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Roma allagata, si salvi chi può!

La settimana scorsa il maltempo si è abbattuto su Roma, provocando morti e feriti. In Italia, il “Paese dei Balocchi”, succede così. Non preveniamo mai, lasciamo che le catastrofe atmosferiche accadano e poi ci concediamo il lusso di fare a scaricabarile. Mi ha innervosito l’aggressività da scena di Lucia Annunziata nei confronti del Sindaco di Roma Gianni Alemanno nella trasmissione In mezz’ora.

Un atteggiamento da professionista della tv pubblica che mi ha riportato ai tempi del regime della lottizzazione Rai con le zuffe di democristiani, socialisti e comunisti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e quindi non voglio prendere le difese del neo sindaco della capitale. Mi scappa una riflessione dopo questa catastrofe. Nell’era da vertrina veltroniana, dove era l’amministrazione? Sotti i riflettori del Festival del Cinema o sulle passerelle delle Notti bianche (non quelle di Dostoevskij)?

Ho sentito alcuni romani e sono con il sangue agli occhi, consapevoli della caduta di stile anche della seconda époque rutelliana. Che si fa mentre lo stato d’emergenza è ancora alto? Abbiamo mandato in esilio le maggiori menti italiane che hanno ridisegnato e ristrutturato le grandi capitali europee. Da noi il rendiconto è politico e così persino architetti dallo spessore di Renzo Piano li troviamo a Berlino e non a Roma. Acqua alta sul Tevere. Si salvi chi può!

Sky o non Sky, l’Iva è il problema?

sky150Ci auguriamo che non diventi un assurdo ed ingiustificato dubbio amletico. Aumentare l’iva a Sky è davvero un capriccio del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? Portare l’Iva dal 10 al 20% è uno stratagemma per difendere Mediaset dalla recessione di questi giorni grigi? Non voglio soffermarmi su questi due punti di domanda perché lo hanno già fatto in molti. Di tutta questa vicenda c’è una cosa che mi stizzisce. E’ la faccia tosta di Walter Veltroni ad insospettirmi: “E’ un aumento delle tasse sulle famiglie, perchè non parliamo di famiglie ricche ma dei tifosi delle squadre di calcio”. Come cambiano i tempi e quante sono le contraddizioni. Un dì l’ex direttore dell’Unità era un acerrimo paladino della tv pubblica, e mai avrebbe difeso un sistema televisivo privato. E tutto questo teatrino da cortile per un servizio che non è un bene di prima necessità? Siamo in piena recessione, una parte degli italiani non riesce ad arrivare a fine mese, e ci preoccupiamo di non privare il belpaese della pay-tv? “Ma mi faccia il piacere”, direbbe il mio saggio compaesano Totò. Di Sky ne possiamo fare a meno, perché le priorità sono altre: migliorare il servizio televisivo pubblico che pretende un canone ingiustificato per un prodotto sempre più scadente. Tra i due litiganti il terzo gode. Adeguamoci alle normative europee e alziamo l’iva della pay-tv al 50%!