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Blog e Sito di Rosario Pipolo online dal 2001

Ciao Fraintesa, buon viaggio nell’eternità!

Per la Rete che l’amava e la seguiva era Fraintesa, per noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerla come persona ed averla come amica era semplicemente Francesca. Prima che la conoscessi professionalmente a Milano una decina d’anni fa, Francesca Barbieri era una ragazza modenese energica e appassionata della vita, della natura, dei viaggi. Amava ripetere:

Si dice “I sogni nel cassetto fanno la muffa.” Io non voglio neanche correre il rischio che prendano la polvere.

Quando in Italia c’è stato il boom del travel blogging, Francesca si è tenuta distante dalle tendenze, spesso evaporate nell’edonismo, e ne ha ha fatto una professione con costante studio, compostezza e sobrietà. L’ Australia era la sua “terra promessa”, ci è ritornata più volte, l’ha raccontata come facevano gli inviati di un tempo, sdoganandola dai luoghi comuni.
Fraintesa è stata una travel blogger impeccabile, Francesca Barbieri è stata l’antropologa del viaggio e, senza l’affannoso raggiungimento della meta a tutti i costi, ha fatto del racconto analitico del tragitto peculiarità e innovazione del suo storytelling.

Ma questo è il bello: basta crederci. E qui in Australia puoi effettivamente credere e dire quello che vuoi, troverai sempre qualcuno che con la cantilena altalenante ti risponderà: «okay, mate».

Attraverso progetti benefici come #GoFraintesa, di cui ho scritto anche su Affaritaliani.it, Francesca ha sostenuto la ricerca sul Cancro e si è fatta instancabile guerriera nella lotta contro il brutto male da cui non si è fatta scoraggiare mai.
Quando le raccontai della mia rocambalesca traversata in treno della Cina, sfidando le invisibili censure di Pechino per raggiungere il Tibet, mi confidò che uno dei sogni da viaggiatrice era trascorrere almeno sei mesi nei monasteri tibetani. Sono convinto che il treno su cui adesso è salita la nostra Fraintesa si fermerà a Lhasa prima di proseguire verso l’eternità. La colonna sonora di questo viaggio, come ci ha ricordato il suo grande amore Andrea, sarà Save Your Tears for Another Day.

Take me back ‘cause I wanna stay
Save your tears for another
Save your tears for another day…

Mi spiace Francesca, non riesco a mantenere la promessa: ho gli occhiali appannati, bagnati di pioggia salata come sanno fare le lacrime umane. “Se si contribuisce alla felicità di altre persone, si trova il vero senso della vita.”, scrisse il Dalai Lama sul tuo cuore. E tu ci sei riuscita, Francesca.

Buon viaggio, Fraintesa. Non ti dimenticheremo!


#GrazieFraintesa è la raccolta fondi a favore dell’AIRC in memoria di Francesca Barbieri. Clicca qui per saperne di più.

Cartolina dalla Milano Design Week: quello che le (fashion) blogger non dicono…

Dovrei raccontare il primo appuntamento con la (fashion) blogger alla Milano Design Week con le mie scarpe lucide senza lacci per paura che si accorga di quanto sono trasandato e cammino con i lacci sciolti. Dovrei raccontare il suo passo spedito, l’entusiasmo che ci mette prima di aggiornare la sua community di Facebook.

Dovrei raccontare quando ti piazza in mano lo smartphone, sussurrando “Ti spiace? Mi fai una foto?” e tutte le raccomandazioni necessarie. Dovrei raccontare quando all’improvviso ti molla la borsetta, mette in carica il cellulare e si sposta a destra e sinistra: scruta, osserva, prende un foglio di carta e appunta come quelle studentesse certosine che mi passavano gli appunti all’università.

Dovrei raccontare quando ci incamminiamo, incontra persone e ti presenta agli altri come se ti conoscesse da sempre.  Quando meno te lo aspetti la ritrovi con gli occhi sul touchscreen che parla e senza preavviso ti tira dentro, presentandoti alla community. “Sì, salve, in verità stiamo improvvisando, tutta colpa sua…”, faccio io imbarazzatissimo (non è da me) mentre mi rendo conto di essere finito in una delle sue Instagram Stories.

Invece no, voglio scrivere su altro, oltre lo steccato delle persone che abitano il mondo dei social. Voglio scrivere sul comandante della nave da crociera che, al ritorno da mesi di navigazione, abbracciò la sua sposa ed ebbe la notizia che presto sarebbe diventato papà. Il nome della bimba era inciso su una conchiglia trovata sulla spiaggia di Torre del Greco così come quello della sorellina arrivata una manciata d’anni dopo.

Voglio scrivere sul  nonno che, tenendo sulle ginocchia la nipotina, le raccontò della casa costruita sulla lava del Vesuvio del ’45. Voglio scrivere su una valigia piena di sogni in viaggio da Napoli lungo tutto lo stivale italiano, per anni, con testardaggine, determinazione, perché la lotta per rimanere sé stessi vale quanto quella contro i disfattisti benpensanti convinti che con i sogni non si voli.

Queste non sono Instagram Stories digitalizzate, queste sono storie punto e basta, le storie di inchiostro e carta che danno l’anima alle nostre radici. Questa scia di napoletanità briosa che mi ha accompagnato tra Brera, Tortona e piazza Duomo, mi ha fatto ritrovare la Milano persa di vista.

Dovrei raccontare come ha rincorso il tram, come è scomparsa nel buio alla sua maniera di mischiare chiacchiere e riservatezza, mentre io ridevo immaginandola alla prese per ordinare la collezione di scarpe o pronta con la valigia fucsia, grande come una casa. Invece no, voglio scrivere su quello che le blogger non dicono mentre mi ronzano in mente i versi di Pino Daniele: “Anna verrà col suo modo di sorridere per questa libertà.”

I quattro moschettieri di TBNet e la rivincita dei Travel Blogger in Italia

Quando alla BIT di Milano del 2013 Francesca Di Pietro, Cristiano Guidetti, Marco Allegri e Federica Piersimoni presentarono il progetto di TBNet, qualcuno pensò ad un’incauta bravata che avrebbe avuto vita breve.

Chissà in quanti, seduti in redazione, storsero il naso nei giorni caldi in cui i blogger erano percepiti come insidia per il giornalismo da viaggio tradizionale. @chediporto, @viaggiovero, @nonsoloturisti e @federchicca – questi i nickname che li hanno resi piccole celebrità della Rete – avevano avuto l’intuizione di mettere insieme il meglio dei blogger e influencer del travel italiano, trascinando nella retata anche la sobria Francesca Barbieri (@fraintesa), tra le prime blogger a bucare lo schermo tv di Alle falde del Kilimangiaro, o la toscana naif Michela Simoncini (@comunicami).

L’unione fa la forza? Ebbene sì. Questa volta l’intuizione non è giunta dalla “social media centrica” Milano ma da una cordata periferica, che dalla Napoli della Di Pietro è passata per l’Emilia-Romagna di Guidetti e Piersimoni, spingendosi fino alla bergamasca di Allegri. In poco più di due anni dal battesimo 2.0 anche i più scettici si sono dovuti ricredere.

TBNet ha supportato il mondo del travel e della promozione turistica, guidando riflessioni e discussioni nella rubrica chat su Twitter  #TbNetalks e, infine, scommettendo su un momento di formazione rivolto a giornalisti, blogger e operatori del settore, conquistando Milano dal 22 al 24 maggio.
Il #TBNetalks Travel Media Forum più che l’atmosfera ingessata e noiosa di un “forum” ci ha fatto ritrovare quella informale di un “camp”, senza perdere l’autorevolezza di speaker come lo strategist Andrea Fontana, la giornalista Rosa Maria Di Natale, il videomaker Emiliano Bechi Gabrielli o l’instagramer Orazio Spoto.

Sette anni fa urlai sottovoce, nel bel mezzo di una riunione di redazione, che il reportage di viaggio “da catalogo” sarebbe stato ghigliottinato dalla community con l’affermazione dei social media. Il tempo mi ha dato ragione e il ciclone ha scoperchiato pure i patinati online.
I travel blogger hanno restituito al lettore la sua prospettiva di viaggio, calata nella quotidianità del viaggiatore. Il lettore si immedesima quando Federchicca racconta della preparazione della valigia; Chetiporto snocciola tips dall’ennesimo viaggio in solitaria o Fraintesa incrocia i canguri nella sua spedizione australiana.

Da oggi TbNetalks non è più un hashtag ma una nuova frontiera per vivere e raccontare il viaggio. I quattro moschettieri di TBnet hanno stravinto la scommessa, imponendosi tra gli over 30 che sanno essere punto di riferimento del travel blogging in Italia, anche verso aspiranti blogger come chi mi ha confessato: “Di notte faccio la custode in un museo. Di giorno faccio la spola tra Torino e Milano per formarmi quando ci sono occasioni preziose come quelle di TBNetalks. Per dormire c’è tempo”.

Viaggiatore tra tempo e luoghi nel mio 2014

Rosario PipoloCi sono tanti modi per viaggiare ed io ne ho sperimentato vari in questo 2014: da questi a corto e lungo raggio per guardare negli occhi i nuovi lettori del mio romanzo – scrivere è per me il pretesto per avere la valigia sempre pronta – a quelli dell’ultimo minuto per inteccettare nuovi legami.

Viaggiare per solfeggiare la memoria perché un arrivederci sia la speranza di continuare a camminare insieme: “Non dobbiamo mai smettere di contarli i sogni, proprio come faceva Andrea. Perciò alla fine di ogni viaggio non mi piace ripetere addio, ma ci vediamo domani”.

Viaggiare per capire dopo vent’anni  quando la mia passione per la scrittura sia diventata un mestiere. L’aneddoto, una macchina da scrivere Lettera 35 fregata a mia sorella e la benedizione di un direttore di un quotidiano del Sud Italia: ““Guagliò, sei cresciuto ormai. Continua a camminare con le tue gambe”.

Viaggiare per ritrovare una scuola di periferia e chi l’abitava. “La scuola ai tempi in cui ero allievo sedimentava legami speciali tra docenti e alunni”.

Viaggiare per far ritorno nell’abitacolo dell’infanzia che ti sussurra al cuore tutto ciò che un tempo eri troppo distratto per ascoltare: le sorelle come dono di Dio o i compleanni vissuti in vacanza che fotografano l’istante dell’insostenibile leggerezza dell’essere.

Viaggiare verso Mosca perchè “per fare il futuro ci vuole impegno civile; per fare impegno civile ci vuole memoria, per fare memoria ci vuole il coraggio di uomini e donne come Anna Politkovskaja”.

Viaggiare per affogare tra le ferite della memoria, restando ammutolito salendo le scale del Sacrario Militare di Redipuglia o spingendomi fino all’altra Slovenia, quella della Caporetto che ci ficcarono in testa ai tempi in cui mettemmo mano ai sussidiari di storia delle scuole elementari: “Mangia soldato, ingoia questi bocconi amari, perché il rancio che ti passavano non aveva niente a che vedere con i cibi cotti a legna da tua madre.”

Viaggiare per essere protagonista del futuro in una lettera scritta alla piccola Noemi e lasciata nella sua culla sulla frontiera tra il bresciano e il mantovano: “Noemi, la prima volta che urlerai “Dio, perché mi hai abbandonata?” sentirai invece che ti sta portando in braccio.”

Viaggiare per  ascoltare la voce dell’anno che verrà: Se nasce una stella in Valcamonica la chiameremo Martina.

Primavera: 40 storie da questo blog in un ebook su Amazon Italia

Rosario PipoloIn un afoso pomeriggio d’estate del 2008 ho aperto questo blog. E’ diventata la mia scrivania prediletta in Rete. Tanti post mi sono rimasti accanto e me lo faceva notare ciascuno lasciando un commento. Dopo 5 anni di attività mi sono chiesto: in quale angolo saranno finite tante di quelle storie? Sì, perché rileggendone alcune è come avere sotto gli occhi ritagli di racconti. Ne ho scelte 40, proprio come i miei anni, e le ho raccolte nell’ebook 40 storie (di un giornalista travestito da blogger con i lacci sciolti), disponibile da oggi su Amazon Italia.

Dopo vent’anni di lavoro tra editoria offline e online, sperimento per la prima volta il selfpublishing. Per leggere l’ebook non è necessario avere un ereader Kindle, ma qualsiasi device su cui potete scaricare l’app di lettura. Non è stato facile scegliere i post ma mi è venuto spontaneo ricucirli. Il filo conduttore resta il viaggio, su e giù per l’Italia, a caccia di storie vissute, di persone vere, popolando ritagli di cronaca e attualità con opinioni ed emozioni: il neonato che lotta per trasformare l’incubatrice in una culla; il vicino di casa che si preoccupa per te;  il coniglio che voleva assomigliare a un cagnolino per far felice mia sorella o il vigile che si fa custode della terra dei fuochi. Parto con quella dedicata a Lizzie e alle donne di una fabbrica di New York, che un secolo fa diedero significato al giorno della mimosa. Questo post è stato inserito nell’archivio della fondazione americana delle famiglie delle vittime di quell’incendio.

Accanto alle storie, ci sono le soste per mangiare durante i vagabondaggi da globe-trotter in Italia, tra il 2008 e il 2013, dalla trattoria sperduta nel montavano alla pasticceria catanese. Spero via siano utili per il vostro prossimo viaggio. Grazie a Camilla Aro per le illustrazioni con la sua matita magica e a Federica Piersimoni, popolare e appassionata travel blogger, per aver battezzato il mio primo ebook con una prefazione zeppa di entusiasmo.

Infine, grazie a tutti voi che mi leggete!

40 storie (di un giornalista travestito da blogger con i lacci sciolti) su Amazon Italia!

Diario di un blogger attraverso il 2010

Quando un altro anno se ne va via, un blogger ha un vantaggio dalla sua parte: un diario bello e fatto da poter sfogliare per ripercorrere a modo suo questo 2010. La scrittura è sempre farcita di emotività e di vita quotidiana, ma mi pare l’occasione per rivivere gli ultimi 12 mesi dell’anno.
Ricorderemo il 2010 per quella diavoleria tecnologica dell’iPad , ma anche per l’euforia di Facebook che a volte è diventata isterismo da “sindrome del mi piace”, onirico desiderio di calunniare, tenera strategia per corteggiare una donzella  o per festeggiare San Valentino . Le pagine del diario privato hanno preso il sopravvento nel calore della sciarpa di Antonia, nel disegno del dolcissimo Carmine, nei micro viaggi nei miei luoghi natali, in un racconto d’estate a puntate  o su un block-notes dopo la mia estate in Corsica. L’attualità mi ha ricordato la turbolenza della Fiat di Pomigliano , l’uccisione del Sindaco-pescatore, la guerra della monnezza a Terzigno  o la protesta degli studenti a Roma. Le buone o le cattive abitudini (dipende dai punti di vista!) mi hanno riportato nei matrimoni del Sud tra le bustarelle e le reunion familiari.
E poi ancora la delusione per l’uscita degli azzurri dai Mondiali, l’urlo dei ricordi per la Spagna campione del mondo, il sapore dello gnocco fritto di Ciano a Sabbioneta, Calabria on my mind, ed io autista per un giorno a Brescia.
Mi mancheranno tre volti noti che se ne sono andati nel 2010: Sandra Mondaini, Mario Monicelli e Enzo Bearzot.
Devo eleggere una persona dell’anno, rovistando tra i miei post? E’  Simona, l’educatrice tenace dei Quartieri Spagnoli di Napoli.  Con lei e con te, caro lettore, ho attraversato il 2010 e sono pronto per condividere  anche “l’anno che verrà”. Cin cin…

Il diario del blogger e giornalista Rosario Pipolo sul quotidiano francese Le Corse-Matin

Dopo 16 anni di attività giornalistica, condivido questo traguardo con tutti i miei lettori. Il quotidiano francese Le Corse-Matin pubblica il mio diario di viaggio in Corsica, il mio primo articolo scritto in francese. E il mio pensiero va ad un pezzo della mia famiglia che vive a Tolone nel Sud della Francia e alla memoria delle mie zie Santina e Lilina. Spero che anche gli angeli possano leggere il giornale…