Pipolo.it

Blog e Sito di Rosario Pipolo online dal 2001

La rivolta degli studenti “spogliarellisti”

Sono passati quaranta anni dal 1968, l’anno dei cambiamenti e delle rivolte per eccellenza. Mi sembra che nulla sia mutato da allora vista l’aria che tira in questi giorni: in tutta Italia gli studenti sono tornati ad occupare scuole e università per protestare contro l’ultima manovra del Ministro Gelmini. Quale è stata in concreto la via del dialogo al fine di evitare “mani e scazzottate”? Le urla del coro della protesta viaggiano in autonomia senza una controproposta concreta. Ho terminato l’Università dieci anni fa e, ahimè, non sono più studente da un bel pezzo. Tuttavia, il mio rammarico resta sempre lo stesso. Si fa davvero abbastanza – pur alzando la voce col megafono – per cambiare le cose? Ho lavorato diverso tempo all’università e ritrovo ancora ex colleghi che si lamentano per le misere paghe. Alcuni hanno il coraggio di andare all’estero, altri si consolano con la filosofia del “tiriamo a campare”. In giro c’è puzza di troppe contraddizioni perchè alcuni studenti – al di là delle scenette, degli spogliarelli o delle istrioniche mazzate tra bande di sinistra ed estrema destra – fanno parte del “popolo dei parcheggiatori degli atenei”.  Il Senato ha appena trasformato in legge il decreto 137 e domani i Sindacati sono pronti a scendere in piazza. “La piazza” è davvero la più grande conquista di una democrazia, ma rischia di trasformarsi in un cortile di caciaroni se non c’è continuità di proposte. A questa riforma perché non c’è una controriforma? Gli eroi del ’68 sono svaniti. Il pressapochismo dei giorni nostri servirà davvero a salvare il mondo della scuola dalla catastrofe ipotizzata?

Precarie di Legnano, streap e sciopero su Youtube

E’ finita l’epoca delle “donne col megafano” o degli scioperi in stile urlatore. Il gentil sesso affila l’ingegno per sfuggire alla sindrome del precariato. Provate a fermare 11 donne che si sono “smazzate” per sei anni in un call center per l’Ospedale di Legnano (Va) e adesso si trovano con il culo per terra. Una norma del decreto Brunetta le penalizza, e così loro si mettono di fronte ad una telecamerina e in poche ore conquistano popolarità e solidarietà su You Tube. Purtroppo non è un reality-show dal tono rosa o piagnucoloso in stile Maria De Filippi, ma la realtà della vita: perdi il lavoro, hai famiglia da mantenere, nessuno ti ascolta, usi Internet. Adesso? Scatta lo streap e l’adunata di tutti i precari il 19 settembre per una protesta. Le 11 centraliniste sono pronte “a dare i numeri”, con uno spogliarello da rotocalco pur di riavere il posto di lavoro. Questo gesto mi fa sorridere e rilfettere. Con tanti culi e chiappe che si svendono in tv, per una volta lo streap ha un valore di forte impatto sociale. Prima che un giorno qualcuno li faccia arrossire mostrando un vecchio video, care mamme precarie, radunate pure i vostri figli per spiegare: “Qui non si tratta di un grillo per la testa o di un capriccio da diva da Playboy, ma di un gesto per difendere la giusta dignità”. Con tutta la solidarietà del popolo di Internet, speriamo che di questa dignità se ne ricordi pure il sindacato in Italia.