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Cartolina dalle Marche: Zero733 e le coccole di una piadina!

Metti un incontro fortuito: un ingegnere romano che si innamora di un’agronoma marchigiana. Mettiamoci pure un prefisso telefonico 0733, quello di Macerata e dintorni, che ci riporta al tempo in cui anche comporre un numero telefonico lasciava un pizzico di poesia nelle distanze corte del proprio territorio. Parlo di una volta in cui un salume, un formaggio o una bottiglia di vino arrivavano con le “proprie gambe” al nostro palato, perché appartenevano alla nostra terra.

Tornando al fortuito incontro, mica penserete di essere finiti in pasto ad una rubrica di cuori solitari? L’incontro di Marco e Manuela è solo il pretesto per raccontarvi la mia sosta alla piadineria Zero733 – il prefisso telefonico battezza questo delizioso localino di Civitanova Marche – in cui non mi sarei mai aspettato di leccarmi i baffi (che non ho!) con salsiccia e cianuscolo. Assieme a loro c’è anche Mario, napoletano verace, che dalla pizza si è convertito “anima e gusto” alla piadina.
Sarà che sono un mangiatore di piadine, sarà che per deformazione professionale mi piace intrattenermi a conversare, ma la lunga chiacchierata con Manuela mi ha fatto attraversare in lungo e largo le Marche: ciò che ho mangiato rientrava tra i prodotti a km 0, che oggi va molto di moda. Zero733 mi ha fatto riflettere su questa filosofia: si può ancora stabilire con i fornitori un rapporto di reciproca fiducia per contribuire a valorizzare il territorio in cui viviamo.

E quando mi hanno portato il conto, mi sono detto: in qualche parte di Italia si possono ancora assaggiare bontà alla portata di tutte le tasche, senza finire per forza tra le forchette e i coltelli di chef blasonati. Mettiamoci pure una birra “bianca” artigianale. La cartolina è pronta per essere spedita, a carico del mittente, perché il fast food non sempre è “mangiare schifezze”.

  Zero733

McDonald’s colonizza il Louvre con hamburger e patatine

La Gioconda si protegge!

Rosario PipoloMi fa rabbrividere l’idea che Monna Lisa finisca tra hamburger, patatine e ketchup. I tempi cambiano e i musei si mettono alla prova con il lancio di spazi polifunzionali. Non basta più una belle opera d’arte per motivare il prezzo di un biglietto d’ingresso? Il Louvre era fino alla settimana scorsa uno dei musei europei che si distingueva per il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Adesso che McDonald’s aprirà all’interno del museo parigino, scatta la motivata indignazione.  Punto uno: Va a farsi friggere il nazionalismo gastronomico francese, piegato dal colonialismo della catena americana di fast food.  Punto due: Che caspita centra un Mc menu con o senza la Maxi bibita e le proposte culturali del Louvre? Punto tre: Perchè dovrei pagare quasi 15 euro di ingresso e rovinarmi la visita con gli odori puzzolenti di hamburger e patatine? Insomma Mc Donald’s festeggerà i 30 anni di attività in Francia, ma il palazzo che ospita la Gioconda di Leonardo  e la Venere di Milo diventerà l’esempio dell’ultima degenerazione di arte e cultura. Speriamo che lo spirito rivoluzionario dei nostri cugini d’oltralpe si faccia sentire ed eviti questo scempio a dir poco disgustoso!