La Gelmini e la Scuola che discrimina i disabili
Tagliare si può, anzi si deve. Non occorre avere la faccia tosta, ma quella punta di maldestro coraggio che giorno dopo giorno sta facendo sprofondare la nostra Scuola. Diciamo pure la Scuola, perché di “nostro” non è rimasto più niente, visto che le braccia aperte sono per “i pochi”, i privilegiati, quelli che sono confinati nel bunker delle private. Tra i malcapitati ci sono pure i disabili perché anche lì bisogna risparmiare. Il caso triste era accaduto a La Spezia, dove uno studente disabile di una scuola superiore si era visto tagliare le ore di insegnamento del sostegno. Insomma di mezzo c’è il Ministro Gelmini che è stata condannata per “condotta discriminatoria” ed ora ci sono da pagare le spese processuali e per giunta ripristinare le ore.
Questa sembra una barzelletta brutale, invece è un pietoso fatto di cronaca che mi solletica una riflessione. Nel mio percorso scolastico ho avuto in classe compagni disabili i quali, senza il supporto di un insegnante di sostegno, non avrebbero potuto condividere con noi diverse attività. Ricordo all’asilo, in una giornata di primavera come oggi, lui che non poteva tirare due calci ad un pallone perché era su una sedia a rotelle. Mi avvicinai per smorzare la tonalità della diversità e facemmo un patto che ci fece diventare compagni di merenda. Io tiravo il pallone, ma lui mi indicava la direzione precisa. All’epoca portavo il bendaggio all’occhio destro e certe volte mi sentivo “un pirata” rispetto agli altri bambini. La mia era una deficienza oculistica che avrei risolto col tempo, il suo un problema congenito che lo avrebbe segnato per tutta la vita.
I “disabili” non sono loro, ma lo diventiamo noi quando ci passano sotto il naso queste “orrende discriminazioni” e facciamo finta di niente. Gli studenti di quella scuola ligure hanno una grande ricchezza in classe e non devono rinunciarvi. Oggi ringrazio pubblicamente il mio primo compagno di merenda, per avermi fatto sentire “un campione” al suo fianco, dandomi una grande lezione di vita: non dare mai nulla per scontato.
Patrizia
Ne vale la pena leggere un articolo del genere. Anche io ho avuto una compagna di banco sordomuta, affianco per 5 anni e la situazione era ben diversa. Pigrizia sommata ad ignoranza e convinzioni religiose della madre, la spingevano a farsi viziare oltremodo, molto spesso non studiando e dicendo alle interrogazioni che non capiva ciò che le si chiedeva, quando invece capiva benissimo. Rimane importante e fondamentale il sostegno di un insegnante di sostegno capace di supportare le attività del disabile e favorirne la sua integrazione all’interno della classe. Si potrebbero tagliare altre cose, piuttosto che servizi fondamentali.