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Perché ci piace Imma Tataranni, il Sostituto Procuratore numero uno della tv

Nell’affollato mondo delle fiction televisive – il più delle volte sbadigliamo per le somiglianze dei protagonisti in circolazione – Imma Tataranni è una ventata di freschezza. Il Sostituto procuratore, nato dalla penna lucana di Mariolina Venezia, è entrato nel cuore di tutti noi grazie all’interpretazione brillante di Vanessa Scalera. Dopo la prima puntata dell’attesissima seconda stagione, perché continua a piacerci la Tataranni?

LA TATARANNI SDOGANATA DA MONTALBANO

Imma Tataranni è la prima fiction del genere a sdoganarsi completamente da Montalbano, tenendosi distante dalle trappole dello scimmiottamento del commissario siciliano del raffinato Camilleri.
Il Sostituto Procuratore lucano è unico, con il suo carattere, le sue nevrosi, il suo mondo lavorativo e quello privato che mischiano le carte della vita di ciascuno di noi. L’autenticità di Imma Tataranni si insinua nel passaggio con disinvoltura dal luogo del delitto di una delle sue indagini al ferro da stiro nella doppia anima di femme du ménage, dai sospiri dopo un incontro con Calogiuro al tenero caffè in compagnia della mamma inghiottita da vuoti di memoria, dallo sbattere i pugni in casa da brava “mamma e moglie con i pantaloni” alla guerriglia contro il maschilismo del Procuratore Capo Vitali.

SINCERITÀ E EMANCIPAZIONE DI UNA DONNA DEL SUD

Se i profili social hanno disincentivato la nostra sincerità a stare a passo con i tempi, il personaggio femminile di questa fiction tv è uno specchio per ritrovare noi stessi. L’emancipazione di Imma Tataranni affonda il carrierismo sfrenato e cartonato per germogliare nelle sue radici di donna del Sud che impasta passato e modernità, che guarda avanti sapendo quale sia il momento giusto per voltarsi indietro.
Imma sa prendersi poco sul serio e abbattere con ironia tagliente i luoghi comuni, il provincialismo, il bigottismo, il vivere per apparire, con la consapevolezza che “cambiare vita” non si riduce alla fuga estemporanea dalla routine.

VANESSA SCALERA E LA MASCHERA TRAGICOMICA

Il bagaglio teatrale di Vanessa Scalera, l’attrice pugliese protagonista, ha contribuito alla costruzione e al successo del personaggio televisivo della Tataranni. La mimica facciale impeccabile, i tic, i movimenti puntellati del corpo fanno del Sostituto Procuratore una maschera tragicomica dei nostri tempi: la Scalera è un’attrice che da un palcoscenico a un altro è inciampata in Sofocle, Čechov, Brecht, Sartre, Shaffer e sa come scardinare il suo personaggio attraverso siparietti che virano verso l’esistenzialismo.
Sappiamo bene quanto un personaggio nato dalle pagine di un libro fatichi a spiccare il volo sul piccolo o grande schermo. L’immaginazione sconfinata da lettore cozza con un personaggio confezionato e servito allo spettatore. Qui non c’è solo il colpo della sceneggiatura, della regia a volte persino troppo calligrafica, ma l’arguzia e la bravura attoriale di Vanessa Scalera, misto di tecnica e talento, creatrice di uno dei personaggi che resterà nel cuore degli spettatori per tanto tempo ancora.

MARKETING TURISTICO

La fiction di Imma Tataranni ha rafforzato il marketing turistico sviluppatosi istintivamente con l’exploit del Commissario Montalbano da vent’anni a questa parte. Pensiamo a quanti angoli della Sicilia sono stati presi d’assalto dal turismo di massa per visitare dal vivo il set naturale del loro beniamino.
Dopo il Lago di Braies di Un passo dal cielo, la Spoleto di don Matteo, l’Assisi di Che Dio ci aiuti, la Roma dei R.I.S., la Napoli dei Bastardi di Pizzo Falcone, di Mina Settembre e del Commissario Ricciardi, la Bari vecchia di Le indagini di Lolita Lobosco, la Trapani di Maltese – il romanzo del commissario, adesso tocca a Matera e alla Basilicata di Imma Tataranni.
Un pezzo meraviglioso dell’Italia dimenticata, dopo Matera sul podio di Capitale della Cultura 2019, potrebbe diventare la destinazione del prossimo viaggio. Che cosa ne dite di trovarvi sotto casa della Tataranni a bere un buon caffè? Potrebbe essere l’occasione di una mini vacanza a curiosare tra quelli che sono i set della fiction che ha come protagonista uno dei personaggi più amati della televisione.

La battaglia contro il cancro: raccontarla in TV senza vergogna

Ci vuole coraggio, e tanto, a parlare della battaglia che si sta affrontando per sconfiggere un maledetto cancro. Ci vuole coraggio a parlarne con familiari e amici, figuriamoci con una platea di sconosciuti. Nadia Toffa, la Iena assente in TV da un paio di mesi, ha scelto la sua trasmissione, tenendo al fianco i suoi compagni di viaggio, per parlarne e non la prima pagina di un tabloid o un profilo social.

L’intervento di Nadia è stato sobrio, diretto e non aveva niente a che vedere con i copioni strappalacrime da contenitore televisivo di una domenica pomeriggio sul divano.
“Noi guerrieri contro il cancro siamo fighi” esprime tutta la bellezza raggiante di chi affronta anche l’istante più drammatico e buio con ottimismo e positività per il futuro.

Il grande valore della condivisione di Nadia con il suo pubblico rimane il riconoscimento alla medicina per i risultati raggiunti: “Le uniche cure che ho fatto sono chemio e radio”.
Indossare una parrucca non piace a nessuno – i capelli ricresceranno – ma quella è una tappa obbligata. Quanto contribuiscono l’avvilimento e la paura a farci perdere i sassolini della speranza, finendo tra le mani di santoni che promettono cure folcloristiche?

Gli attacchi parcheggiati su Facebook o sulla pagina di qualche quotidiano che vale meno di un rotolo di carta igienica sembrano più un ruggito rabbioso contro la Iena per vecchi servizi televisivi piuttosto che una sensata riflessione su cosa si possa provare convivendo con un tumore.
Dentro di sé la Toffa non è stupida e sa bene che qui non si tratta di qualche mese di chemio e radio. Battagliare contro un tumore significa non abbassare mai la guarda.

Oggi chi polemizza non può capire, perchè non ci è mai passato. Quello di Nadia Toffa è stato ingiustamente scambiato per uno show. Gli show in Italia riguardano i guaritori che vorrebbero far passare truffe per miracoli. I miracoli non sono roba nostra, appartengono al Padreterno.