stato ingiustamente scambiato per uno show. Gli show in Italia riguardano i guaritori che vorrebbero far passare truffe per miracoli. I miracoli non sono roba nostra, appartengono al Padreterno.

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