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Cartolina da Lussemburgo: donne alla larga dal viaggiatore low cost!

Al di là della meta scelta, il viaggiatore low cost ha la sua insostituibile religione: “volare” a prezzi bassi. Lussemburgo non è una meta proprio comoda, perché le alternative sono due per non svuotarsi le tasche: RyanAir che atterra su Hahn in Germania o su Charleroi in Belgio. Da lì un autobus Flibco che costa piu’ del biglietto aereo. Diciamo pure che questa cartolina da Lussemburgo ha rischiato di non arrivare mai a destinazione. Quando nei miei itinerari c’è di mezzo l’auto, è meglio non avviarsi proprio. Quella mia “sbuffa” perché si è impigrita a furia di sostare nel box, quella degli altri gioca brutti scherzi.
Questa volta, per farcire il mio diario di viaggio, ero pronto a tornarmene in auto assieme al mio amico Lorenzo. Un’insolita occasione per attraversare con le quattro ruote un pezzetto d’Europa in compagnia di un “belga” dal sangue terrone, che passa dal francese perfetto al pugliese più popolare. Poche ore prima della partenza verso Lussemburgo ecco la lieta notizia. L’auto è dal meccanico e così ero senza il passaggio del ritorno.
Cosa fa il viaggiatore low cost? Calma e sangue freddo prima di tutto. Certo l’acquisto di un volo a pochi giorni dalla data fissata significa pagarlo un occhio della testa. Se poi penso a quel biglietto per Porto a 6 euro, figuriamoci se 70 euro non mi sembrano un saccheggio. Lussemburgo è  tra le capitali piu’ care d’Europa  e, se non fosse stato per Hostelbookers, col cavolo che trovavo un alloggio a poco prezzo! E senza l’aiuto di Mario, il portiere lussemburghese dell’ascensore che porta alla citta’ bassa, in piena notte non avrei mai trovato la strada.
La resa è la peggiore sconfitta per il viaggiatore low cost. Perciò con audacia ho bloccato un biglietto a 40 euro, a patto di passare mezza nottata nell’aeroporto deserto di Charleroi, nei pressi di Bruxelles.
Il viaggiatore low cost sarà pure coraggioso, ma poi si perde “le donzelle” per strada. Convincere una “lei”, abituata a portarsi dietro 10 chili di paia di scarpe, alle restrizioni di RyanAir sul bagaglio è impossibile o quasi. E pensare che c’ero riuscito con la scusa dell’auto e della possibilità di fare shopping sfrenato! Macchè, dopo la telefonata di Lorenzo, chi aveva il coraggio di dirle che anche al ritorno avremmo avuto restrizioni sul bagaglio? Il viaggiatore low cost avrà pure il suo vangelo, ma deve stare alla larga dalle femmine. Barattare il romanticismo by night di una capitale europea con una scorta di scarpe funziona solo una volta all’anno, forse a San Valentino!

La valigia, compagna di viaggio o vacanza?

In valigia...

Rosario PipoloPer me la valigia è un oggetto sacro. Crescendo ho imparato ad associarla al viaggio più che alla vacanza. Ognuno ci mette quello che vuole. Da bambino, in procinto di partire per la villeggiatura, li vedevo tutti ossessionati dalla valigia: i miei erano timorosi di dimenticare qualcosa,nonna Lucia era alle prese con i suoi 12 paia di scarpe da portarsi dietro, nonno Pasquale la trasformava in una farmacia da viaggio con i medicinali per la pressione e mia sorella Rossella si sarebbe fatta afferrare per pazza se le avessero negata uno scomparto per le sue Barbie! Per me il significato di valigia è cambiato nel 1988 in Inghilterra, quando sono partito da solo per la prima volta. I miei me ne hanno imposto una extra-large, grande come una casa. Mi prendevano in giro e dentro c’era veramente di tutto: c’entravo persino io, giuro! Le dimensioni dei miei bagagli sono cambiate nel tempo, anche se per la mia traversata negli USA di qualche anno fa, ho usato una Sansonite. Provate ad immaginarmi in Texas a fare l’autostoppista con una valigia di quel tipo! Al di là delle dimensioni o che la faccia alla svelta, la valigia per me è una grande compagna di viaggio perchè ogni volta che la preparo mi dico: e se fosse l’ultima? Magari nella prossima meta ci resterò per sempre e non mi muoverò più! E pensare che mio padre ha detestato sempre i bagagli perché gli ricordavano le partenze dei fratelli e sorelle, emigrati in Francia. Per me sono tutt’altro, un ponte tra il posto in cui sono e quello in cui andrò, in viaggio o in vacanza, lasciando parecchio spazio libero per riempirlo con i ricordi delle nuove persone conosciute.