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A scuola di cattivo gusto con le “donne piccanti” di Ryan Air

Qualche settimana fa il Ministro del Commercio svedese aveva dichiarato che “le donne non possono essere cancellate dalla società”. Si riferiva alla scelta discutibile di Ikea di togliere le donne dal catalogo in Arabia Saudita. Ci sono vari modi di colpire il gentile sesso. Lo facciamo anche noi, nella frenetica quotidianità, quando allunghiamo quell’occhiata sconcia con l’irremovibile sospetto del maschio arrapato.

C’è un altro modo di “ridimensionare” il valore delle donne nella società. Ce lo ha insegnato Ryan Air in questi giorni, con uno stralcio di volgarità che può rendere persino un irlandese un gran cafone. E il colosso dei voli low cost non può darci alcuna lezione in termini di buone maniere. Poco tempo fa l’imperdonabile gaffe dell’annuncio su volo per il capoluogo pugliese: “Benvenuti a Bari, la città della Mafia e di San Nicola”. Adesso invece tornano le hostess “in bikini”, “le donne piccanti”, con lo scopo benefico sotto “il sex-appeal”. Pare che le assistenti di volo di Ryan Air facciano pure a gara per apparire sul calendario che le rende “modelle per un giorno”. Pardon, c’è sempre la scusa della solidarietà.

Il banner sul sito italiano insinua il solito pregiudizio d’oltremanica: Mica siamo solo il Belpaese delle veline volgari, che hanno mandato a far benedire le lotte dei movimenti femministi in Italia?

Piange Daniela Martani, dal Grande Fratello al TG4

martani150Mi perdonerà Claudio Baglioni se prendo in prestito a sproposito il titolo  di una delle sue primissime canzoni: Le lacrime di Marzo. Piagnucolare in Italia può essere utile e così Daniela Martani, l’ex hostess Alitalia cacciata dal Grande Fratello, ha intenerito il cuore di Emilio Fede. Il direttore del TG4 l’ha invitata alla sua corte e lei non ha esitato neanche un secondo. Nuova hostess della tv? Macchè, dal 6 aprile la vedremo alla conduzione di Sipario, il rotocalco del TG4.  Un bel salto di qualità passare da un reality show direttamente su un trampolino dell’informazione. Nel Belpaese accade di tutto e di più. Persino i mestieri sono stati messi da parte e ognuno fa quello che gli riesce meglio. Non sempre, perché la bella Daniela dovrebbe stare altrove. Dove? Certamente non al posto di una giornalista. Soltanto in Lombardia ci sono più di 500 giornalisti disoccupati al momento. Le donne si difendono bene nella conoscenza della professione. La vogliamo smettere una volta per tutte con queste “veline dell’informazione”? Reclutiamo “ragazze piacenti”, ma che sappiano fare il loro mestiere. Scelte più sagge eviterebbero di far fare al “gentil sesso” l’ennesima figuraccia da “oca”!

Alitalia, finalmente la fine di una casta?

Il crollo di Alitalia, la compagnia di bandiera italiana, è l’ultimo atto dei residui della Prima Repubblica dell’Italia corrotta e sprecona. Questo tira e molla che va avanti da tempo continua a farci essere lo zimbello di mezza Europa. E il peso sulle tasche degli italiani? La situazione grottesca ha stuzzicato persino lo humor british della Ryan Air, che su alcuni aerei ha scritto a carattere cubitali: “Bye Bye, Alitalia”. Le low cost hanno messo fine al monopolio, rendendo i cieli europei alla portata di tutti. Nel 1998, per la mia tesi di laurea, sono stato costretto ad andare a Londra in autobus perché quella tratta aveva davvero prezzi da capogiro. Lo stato comoso di Alitalia mette fine alla casta dei piloti e degli assistenti di volo, abituati ad essere super pagati e a ricevere continui benefit, facendo rizzare i capelli ai colleghi europei. Li vedi arrivare in rogorosa divisa la mattina in aereoporto, a Fiumicino come a Malpensa, belli e lindi come Ken e Barbie. Hanno quella puzza sotto il naso e quello sguardo superbo tipico di pensa: “Chi cazzo se ne frega, chi mi toglie più dal trono”. Girovagando in rete si trovano una marea di dati allarmanti: tutto sommato un pilota vola per una media di “93 minuti al giorno” e pretende da Alitalia più di 108.000 euro all’anno. Per non parlare degli assistenti di volo che, con un buon grado di anzianità, possono azzuffare in busta paga fino a 87.000 euro. Mio padre ha lavorato con diginità all’Enel per 35 anni come caponucleo, rischiando ogni volta di scapezzarsi. Non metteva a repentaglio pure lui la vita quando si arrampicava con la squadra sui pali della luce? O il pericolo è solo di chi vola? Da ragazzino sognavo di essere figlio di un pilota per potermene andare a zonzo gratis in tutto il mondo. Oggi sono fiero che il mio papà abbia indossato “una tuta blu” , e non quella “divisa verde da casta” che nasconde sotto “merda e feccia”.