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Sabina Guzzanti, Draquila e il post-terremoto dell’Abruzzo

E’ riuscita a far tremare l’Italia, per fortuna senza vittime innocenti, facendo imbarazzare le cariche più alte delle istituzioni, facendo affacciare dalla finestra anche papà Guzzanti (Paolo), “fiero” o “rassegnato” di avere come figlia una piccola peste.  Mi riferisco a Sabina Guzzanti, superstar al Festival del Cinema di Cannes con Draquila, il suo film-documentario  sul terremoto che ha messo in ginocchio l’Abruzzo l’anno scorso. La scena mediatica e televisiva di allora finisce in soffitta, perchè la Guzzanti, dietro e davanti la macchina da presa, ci dà dentro con un pesante controscena documentaristico tra irriverenze e denuncia, dove il backstage della tragedia ci fa vedere il dramma vero degli aquilani. Qui c’è poco da ridere, anzi forse c’è da piangere. L’uragano Guzzanti trionfa alla Croisette, riporta l’Italia al centro dei riflettori con un cinema-verité molto più francese di quanto non sia quello di largo consumo che ci propinano nelle nostra sale. Mi riferisco a quei film “cazzutti” che ogni tanto tirano fuori, come per dire agli italiani che possono permettersi il lusso di non pensare, tanto stanno tutti bene (citando una pellicola di Giuseppe Tornatore). Non stiamo bene, e non va bene un bel niente.  Il Ministro della Cultura Sandro Bondi ha disertato Cannes e questa assenza ha rialzato il polverone. Corre voce che la Guzzanti sia “una svergognata”, così come lo erano i padri del Neorealismo italiano, testimoni di cosa fosse davvero l’Italia di quel tempo. E se i veri “svergognati” fossimo noi, rassegnati ad un’Italia addomesticata dal populismo e dalla volgarità?

Musica, quanta voglia di beneficenza per l’Abruzzo!

renato-zero150Musica e solidarietà sono due parole che si incrociano e spesso vanno pure d’accordo, raccogliendo anche fondi da capogiro. La tragedia del terremoto in Abruzzo ha scosso l’anima di molti musicisti: da Vasco che ha donato 100 mila euro dal palco del concertone del 1° Maggio alle decine di eventi musicali che si moltiplicano lungo lo stivale italiano. Persino quando c’è di mezzo la beneficenza può scattare “la competizione” e quel timido orgoglio che smuove punte di campanilismo. Milano chiama e Roma non perde tempo a rispondere! Mentre Laura Pausini recluta le donne della musica per un mega evento il 21 giugno a San Siro, Renato Zero, Claudio Baglioni, Antonello Venditti e tanti altri si incontrano dall’altra parte della barricata per una notte di note all’Olimpico di Roma: la capitale gioca d’anticipo e la data è fissata per il 20 giugno. E’ di buon auspicio guardare tanti artisti che si danno da fare per una giusta causa. Sarebbe più stimolante se ci fosse sempre una continuità nei progetti benefici, anche da parte dei management che fanno il buono e il cattivo tempo sui costi dei concerti. E qui il traguardo non è realizzare il mega show per fare il colpo grosso nel Belpaese, scimmiottando i concertoni americani, ma spingere il cervello in un’altra direzione: la musica può farci ritrovare il piacere della “diversità”, da qualsiasi parte provenga e non importa se quel palco sia a Roma o Milano.

Terremoto in Abruzzo, tutta colpa di una vignetta di Vauro?

vauro150La scomunica del vignettista Vauro Senesi dalla trasmissione Annozero non servirà né a lenire ferite né ad aiutare chi è rimasto senza tetto. Sono deluso dal questo teatrino televisivo all’italiana, da un professionista come Michele Santoro che continua a fare la vittima di una “dittatura persistente”. La libertà di satira è un sacrosanto diritto, ma per me quella caricatura sull’aumento delle cubature dei cimiteri si poteva evitare. Il terremoto dell’Abruzzo ha riunito l’Italia per pochi giorni, ma adesso ognuno è tornato al suo destino: o sei di Destra o sei di Sinistra, e non c’è via di scampo. Appena esprimi un’opinione finisci nel calderone. Che lo spettatore torni ad avere il diritto di contestare perché c’è anche chi quella vignetta non l’ha mandata giù. Il problema è un altro: è necessaro trasformare tutto in un caso politico? Vauro è comunque un artista e un creativo che merita rispetto per il suo lavoro. A me sono piaciute due caricature: “Gli sciaccalli si aggirano tra le macerie, i lupi invece aspettano gli appalti delle ricostruzioni!” e “Si poteva prevenire? Pare fossero troppo impegnati a prevenire quello della Borsa”.  Censurare non è una soluzione spicciola e approssimata? Al di là della “vignetta offensiva”, qui quello da censurare è Bruno Vespa con il suo piagnucolio da chierichetto: il patron di Porta a Porta dovrebbe rileggere la sua scheda nella Garzantina della Televisione curata da Aldo Grasso!

Terremoto in Abruzzo, si dimetta Bertolaso

terremoto150In Italia siamo pronti a piangerci addosso quando il guaio è fatto. Il terremoto in Abruzzo è sicuramente un altro brutto colpo che riporta a galla una nozione dimenticata. Io me la ricordo ancora la mia maestra in cattedra a ribadire che “l’Italia era un paese sismico”. C’è stato qualcuno a ricordarcelo per evitare la catastrofe ed è stato pure denuciato. E’ un paradosso in stile Belpaese da far rabbrividire. Giampaolo Giuliani, ricercatore sul Gran Sasso, aveva annunciato un “sisma disastroso” e il capo della protezione civile Guido Bertolaso lo aveva etichettato tra “gli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false” (la notizia è sul Corriere.it del 6 aprile).  E’ davvero grave se un terremoto si può prevedere e non si fa niente per tutelare i cittadini, nemmeno in un disastro di così larga misura. Mentre l’Abruzzo piange le vittime, l’Italia dovrebbe indignarsi di fronte a questa vicenda spiacevole  e il capo della protezione civile chiedere le dimissioni. In un paese civile succede così, ma nel Belpaese cialtrone la tendenza è incollare “il culo” sulle proprie poltrone.