Addio Fernanda, sibilla della Beat Generation

Fernanda Pivano

Rosario PipoloQuando sono in viaggio i miei pensieri vagano all’orizzonte e si fermano sulle pagine di On the Road di Jack Kerouac, uno dei miei romanzi preferiti. Ero su un autobus sgangherato che mi portava dalla Macedonia in Albania quando questo mio vagare sgrammaticato nei Balcani e’ stato interrotto dalla scomparsa improvvisa di Fernanda Pivano, grande traduttrice e scrittrice. Che strano gioco del destino ritrovare alcune pagine della beat generation americana poco prima di questa notizia triste, titolata cosi´ il 20 agosto su alcuni quotidiani di Tirana: “E` morta Fernanda Pivano,  voce italiana della Beat Generation”. A lei ognuno di noi deve qualcosa perche´ le sue traduzioni sono state un ponte tra la provincia letteraria italiana e i nuovi fermenti d’oltreoceano, quei maledetti diavoli come Kerouac o Bukowski che mai nessun accademico avrebbe ammesso nel tempio degli scrittori. Qualche anno fa abbiamo chiacchierato alla Fnac di Milano. Sapeva metterti a tuo agio, dandoti l’impressione di conoscerla da una vita. Poco prima di salutarla, le ho chiesto una foto assieme.  E lei col suo sorriso sornione mi ha rimproverato: “Mica sono una da fotografare”.  Adesso non ci resta che aspettare lo spettacolo di Giulio Casale “La canzone di Nanda”, spudorato omaggio della prossima stagione teatrale a questa grande ancella della cultura italiana.