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I Love Ischia, l’isola romantica che ha salvato l’ultima cabina telefonica

Rosario PipoloSi può essere romantici senza essere per forza nostalgici, appendendo i corsi e ricorsi storici di una comunità ad una vecchia cornetta del telefono. Mentre l’Italia si disfa delle obsolete cabine telefoniche, l’isola di Ischia dà una bella lezione alla natività digitale: salviamo l’ultimo telefono pubblico. La notizia fa subito il giro del web.

L’emancipazione tecnologica fa un passo indietro di fronte a questa notizia di colore, mettendo alle strette la mia generazione. All’alba degli anni ottanta ho assistito al pensionamento del gettone telefonico e ho visto, nel giro di un decennio, spuntare come funghi i nuovi telefoni panciuti, che masticavano schede telefoniche.
Negli anni ’90 vi ricordate i tipi sospetti che sostavano nelle cabine telefoniche nelle ore serali? Li scambiavamo per un killer o il maniaco di turno, invece erano gli inarrestabili collezionisti  a caccia di schede telefoniche dimenticate, smagnetizzate.

A Ischia, l’isola dove ho cominciato la mia attività di giornalista, fu proprio una cabina telefonica a salvarmi per chiedere asilo in redazione, dopo aver perso l’ultimo traghetto per Napoli. Oggi basterebbe un messaggio su WhatsApp ad uno degli amici della community social di I Love ISCHIA, che si prodigherebbe per ospitarmi.

Mi toccherà fare un salto a Succhivo, il piccolo comune ischitano battutosi a furor di popolo in difesa dell’ultima cabina telefonica, con l’ultima moneta in tasca, come accadeva negli anni universitari.
Quando le telefonavo dalla cabina, ero costretto a trovare una ragazza per strada che si fingesse sua amica. Mentre la mamma andava a chiamarla, attraversando il lungo corridoio al secondo piano, mi ero giocato già una parte del tempo della telefonata. Per fortuna, la cabina era a pochi metri da casa e così quella volta le dissi: “Prima che si interrompa la telefonata, mettiti dietro la finestra. Io sono accovacciato sulla Vespa”.

Ci inventammo così la prima videochiamata da un telefono pubblico.

Trucchi per una vita “sottocosto”, senza rinunce nei giorni di crisi

La crisi ci divora e io mi ingegno. Internet mi offre qualche opportunità in più per trasformare la vita in stile “sottocosto”, senza fare troppe rinunce. Mi munisco all’ufficio postale di una carta prepagata PostePay e cambio le abitudini.

Inizio dal taglio delle inutili spese bancarie e apro il conto corrente su Webank: zero canone e zero spese di gestione. Se dell’auto non ne posso fare proprio a meno (c’è sempre il noleggio low cost), stipulo un’assicurazione on line: Zurich Connect è tra le più convenienti (RC+I/F, 12 classe, €35 al mese in Lombardia). Se non voglio ritrovarmi con la moglie o una fidanzata incazzata, non la privo dello shopping: Yoox e Buy Vip (sconti fino al 70% sulle migliori marche) fanno per lei, senza l’assillo dell’attesa dei saldi. Mi registro e mi iscrivo  alla newsletter per essere sempre aggiornato. E la taglia? Assurdo acquistare un maglione o un paio di scarpe senza provarli. No problem: cerco l’articolo in un negozio, mi faccio amica la commessa, lo provo e poi all’uscita ci piazzo una scusa bella e buona: “Ops, ho dimenticato il Bancomat a casa”.

Col taglio e l’aumento spropositato dei trasporti pubblici, meglio andare a lavoro pedalando. Tolgo dal budget i 300 euro annui per la palestra e investo 100 euro per un bella bicicletta: divento sportivo ed ecologico allo stesso tempo. Se fossi un neo papà e il mio bebé mi costasse un occhio della testa, mi affiderei a blog specializzati come Blogmamma.it o farei acquisti su siti come Newbabyberry, BabylunaNewbabyland e Bimbomarket. Per quanto riguarda la spesa al supermercato, su Risparmiosuper trovo quello più economico a pochi passi da casa. Per musica e film a prezzi stracciati ci pensa Amazon UK, mentre per tutto il resto c’è Groupon: vado al ristorante o in locale con il 50-60% di sconto, acquistando on line il coupon più adatto. Le offerte sono a tempo limitato, quindi mi sbrigo (in alternativa su Milano c’è Colpogrosso con offerte di qualità e più mirate).

I viaggi e le vacanze le programmo dai 4 ai 6 mesi d’anticipo: mi iscrivo alle newsletter di Ryanair e Easyjet per voli a basso costo e tengo d’occhio Hostelbookers, con un’ampia offerta di ostelli e alberghi. Abolisco il telefono di casa, mi munisco di un Netbook e utilizzo il nuovo Indoona di Tiscali. Per il cellulare, scelgo una prepagata 3 Italia con la tariffa più conveniente così se carico almeno 10 euro al mese vado al cinema gratis con Grande Cinema 3. Può bastare?

 Marco Mengoli, Una vita low cost, Il ciliegio 2011

 La ballata dei precari, film indipendente

 Una vita low cost – Il Blog