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Rino, il lettore garbato che bussò alla mia porta

Nel febbraio di cinque anni fa Rino bussò alla porta dei miei canali social. Non so come “l’uomo in divisa” della periferia di Napoli mi avesse trovato – pensavo ad un fortuito ingarbugliamento di algoritmi di Facebook – ma in realtà io e Rino eravamo cresciuti nella stessa zona. Mi apparve un viso conosciuto nonostante fossimo di due generazioni diverse. Io per giunta me ne ero andato via più di quindici anni fa.

Quando cominciai a scrivere per la carta stampata, imparai una cosa: il lettore dovevo immaginarlo. I miei primi articoli nascevano a notte fonda, sul ticchettio di una macchina da scrivere, dopo l’ennesimo spettacolo teatrale.  Allora facevo fatica a dare una fisionomia ai lettori, almeno ci provavo, oggi nell’era digitale ne puoi toccare quasi con mano l’essenza se ti fai acuto osservatore.

Rino era un lettore garbato, apprezzava i miei diari di viaggio in giro per il mondo, leggeva altrove i miei interventi sulla Terra dei Fuochi, si appostava a tarda sera sulla bacheca di Facebook e aspettava il mio Around Midnight, l’aforisma che scelgo ogni sera da oltre dieci anni per dare la buonanotte a chi mi legge. Stasera il mio aforisma sarà fatto di un lungo silenzio tra due virgolette perché ho saputo che Rino è volato in cielo.

Avevo capito da subito che questo lettore della Terra mia non aveva la smania di trasformare il suo profilo social in un alter ego dove si ostenta, come fa chi è stato risucchiato da quella melmosa sindrome facebookiana, racchiusa in una perla di saggezza del Dalai Lama: “Questa è un’epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto della stanza”.

Rino non aveva bisogno di mettere in vista “il niente” sulla finestra, perchè il suo “tutto” era in una stanza fatta di amore, affetti, sogni, passione per la vita, quella che intravedevo negli emoticon solari che mi lasciava nei commenti a prima mattina.
Anche un giornalista deve qualcosa a ciascuno dei suoi lettori: ringrazio Rino per avermi riportato su quella strada di periferia dove sono cresciuto, percorsa in lungo e largo per conoscere uomini, donne e bambini, respirare le loro storie di vita che si intrecciavano con quelle delle mie radici di instancabile ragazzo del Sud.

Siamo ad un passo dalla Notte magica di San Lorenzo. Non distraetevi perché la prima stella cadente altro non sarà che la scia della moto con Rino e il papà, come in questa calda foto in bianco e nero degli anni ’60 a cui era particolarmente affezionato. Questa volta a guidare le due ruote sarà Rino perché, come cantava il professor Vecchioni, “le idee sono come le stelle che non le spengono i temporali.”

Buon viaggio, Rino. Ho già pronta la valigia per raccontare il mio prossimo viaggio e te lo dedicherò.

Diario di viaggio: La lezione del libraio e del lettore alla Mondadori di Rivoli

Rosario PipoloAntonella Menzio, direttore della libreria Mondadori di Rivoli, alle porte di Torino, mi ha dato una lezione. Il mio doveva essere un viaggio di andata e ritorno per presentare il mio romanzo L’ultima neve alla masseria. E’ stato un viaggio di sola andata per imparare che, nel tempo del ciclone digitale e social, il libraio fa ancora la differenza, perché non è un negoziante. Si va oltre l’insegna della libreria o il catalogo in vendita. Sono proprio i librai come Antonella a trasformare un punto vendita in un salotto, in cui le pagine di un libro si annusano attraverso la conversazione.

Pensavamo di aver abbattuto dei processi nella giungla dei mega store online con i libri che bussano alla nostra porta di casa. Invece ripercorriamo la strada al contrario. Torniamo noi tra gli scaffali di una piccola libreria a bussare alla porta di quei chili di carta che hanno i sogni a forma d’inchiostro. Tornare a fare un viaggio in libreria è una grande occasione per il lettore, ma anche per l’autore. Ogni presentazione è un evento unico ed irripetibile perché la platea è sempre diversa, il dibattito prende pieghe imprevedibili ed escono fuori riflessioni che aiutano lo stesso autore a sprofondare meglio in ciò che ha scritto.

Ci sono poi lettori speciali che, attraverso la lettura di una pagina del tuo libro, possono aiutare un autore emergente come il sottoscritto a prendere coscienza dei riverberi che ci sono negli angoli nascosti della storie lasciate su un foglio di carta. A Rivoli è successo con la lettura emozionante del capitolo Silvio il guardastelle. La voce non era di un attore, ma di un lettore appassionato e sensibile come Rinaldo Ambrosia dell’Associazione torinese Formeduca. L’intervento di Rinaldo ha provocato una riflessione: ci sono lettori che hanno il potere di denudare il dolore che ogni autore, sconosciuto o popolare che sia, si porta dentro e diventare proprio loro “i guardastelle” della pagina sconfinata tra il diluito di chi scrive e il concentrato emotivo di chi legge.

Non avrei mai pensato che scrivere un libro diventasse un pretesto per ricominciare a viaggiare, ritrovando luoghi e persone che assomigliano molto a quelli del Sud del mio protagonista. E forse una piccola verità è svelata nella dedica lasciata a Maria. Ci sono persone speciali che “a distanza diventano angeli custodi dei nostri sogni”. Riconoscerle è la vera conquista di chi fa il mio lavoro.