Mamma, Tiziano Ferro è gay e non me ne ero mica accorto!
Sul web, nei social network, sulla carta stampata, in radio o in tv corre veloce il rumor dei primi di ottobre: “Tiziano Ferro è gay. Non me ne sono mica accorto!”. Nonostante tra gli addetti ai lavori circolasse da tanti anni il sospetto, adesso le fanzine del cantautore di Latina devono mettersi il cuore in pace, perché al loro idolo piacciono i maschietti. E quindi cosa cambia?Chi ascolta la musica di Ferro continuerà a farlo, chi non lo fa non cambierà idea, a meno che una tale dichiarazione non lo abbia intenerito e intrappolato nell’ambiguo meccanismo che abbatte il muro tra emotività e gusto musicale. Io personalmente mi sento distante dalle melodie di Tiziano Ferro e, se non mi avessero regalato Alla mia età al compleanno – per ricordarmi che il traguardo dei 40 non è poi così lontano – il suo nome non campeggerebbe nemmeno nel mio archivio discografico.
A pochi giorni dal gossip della tresca tra Corona e Lele Mora, il Belpaese è di nuovo sotto choc. Io lo sarei se scoprissi che la dichiarazione di Ferro fosse “un’operazione sottoveste” che puzza di business. Anzi, forse c’è un percorso di sofferenza interiore così complesso da cui faremmo bene a stare alla larga. Tiziano Ferro ha avuto del fegato, c’è chi invece non lo fa. E il pubblico pettegolo gioca a mettersi di traverso, com’è accaduto al rapper Fibra, lapidato per aver accusato Marco Mengoni, il principe dimenticato di X Factor, di essere gay. Il privato è privato sempre, e non solo quando conviene a noi.
alessandra
Ma si può pensare davvero che sia una verità del genere a dover fare “notizia”? Un personaggio pubblico, come Tiziano Ferro,trova il coraggio di dichiarare la propria identità sessuale e l’Italia si sconvolge? O addirittura dovremmo preoccuparci del turbamento delle “fanzine”? Direi che siamo proprio al capolinea, e non è un’operazione di trita retorica la scelta di interrogarsi un pò sui valori che ci appartengono e su quelli che inseguiamo con i paraocchi. L’omosessualità non è una patologia, è una condizione d’essere e va rispettata in quanto tale. Son felice che Tiziano Ferro abbia scelto di fare auting anche pubblicamente, provando a non temere più l’Italia bigotta. Sono felice di sapere cha abbia scelto di conoscere se stesso, e voglio cogliere la buona fede nella sua scelta di rendercene partecipi. Quel che conta è che Tiziano, l’uomo e non il personaggio, abbia trovato il coraggio di essere felice,senza vergognarsene.
La vergogna è un’altra cosa e, in queste ore più che mai,mi auguro che “lo zio” di quell’angelo inizi a comprendere realmente cosa questa significhi.