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Viareggio, sarai più la stessa dopo quei funerali?

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Rosario PipoloPiù che preoccuparci dei funerali di Michael Jackson e della sceneggiata mediatica a Los Angeles, dovremmo mantenerci nei paraggi: a Viareggio, dove rabbia e dolore non scemano dopo i funerali delle 22 vittime a seguito del deragliamento del treno merci. La città della Versilia non sarà più la stessa, soprattutto in questi giorni in cui il calendario ci dice che è estate. Ma quale estate? Chi ha voglia di aprire sdraio e ombrellone? Quando sarà ripristinata la stazione completamente, proveremo lo stesso smarrimento che ci assale sui binari di Bologna ripensando al nefasto attentato del 2 agosto del 1980. Sì, perché anche Viareggio ha subito il suo “attentato” scatenato dalla negligenza e dall’incompetenza di chi gestisce i treni in Italia. Basteranno questi fiumi di lacrime  a restituire dignità e sicurezza ai viaggatori? O una lapide commemorativa per seppellire la puzza delle coscienze? Ho un bel ricordo che mi lega ai viareggini: durante un carnevale di tanti anni fa, mi sono ritrovato a far festa nei quartieri della città toscana, marinando la solita sfilata dei carri. Tra coriandoli e maschere, la gente in strada mi offriva dolci e bevande. Ed io mi sono detto: mica hanno la puzza sotto il naso? Queste persone sono più “terrone” di me. Soffermandomi sull’immagine straziante di quelle bare, mi sono chiesto se tra le 15 vittime italiane ci fosse qualche volto incrociato in quell’occasione. I corandioli adesso sono lacrime, ma ci auguriamo che tornino ad essere “corandioli” di speranza per tutta la comunità.

Michael Jackson muore e il Pop ha il suo angelo

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Rosario PipoloLa musica mi appartiene. Ho attraversato la mia adolescenza tra John Lennon e i Beatles, naufragando sul rock di Bruce Springsteen negli anni ’80. Il rock è parte di me, il pop di meno. L’uragano Michael Jackson non ha mai avuto accesso alla mia sterminata discografia, se non con l’album Thriller. La morte improvvisa del Re del Pop e il delirio dei fan di queste ore mi portano ad una considerazione. Essere un angelo o un demone in questa vita poco importa, se poi si diventa l’ultimo immortale della musica. E’ accaduto una sola volta nella storia della musica, con la scomparsa di Elvis Presley, il re del Rock. L’anno scorso su questo blog ho ficcato il naso nelle contraddizioni dell’uomo Michael in bilico tra vizi, manie, accuse e l’affannosa ragione di essere “l’uomo che volle farsi bianco tra i neri”. Chi ha fatto della musica una religione ne sa qualcosa sull’effetto redenzione.  Michael Jackson ha consegnato la musica pop nelle mani degli Dei. I peccati evaporano col tempo, la faccia si consuma e vale la pena riesumare l’antenato della star: il bambino genuino dei Jackson Five, l’ultimo angelo ancora in volo! 

Michael Jackson, 50 anni e troppi peccati

Lo riconoscete questo signore in questa foto pubblicata questa mattina dal Daily Mail? Oggi festeggia a Las Vegas i suoi primi 50 anni assieme ai tre figli. Provate ad indovinare, ma non credo che ruscirete. E’ Michael Jackson, “il re del Pop”, eleborato da un cervellone elettronico: oggi spegnerebbe con tale volto le sue 50 candeline, se non si fosse sottoposto ai tanti interventi chirurgici. I fan si consolano con un nuovo The Best lanciato dalla Sony per l’occasione. Tra una canzone e l’altra torna una costellazione di successi memorabili, offuscata da qualche peccato di troppo. E’ vero che con i soldi ogni male può essere rimediato, ma nella foto di compleanno ci sarà mica il fan che nel ’93 lo ha accusato di molestie sessuali? Al party prenderanno parte anche tutti gli accusatori che dal 2005 gli danno filo da torcere per abusi sessuali su minori? Al di là dei record di vendita del “divo capriccioso che volle farsi bianco tra i neri”, la polvere nascosta sotto il tappeto è troppa. Nel 1986, in una scuola media della provincia di Napoli, sono stato buttato fuori dal coro per la festa di fine anno. Ero stonato e non mi hanno permesso di cantare “We are the world”. Ci sono rimasto male. Non mi sono perso niente, perché “il mondo che Jackson fingeva di cantare”, era totalmente diverso dal mio. E a volte le canzoni non colmano i vuoti delle delusioni. Happy Birthday, Michael!

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