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Cartolina da Napoli: Epifania senza ‘a Maronna e ‘o bambiniello

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    Foto di Ivana Pipolo

Rosario PipoloQuest’anno i Magi non hanno trovato ‘a Maronna e ‘o bambiniello nel giorno dell’Epifania. Nella Napoli troppo distratta dal torpore della fine delle festività – la Befana tutte le feste porta via – e dagli affannosi auguri porta a porta in vista delle prossime elezioni comunali, neanche i turisti si sono accorti della fuga premeditata della ragazza madre e del suo bambino.

Scampato il pericolo dell’aborto, dovrà vedersela con gli assistenti sociali che prima o poi tenteranno di scipparle il pargolo, proprio come fece Erode più di duemila anni fa. La riterranno incapace di ricoprire il ruolo di madre, senza chiedersi semmai ci fosse stato qualcuno a metterla in condizione di svolgere il mestiere più utile e complicato nella società.

Mentre tutti erano incantati ad osservare il presepe, ‘a Maronna e ‘o bambiniello se le davano a gambe lungo via Cabonara, via Duomo per poi arrampicarsi, dopo la rincorsa di Spaccanapoli, sui Quartieri Spagnoli.
Per fortuna che a documentare questa natività dei giorni nostri c’era l’occhio fotografico di Ivana Pipolo, scivolando su quello stadio interiore della sospensione, lontano dalla nostra inguaribile frenesia.

Osservando questa foto mi sono tornati in mente gli assistenti sociali prevenuti e con i paraocchi dell’Inghilterra thatcherista, denunciati da Ken Loach nel commovente film Ladybird, Ladybird. Napoli non è Londra, ma questa Maronna cela sotto il velo l’emerginazione galleggiante che spodesta la sicurezza di essere guidati da una coscienza civile.

Oro, incenso e mirra, i doni di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, p’a Maronna e ‘o bambiniello, ragazza madre sedotta e abbandonata nella Napoli dei giorni nostri.

Cartolina da Medjugorje

La collina delle apparizioni

Rosario PipoloGli italiani sono molto graditi a Medjugorje perchè fanno fare affari d’oro ai bosniaci e croati. Celebre dal 1981 per le regolari apparizioni della Vergine Maria a sei persone del posto, la piccola località della Bosnia-Erzegovina è diventata un enclave dell’Euro. Provate a tirar fuori dal portafoglio la valuta locale e farete indispettire gli esercenti. La furbata è stata studiata: i prezzi sono stati adeguati a quelli nostri e vecchie catapecchie si sono trasformate in “pansion” per accogliere pellegrini e curiosi che vanno lì sperando di vedere il prodigio. E tra i cattolici c’è chi preferisce  Medjugorje perchè qui “le manifestazioni” riguardano il nostro tempo, come se poi Fatima o Lourdes fossero posti da libri di storia! Non mi pare che quando ci sia di mezzo “la fede” sia regolare fare differenza tra i luoghi. Opportunismo spirituale o cosa? Il business è ovunque, persino all’ufficio postale dove è disponibile il francobollo con l’immagine della Madonna. Per fortuna, incamminandosi sulla collina delle apparizioni tra pietre spigolose e sassi taglienti, si ferma la volgarità che mortifica la fede e il culto. “Arrivi fino in cima. Ne vale la pena. Non si faccia ostacolare da questo sole cocente”, mi ammonisce una signora croata che spiffera qualche parola d’italiano. In cima a quella collina è tutto diverso, ma non c’è il prodigio visionario a cui tutti vorremmo assistere. C’è una pace e una tranquillità che mettono quiete nel nostro spirito. E così che il viaggio a Medjugorje trova la sua motivazione affinchè quella “Bianca Signora” non diventi folclore e il sacrosanto rispetto per la fede altrui si riduca ad altarini illuminati. 

Biglietti troppo cari e la crisi dei mega concerti

Madonna

Rosario PipoloIl mio primo concerto lontano da casa risale al 1989. Avevo 15 anni e Paul McCartney al Paleur di Roma è stato per me l’apripista di centinaia e centinaia di live, visti per passione e poi per lavoro. Negli anni ’90 in Italia riuscivi a sacrificarti per un biglietto a costi  ragionevoli, ma poi con l’arrivo dell’euro i prezzi sono saliti alle stelle, soprattutto quelli dei mega concerti. La crisi planetaria dell’industria discografica ha portato gli artisti e i management a fare una scelta obbligata: perdiamo da una parte, ma recuperiamo dall’altra. Un Keith Jarrett alla Scala di Milano o un David Gilmour a piazza San Marco a Venezia possono pure valere 250 euro. Bisogna essere “malati cronici” per tirar fuori tutti questi soldi? Tirando la corda, prima o poi si spezza. Ed è accaduto questa estate tra diverse date annullate o biglietti invenduti. E i sold out annunciati?  Quelli lasciano il tempo che trovano e sono  “lo specchietto per le allodole”. C’è una via di scampo? Puntare alla formula last minute e sperare che qualche ora prima del concerto ci sia una svendita in atto. E’ successo alle recenti tappe milanesi dei Depeche Mode e U2 con biglietti acquistati tra i 10 e i 30 euro. Nonostante l’euforia mediatica, persino Madonna in Italia non riesce a fare il tutto esaurito: per la dea del pop a Milano sono rimasti più di 20.000 biglietti invenduti, mentre la tappa di Udine del 16 luglio fa registrare dati ancora più sconfortanti! Un fan di Veronica Ciccone mi ha confessato: “Con il budgest da investire per vederla a Roma due anni fa, ho pagato un volo a/r per Parigi, una notte in albergo e il biglietto per la tappa francese”.  Mi sembra un’altra via d’uscita per scampare i soliti ricatti all’italiana e dare un nuovo senso ai nostri viaggi lampo in Europa. Il 24 agosto lady Madonna sarà a Belgrado e il biglietto più economico costa 32 euro… Facciamoci un pensierino per riannodare il fascino dei Balcani alla musica pop trasgressiva e visionaria!