Gioielliere e tabaccaio, condannati per essersi difesi

rapina1501Nel 2003 Massimo Mastrolorenzi era finito sulle cronache di tutti i giornali, non per l’attività di gioielliere, ma per aver sparato ai due rapinatori. La condanna è arrivata e così l’uomo si è tolto la vita. Al di là del suicidio – secondo le autorità è un atto di gelosia per niente legato alla tragica vicenda – colgo l’occasione per fare una riflessione. Mastrolorenzi ha ricevuto solidarietà ovunque, persino su Internet, per un atto di legittima difesa. Oltre al danno, il tentativo di difendersi da due malvimenti, ci sarebbe stata anche la beffa in caso contrario: i due ladruncoli l’avrebbero fatta franca e il povero commerciante sarebbe stato l’ennesima vittima. Come funziona la giustizia in Italia? Se ci spostiamo da Roma a Milano incrociamo un altro episodio simile: il tabaccaio Giovanni Petrali è stato condannato recentamente a un anno e otto mesi per aver sparato ai due rapinatori. Situazione simile, stessa mala sorte. Insomma niente eroismi nel Belpaese truffaldino e così per stare tranquilli occorre farsi mettere i piedi in testa. Niente giustizia “fai da te”, tanto certi farabutti la faranno sempre franca e noi saremo condannati a stare a guardare. Sono perplesso e concludo con un commento di un lettore lasciato il 13 febbraio sul sito Corriere.it: “Giustizia?In Italia è consentito la difesa delle banche con armi da fuoco (infatti ci sono i vigilantes armati), ma si arresta chi difende la sua proprietà o la sua vita. Ma se i rapinatori passavano chiaccherando davanti alla tabaccheria sarebbero stati uccisi, oppure nessuno gli avrebbe sparato ?? E’ sbagliato farsi giustizia da soli, ma mi sembra che sia l’unica possibilità di averla”.

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