Angelo Vassallo, il Sindaco eroe ritornato a fare “il pescatore”

Nel Cilento vi ho trascorso delle estati meravigliose. Quasi probabilmente, mentre io ero in spiaggia alla prese con i miei castelli di sabbia, lui era lì sulla sua barchetta. Quante volte avvistavo all’orizzonte i pescatori, al largo con le loro reti che tornavano a casa col pesce fresco. Angelo Vassallo lo faceva per passione perché sia sa che dialogare col mare non è da tutti. Ed è lo stesso entusiasmo che lo  ha trasformato in Sindaco, con un impegno e costanza tali da diventare un punto di riferimento per la comunità di Pollica. Niente teatrini politici, niente bagarre, ma una lista civica che ha convinto tanti a battagliare al suo fianco. Chi lo ha lasciato solo quando sette colpi di pistola lo hanno freddato senza pietà?
C’è un contrasto paradossale tra l’opposizione del “Sindaco pescatore” alla Camorra e la lettera aperta ai vertici di Gomorra, diffusa alcuni giorni prima della sua morte dai dipendenti dei consorzi di Napoli e Caserta per la raccolta differenziata: “Se lo dice Saviano e la stampa la camorra nei rifiuti deve essere un fatto vero. Ci rivolgiamo a voi noi, che, seppur indirettamente, stiamo lavorando per voi”“Mafiosamente vostri” – così si concludeva la missiva in cui si chiedevano alla Camorra più lavoro e aumenti di stipendio –  è un’espressione in netto contrasto con la bara che venerdì scorso ha attraversato Acciaroli. C’erano seimila persone a dare l’ultimo saluto ad Angelo.
Mi chiedo chi siano i più coraggiosi: il bagno di folla che speriamo non dimentichi o quel mucchio di lavoratori, che ha infangato con quella lettera il sacrificio del “martire del Cilento”? La mia convinzione è che in quella cassa di legno non ci fosse il corpo del Sindaco ammazzato. Qualcuno ha avvistato una barca nel mare calmo del Cilento. A bordo c’era un uomo, ritornato a fare il pescatore, per lasciare un segno di coraggio, umiltà e determinazione.

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