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Francesco Guccini benedice X Factor

x-factor150Cosa c’entra Francesco Guccini, paladino della musica cantautoriale, con la scuderia delle nuove vedette di X Factor? Mi sembrano due mondi diversi. A lasciarmi perplesso è stata la dichiarazione del cantautore bolognese a proposito del reality show di Raidue: “Oggi le case discografiche non possono più investire tanti soldi sui personaggi. Per cui è difficile sfondare se non si passa per questi canali”. Concordo sul fatto che il mercato discografico abbia cambiato pelle, soprattutto a seguito della rivoluzione digitale. Non credo che la questione sia “sfondare” passando per “canali” come X Factor – la democrazia sventola ancora su Internet e non certo in tv – ma è complicato individuare “musica di qualità”. Senza farmi prendere la mano dalla sindrome dello snobismo, in questa partenza di X Factor non vedo il futuro o le nuove promesse della musica italiana. Qualche esibizione, animata da qualche stonatura di troppo, è stata così scadente da farmi convincere di una cosa. Il degrado della televisione generalista è così fluttuante da farmi gettare oggi o domani il telecomando dalla finestra. E speriamo che il prossimo Festival di Sanremo di Bonolis non dia il colpo di grazia. Per fortuna, spalancando la finestra del web, si intravede qualche rarità, qualcuno destinato a fare il musicista o il cantante di professione né per “i calci in culo” né per la solita “fortuna tricolore”, ma per capacità e talento!

Sky o non Sky, l’Iva è il problema?

sky150Ci auguriamo che non diventi un assurdo ed ingiustificato dubbio amletico. Aumentare l’iva a Sky è davvero un capriccio del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? Portare l’Iva dal 10 al 20% è uno stratagemma per difendere Mediaset dalla recessione di questi giorni grigi? Non voglio soffermarmi su questi due punti di domanda perché lo hanno già fatto in molti. Di tutta questa vicenda c’è una cosa che mi stizzisce. E’ la faccia tosta di Walter Veltroni ad insospettirmi: “E’ un aumento delle tasse sulle famiglie, perchè non parliamo di famiglie ricche ma dei tifosi delle squadre di calcio”. Come cambiano i tempi e quante sono le contraddizioni. Un dì l’ex direttore dell’Unità era un acerrimo paladino della tv pubblica, e mai avrebbe difeso un sistema televisivo privato. E tutto questo teatrino da cortile per un servizio che non è un bene di prima necessità? Siamo in piena recessione, una parte degli italiani non riesce ad arrivare a fine mese, e ci preoccupiamo di non privare il belpaese della pay-tv? “Ma mi faccia il piacere”, direbbe il mio saggio compaesano Totò. Di Sky ne possiamo fare a meno, perché le priorità sono altre: migliorare il servizio televisivo pubblico che pretende un canone ingiustificato per un prodotto sempre più scadente. Tra i due litiganti il terzo gode. Adeguamoci alle normative europee e alziamo l’iva della pay-tv al 50%!

Gianfranco Funari, l’ultimo show

Mi è sempre piacuto Gianfranco Funari: trasgressore incallito delle regole di dizione, sulla sponda opposta degli impettiti e buonisti conduttori televisivi; showman capace di mandare a diavolo l’imperialismo televisivo della tv pubblica e privata. Il suo look degli ultimi anni mi ricordava quello immaginario del capitano Achab, il personaggio letterario di Hemingway che osò sfidare Moby Dick. Sembra quasi un sottile gioco di parole, ma Gianfranco Funari, scomparso in punta di piedi all’età di 76 anni, ha davvero sfidato nella sua carriera televisiva  anche “la balena bianca”.Nonni, papà, mamme, casalinghe e giovani ribelli facevano zapping e incrociandolo sullo schermo si fermavano volentieri in sua compagnia. “La televisione è come la m…, bisogna farla ma non ascoltarla” è una delle massime da collezione del Funari polemico; lui che lanciava la pubblicità con la parola magica “Reclame”; lui che si era inventato il simpatico tormentone “Pronto, pronto, pronto, c’è, o non c’è, no,no,no, sì, sì, sì”; lui che ha trasformato il piccolo schermo in “una piazza popolare”. Quella piazza a volte è diventata “la nostra agorà”, così come per i Greci lo fu nella polis. Ci mancherai, Funari, e facendo zapping speriamo ancora di ritrovarti, polemico e irriverente come sempre.