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Quindici anni senza Mia Martini

Il 12 maggio sono quindici anni senza Mia Martini. Sembrano pochi, ma in realtà sono un’infinità di tempo. Sì, gli omaggi e le commemorazioni; sì, il rimpianto dei discografici che a volte sfocia nel “già sentito dire”, sì, gli inediti che spuntano a singhiozzo, ma non basta. Nel panorama musicale italiano ci sono tante voci, ma poche personalità. Mia Martini si è giocata la sua partita “fuori dal coro” perché, dietro la maschera imposta dal marketing ufficiale, c’era una persona vera e sincera: Mimì Bertè. E questa sincerità che rende l’interprete ancora più grande, perché le canzoni non sono banalità, ma i segni che decifrano il nostro esistere. E il rimpianto è quello di non aver fatto in tempo ad incontrarla. Il destino ha voluto che adesso io abiti a pochi passi da Cavaria con Premezzo, il paesotto che raccoglie le sue ceneri. Sarebbe bastata un’intervista per scrutare il suo complesso e variegato mondo interiore? Il web continua a ravvivare la sua memoria. Su Facebook spopola una pagina a lei dedicata, mentre il sito Chez Mimì è la voce pulsante del suo fan club. La redazione mi ha scritto recentamente, invitandomi a raccogliere in poche battute una sbadataggine: Mia Martini è stata anche una brava cantautrice. Non è ora che se ne torni a parlare, sul serio?

Chiude 24 Minuti, il free press del Sole 24 ore

24minuti150Ci ha fatto compagnia nelle città di Roma e Milano  in tanti pomeriggi dal 2006 ad oggi. Era a mio parere un buon prodotto editoriale, ma la crisi nera non perdona. Chiude i battenti 24 Minuti, il free press del gruppo editoriale del Sole 24 ore. Chi lo avrebbe mai detto, così come noi addetti ai lavori non ci saremmo auspicati il tracollo della stampa locale negli USA. E’ crisi nel mercato pubblicitario e così l’editore saluta i lettori in poche righe. Da oggi in metropolitana, in autobus o in strada, niente più 24 Minuti. La crisi contagia anche il free press, mentre i prodotti editoriali on line riescono a tener duro perché si adeguano facilmente alle circostanze del momento. Al di là delle visioni catastrofiche per il nostro settore,  questo giornale ha avuto il merito di riportare in auge la sorpassata edizione serale del quotidiano con una fruizione fast molto vicina alla mentalità del web. Con tutti gli sprechi in giro, spero che Giancarlo Cerruti faccia marcia indietro e tagli altrove pur di riprendere il discorso di 24 Minuti. Ieri all’uscita della metro a Milano ho ritrovato il solito ragazzo di colore che lo distribuiva e mi ha detto: “Questo è l’ultimo. Da domani non ci vediamo più“. Lo incontravo quasi tutti i giorni e scambiavamo qualche chiacchiera. Da oggi lui che cosa farà così come i colleghi e i blogger della redazione?