Pipolo.it

Blog e Sito di Rosario Pipolo online dal 2001

Trucchi per una vita “sottocosto”, senza rinunce nei giorni di crisi

La crisi ci divora e io mi ingegno. Internet mi offre qualche opportunità in più per trasformare la vita in stile “sottocosto”, senza fare troppe rinunce. Mi munisco all’ufficio postale di una carta prepagata PostePay e cambio le abitudini.

Inizio dal taglio delle inutili spese bancarie e apro il conto corrente su Webank: zero canone e zero spese di gestione. Se dell’auto non ne posso fare proprio a meno (c’è sempre il noleggio low cost), stipulo un’assicurazione on line: Zurich Connect è tra le più convenienti (RC+I/F, 12 classe, €35 al mese in Lombardia). Se non voglio ritrovarmi con la moglie o una fidanzata incazzata, non la privo dello shopping: Yoox e Buy Vip (sconti fino al 70% sulle migliori marche) fanno per lei, senza l’assillo dell’attesa dei saldi. Mi registro e mi iscrivo  alla newsletter per essere sempre aggiornato. E la taglia? Assurdo acquistare un maglione o un paio di scarpe senza provarli. No problem: cerco l’articolo in un negozio, mi faccio amica la commessa, lo provo e poi all’uscita ci piazzo una scusa bella e buona: “Ops, ho dimenticato il Bancomat a casa”.

Col taglio e l’aumento spropositato dei trasporti pubblici, meglio andare a lavoro pedalando. Tolgo dal budget i 300 euro annui per la palestra e investo 100 euro per un bella bicicletta: divento sportivo ed ecologico allo stesso tempo. Se fossi un neo papà e il mio bebé mi costasse un occhio della testa, mi affiderei a blog specializzati come Blogmamma.it o farei acquisti su siti come Newbabyberry, BabylunaNewbabyland e Bimbomarket. Per quanto riguarda la spesa al supermercato, su Risparmiosuper trovo quello più economico a pochi passi da casa. Per musica e film a prezzi stracciati ci pensa Amazon UK, mentre per tutto il resto c’è Groupon: vado al ristorante o in locale con il 50-60% di sconto, acquistando on line il coupon più adatto. Le offerte sono a tempo limitato, quindi mi sbrigo (in alternativa su Milano c’è Colpogrosso con offerte di qualità e più mirate).

I viaggi e le vacanze le programmo dai 4 ai 6 mesi d’anticipo: mi iscrivo alle newsletter di Ryanair e Easyjet per voli a basso costo e tengo d’occhio Hostelbookers, con un’ampia offerta di ostelli e alberghi. Abolisco il telefono di casa, mi munisco di un Netbook e utilizzo il nuovo Indoona di Tiscali. Per il cellulare, scelgo una prepagata 3 Italia con la tariffa più conveniente così se carico almeno 10 euro al mese vado al cinema gratis con Grande Cinema 3. Può bastare?

 Marco Mengoli, Una vita low cost, Il ciliegio 2011

 La ballata dei precari, film indipendente

 Una vita low cost – Il Blog

8 maggio, Festa della Mamma: lettera di un figlio ad una madre lontana

Mi ero ripromesso di trascorrere questa Festa della Mamma con te, ma poi ho capito che siamo messi così male in Italia da dover fare a meno dell’unica domenica speciale del mese di maggio. Sono passato a fare carburante e ho visto il prezzo della benzina alle stelle: 1,60 euro a litro. Mi sono fatto qualche conto in tasca e me le sono viste svuotate all’improvviso. Del resto, non te l’ho detto, ma la mia auto è ferma da diversi mesi: l’ultimo preventivo dell’assicurazione era così spropositato, che ho dato giustamente priorità ad altro. Eh, già…
Avrei voluto saltare sul treno, farti una sorpresa, anche se per poche ore. Poi mi sono ricordato che attraversare in treno lo stivale italiano è diventata quasi roba da ricchi: durante il giorno ti obbligano a prendere l’Alta Velocità e di notte a rinchiuderti in un vagone letto, zozzo e lurido, che ti costa due giorni di lavoro. Ah sì, il lavoro. Eh, già…
Da bambino quando festeggiavamo tutti assieme, pensavo che la domenica fosse il dì del riposo per tutti. Mamma, eravamo dei privilegiati e me ne rendo conto oggi che lavoro pure nei giorni in rosso sul calendario. Accipicchia, me la darebbero pure una manciata d’ore di ferie, ma poi me la farebbero scontare con i sensi di colpa: “Con la crisi che c’è, potrebbe scattare un’emergenza e lo sai bene che se perdiamo l’appalto, ce ne torniamo tutti a casa”. Eh, già…
Meno male che non sai usare il computer e Internet non ti appartiene, cara mamma, altrimenti avrei avuto la tentazione di inviarti un biglietto d’auguri elettronico. Che tristezza, a te piacevano tanto gli scarabocchi che ti lasciavo in cucina prima di andare a scuola!
Stavo per inviarti una lettera con la mia calligrafia, ma poi mi sono ricordato che il servizio postale ordinario in Italia è una catastrofe: se spedisco oggi, altro che domenica: devo ritenermi fortunato se lo ricevi prima di partire per le vacanze estive. E un mazzo di fiori? Certo non sarebbero imbarazzanti come quelli fregati dal campo dei vicini, ma li gradiresti: mi rifiuto di acquistarli su Internet o sceglierli su un catalogo, perché oggi persino donare un fiore si è trasformato in un atto di routine. Eh, già…
Mamma, sai cosa ti dico: vai in soggiorno, apri il secondo cassetto della credenza, c’è un pacchetto impolverato. Tiralo fuori. Dentro troverai la margherita di polistirolo che ho fatto all’asilo per te trentatre anni fa. E’ stato il primo lavoretto che la maestra ci ha fatto realizzare per la Festa della Mamma. Avevo il cuore in gola, perché lo avevo fatto con le mie mani. E mi emoziona ridartelo adesso, con la consapevolezza di un adulto che ha capito il valore infinito di una madre, nonostante te ne abbia fatte passare di cotte e di crude. Eh, già…

Riforme e Sanità, svolta storica negli USA

“Ama il medico come te stesso e metti mano al portafoglio” poteva essere uno dei comandamenti dell’America graffiata dalle lobby e dalle compagnie assicurative. Giù le mani della Sanità privata perchè dopotutto “la salute non è un diritto di tutti” e nella lotta alla sopravvivenza si salvi chi può. E dei 50 milioni di americani senza copertura sanitaria? Per decenni l’America ha sentito fiumi di parole al Congresso;  ha sperato nell’indignazione di alcuni Presidenti che promettevano, ma poi cedevano al ricatto delle lobby;  ha messo a tutto volume le canzoni di Dylan e Baez, illudendosi che la musica potesse essere ancora l’unica arma di protesta; ha cacciato dalla Casa Bianca il guerriero George W. Bush dopo gli sprechi enormi di velleità belligeranti e colonizzatrici. E venne un uomo, lui il primo Presidente afro-americano, che di fegato ne ha avuto. La riforma voluta da Barack Obama non è più l’ombra di un manifesto da campagna elettorale sotto il tormentone “Yes, we can”, ma è il primo passo di una svolta. Non illudiamoci che gli USA si convertano ad una Sanità Pubblica sul modello europeo. Scordiamocelo, è utopia, pura demagogia.  La Camera dice sì ad una legge che partorisce finanziamenti pubblici e incentivi rivolti a oltre 30 milioni di cittadini che non possono permettersi di sottoscrivere una polizza. Obama e i Democratici fanno bene a festeggiare perchè questa è una data storica, ma con le dovute cautele:  il percorso è ancora tortuoso e le insidie sono dietro l’angolo perchè potrebbero venire dal basso.